RELIGIONI E STRADE DI RICONCILIAZIONE
da A.Gasparini, Tra religione e pace, in Il caso Balcani: le religioni fattore di pace?, Trieste 2000



In teoria il rapporto tra religione – qualsiasi religione - e pace è un rapporto molto semplice, quasi ovvio. Non c’è credo religioso che non indichi nell’amore per gli altri e dunque nella pace la via da seguire.
Tuttavia, il rapporto diventa molto complesso nelle società in cui le fedi religiose e i gruppi che le professano sono molti. In un contesto multireligioso, ma anche multinazionale com’è quello balcanico, la religione può diventare uno strumento per rafforzare l’identità del gruppo che in essa si riconosce: affermare come assoluta la verità del proprio Dio, contrapposta alla verità del Dio degli altri, è un modo per ribadire e rinsaldare la propria identità nazionale. Ed ecco che la religione “laica” della nazione viene a coincidere con la religione “religiosa” ed ecco il binomio Dio-Patria o il trinomio Dio-Patria-Famiglia.
Ortodossi, cattolici, protestanti, musulmani, ebrei possono serenamente dialogare, perchè alla base di tutte queste fedi vi è un Dio unico. Sono le manifestazioni religiose, teologiche di questo Dio ad essere diverse. Ora, quando l’immagine che ogni fede ha di Dio viene considerata come realtà unica e vera da contrapporre alle immagini di Dio che le altre fedi hanno, allora si crea una miscela potenzialmente esplosiva e si verifica il fallimento della convivenza tra religioni.
Ebbene in tale situazione che cosa può fare la fede per tornare ad essere un fattore non più di conflitto ma di pace?
In primo luogo, va recuperata la coscienza che esiste un’area di comunicazione tra le diverse confessioni religiose all’interno di una società.
In secondo luogo il dialogo deve fondarsi sulla concezione dell’altro - di colui che appartiene ad una fede e ad un’etnia diversa - come essere umano. Negare ad un individuo o ad un gruppo la dignità di persona è l’inizio della fine, è l’elemento che scatena l’orrore e la tragedia, perché fornisce licenza di uccidere, massacrare, stuprare, violare.
Le religioni in dialogo tra loro possono insegnare il rispetto delle differenze storiche, culturali, linguistiche, dottrinali, evidenziando quella straordinaria fonte di arricchimento che è il confronto con la diversità.
Le religioni possono valorizzare le culture locali, perché rimangano se stesse, uniche ed originali, pur crescendo ed aprendosi ad altre culture in vista dell’edificazione di una pace comune.
Ed ancora le religioni diventano fattore di pace se non si riducono a fare da supporto a chiusure e contrapposizioni sociali e culturali dietro alle quali si cela la paura di perdere la propria identità.
Ora, tale paura si supera se l’uomo non assolutizza la propria lingua, la propria storia, la propria fede, ma le proietta e si proietta nel futuro, quello stesso futuro verso il quale le religioni, nel loro messaggio più profondo, tendono.


A cura di Jasmine El Hadj