
Le prospettive finanziarie proposte dal Consiglio Europeo dell’ UE sono state bocciate dal Parlamento Europeo. Un quinto in meno era stato dato rispetto alle richieste.(Bilancio pluriennale). La stampa non ne ha parlato.
Il progetto europeo è rivolto soprattutto ai giovani che sono all’incirca 75 milioni tra i 17 e i 25 anni.
Intervento del dott. Benoit Hamender (Istituto di Studi e Documentazione sull'Europa comunitaria e L'Europa Orientale - Trieste Ascolta una sua conferenza ), nato a Vienna, ma ormai residente a Trieste da molti anni, è un ricercatore sull’ESTeuropeo di Trieste. Nato nel ’70, si occupa dei rapporti Italia-Balcani. esiste anche una rivista che pubblica articoli sull’EST Europeo. L’istituto ha inoltre una biblioteca fornita.
Poche settimane fa si è ricordata la fine del conflitto in Bosnia del 1992-1995, terminata con la pace di Dayton.
Riguardo la situazione attuale balcanica, la Croazia ha ormai avviato la fase negoziale per entrare nell’UE. Parallelamente nel 2004 gli Stati Membri dell’UE sono passati da 15 a 25. Dall’altra parte si assiste ad una crisi istituzionale che però è stata compensata dal successo dell’allargamento.
Quest’ultimo è iniziato per 6 paesi che hanno iniziato la fase negoziale nel 1998 (per vedere il grado di adeguamento del paese che vuole aderire). Nel 2000 si sono poi associati nuovi paesi.
I Balcani presentano ina situazione eterogenea. Infatti la Croazia ha avviato il negoziato, mentre gli altri paesi come Bosnia, Macedonia, Albania, Serbia e Montenegro, concludono ghi accordi di stabilizzazione e associazione che rappresentano il preambolo di una futura adesione nell’ Unione. Essa si realizzerà quando questi paesi risulteranno conformi ai criteri di Copenaghen.
Il ritardo di questi paesi è dovuto ad una questione: se la maggioranza dei Paesi ha avuto una transizione da un’economia centralizzata ad un’economia di mercato, i Paesi balcanici hanno avuto una doppia transizione:l’uscita dal conflitto e quella precedente.
La Bosnia ed Erzegovina(1992-1995), la Croazia, hanno sofferto moltissimo a causa della pulizia etnica.Cose deplorevoli.
Ad esempio, in una regione vive una maggioranza serba. Dopo 10-12 anni ha dovuto vedere cose inumane. Nel 1995 la Croazia sotto il regime, decide di conquistare una parte di territorio che ritenevano loro. Le conseguenze di ciò sulle persone serbe sono:250.000 persone cacciate dalle loro case. Sono tornate alle loro case solo nel 1998-2001.
I giovani non volevano tornare. Tornarono solo i vecchi. Le ONG volevano aiutare queste persone.
Riguardo i negoziati, la Croazia, nonostante le problematiche interne ha aperto la fase negoziale.
I negoziati di studio consistono nel vedere l’adeguamento alle normative europee.
Questa fase dura 2 anni. Poi la Croazia e Bruxelles si mettono d’accordo e poi c’è il recepimento del trattato di uscita dai negoziati che impiega altri 5 anni.
In conclusione l’entrata della Croazia si prevede per il 2010.
La pace di Dayton fu un ottimo armistizio come trattato di pace, che avrebbe dovuto creare uno stato unitario, ma in realtà ci sono due realtà: la federazione croato-bosniaca, e la Repubblica serba.
Ciò implica 2 governi, governi sub-nazionali che hanno arrestato lo sviluppo dei Paesi. La figura dell’alto rappresentante delle Nazioni Unite deve giudicare come le due entità si comportano.E’ risultato che esse non collaborano, manca uno stato unitario da un punto di vista economico ed istituzionale. Di conseguenza è stato proposto di creare una banca centrale unica, un sistema scolastico unico, una bandiera. In Giugno, inoltre, sono stati estromessi 56 alti funzionari della Repubblica serba. I fautori della guerra del 1992-1995 sono ricercati. Tra le autorità della NATO si vuole cercare di superare questi problemi per creare uno stato unico, ma la situazione rimane ancora invariata. Questa situazione è simile anche nel Montenegro e in Kosovo.
Che forma dare al Montenegro?
Che forma dare al Kosovo?
Ogni etnia e singola sottorepubblica vuole tutelare i propri interessi.
Sono nati anche disordini tra etnie a maggioranza ungherese. Questi sono problemi di cui l’opinione pubblica non parla.
In Macedonia lo stesso problema. Albanesi e Macedoni convivono.
Rispetto ai paesi entrati nel 2004 qui la situazione è ancora delicata. Dal 1995 Bruxelles ha cercato di migliorare le relazioni con la Ex- Jugoslavia. Ecco le date di svolta nelle relazioni:
dopo il 1995 l’UE ha cercato di monitorare la situazione di ogni singolo Paese facendo specie di pagelle, si parla di un approccio regionale. Questo non ha funzionato e quindi nel 1999 venne introdotto il processo di stabilizzazione e associazione, che sono gli stessi accordi utilizzati per i 10 paesi entrati nel 2004.
Nel novembre del 2000 si è tenuto il vertice di Zagabria e 2 paesi, Macedonia e Croazia hanno ottenuto via libera. (?)
Dal 2000 in poi non si è visto un appoggio da parte di Bruxelles al resto dei paesi dell’Ex-Jugoslavia.
L’UE aveva altri problemi anche in seguito all’allargamento.(6-12-15-25)
C’era poi la questione: Bruxelles gestiva in modo difficoltoso il problema dell’allargamento, per cui la parte balcanica è stata lasciata in parte.(EURO- 11 settembre 2001- conflitti).
Dopo questa fase c’è stata nel giugno 2003 ( vertice di Salonicco ) una svolta nei confronti dei paesi dell’Ex Jugoslavia per accelerare il progresso di integrazione ma dal punto di vista finanziario molto ridotto.
Se nel 2004 Bulgaria e Romania hanno beneficiato di 1 miliardo e 230 milioni di Euro, gli altri paesi come l’Albania ricevono 500milioni di Euro. Questo perchè manca una “institutional capacity” dell’amministrazione pubblica locale a gestire bene le risorse finanziarie date da Bruxelles.
Questo sta succedendo con i paesi di nuova adesione e rischia di succedere anche con i paesi dell’ Ex Jugoslavia.
Tra il 2004 e il 2005 si è notato un timido segno di maggiore interesse, e si è dato inizio ufficialmente ai negoziati per la Croazia.
Sì all’avvio per gli accordi finanziari per gli altri paesi tranne che per l’ Albania. Prospettive: cosa vuol dire integrare. Invasione di prodotto a basso costo( abbattimenti delle diverse tariffe). Si temeva (Austria e Germania) flussi migratori che in realtà non è accaduto. Lo sloveno non aveva nessuna intenzione di trasferirsi e solo l’11% dichiarava di volersi spostare in Italia.
Con i Paesi dell’Ex Jugoslavia l’immigrazione potrebbe essere più consistente. Solo pensando al ricongiungimento familiare.
Tralasciato; la Turchia.
Avviati i negoziati per l’adesione.
La questione è il rispetto dei diritti dell’uomo, la questione curda.
VINCOLI: ci vorrà molto tempo per una questione economica.
POPOLAZIONE: 3.500.000 persone turche in Germania. Dal punto di vista economico uguale arretratezza.
Bisogno di erogazione dei fondi strutturali per ridurre i gap di sviluppo. Impatto devastante sul bilancio comunitario.
KOSOVO: momento minaccioso.
Autorità ufficiali-Figura che alla TV..(?)
Opinione: norma comune.
Europa:cose pocoimportanti.sostanze della cioccolata o aceto e non si occupa di porre dei limiti per l’importazione di prodotti cinesi dal punto di vista del controllo sanitario. Prodotti importati devono rispettare i limiti richiesti dalla legislazione europea. Una persona deve valutare prima dell’acquisto.
Interventi
Meneghetti Andrea 4B: problema del commercio Paesi Est- Italia.
1) C’è il libero mercato.
2) Vignanolo(?) Benedetta 4B: Liceo Estensione :parametri da soddisfare.
3) Turchia.
L’Europa è lontana dal cittadino.
29 Novembre: questionario sulla conoscenza dell’UE.
Il risultato del questionario è: poca conoscenza.
Inizio anni 90 si decise di liberalizzare il commercio e abbattere i dazi doganali. Non c’è più livello di competitività perchè non si possono prendere prodotti a prezzi più bassi. Per esempio il tabacco è destinato al mercato locale. Il consumatore sloveno compra il suo prodotto. Se vuole un prodotto a più alto livello tecnologico allora viene nel nostro paese, e va in un centro commerciale.
Abolizione dazi doganali: import ed export.
I criteri per cui un paese può o meno entrare nell’UE, sono 3 per i paesi che hanno aderito e 4 per quei paesi che aderiranno.
TURCHIA-POLITICA ESTERA : livello interazione ONG e politica europea.
Situazione attuale: comunità internazionale: giornalista che aveva offeso le autorità turche e il processo è stato annullato.
Problema dei Curdi: il problema persiste.
A livello europeo invece si sta cercando di migliorare. Da un punto di vista economico c’è una situazione di degrado e condizioni difficili da risolvere. Se il PIL medio dell’UE è 100, quello della Turchia è 35.
Riguardo il commercio estero ci sono dei problemi di adeguamento normativo e sanitario.
L’opinione pubblica risulta disinformata. Infatti nel 1980 la Corte di Giustizia europea decise che un prodotto che circola liberamente in uno stato membro deve poter circolare in tutta l’UE. Il problema è stabilire delle norme che condividano tutti.
Paesi dell’area balcanica occidentale: intesa con 3 paesi dell’UE, Italia, Grecia, Austria. Turchia fa parte della NATO, sistema di difesa americano ed europeo.4/5 della Turchia è in Asia. Allora la Russia dovrebbe essere integrata pure. ¾ della Russia è in territorio asiatico. Quindi ci deve essere un criterio non solo geografico, ma anche politico per garantire la stabilità.
PESC: all’interno dell’UE la posizione di alcuni paesi.
1) cooperazione : scambi di idea tra i Ministri degli Esteri dell’UE.
2) Maastricht: politica estera sorretta da azioni comuni.
Guerra in Jugoslavia: non funziona perchè ci voleva la maggioranza. C’erano 3 commissari che si occupavano della politica estera e Solanas doveva diventare un nuovo rappresentante. La commissione europea è un motore fondamentale. La situazione è ancora di cambiamento e inadeguatezza.
Inoltre propongo che l’ue sarà adulta quando si riconoscerà una sola persona nella politica estera.
Voto a maggioranza.
Doppia maggioranza: il numero dei paesi deve essere il 60% e deve rappresentare la maggioranza della popolazione dei paesi dell’UE.