GIORNO MEMORIA. MESSAGGIO SEGRE: UNO CHOC LO ZELO DI AGUZZINI ITALIANI
+++Zanin legge testo in Aula. Videomessaggio artista Celiberti
racconta tele ispirate dai bambini di Terezin+++
(ACON) Trieste, 2 feb - "Ha sempre rappresentato uno choc
verificare sulla nostra pelle che i più zelanti tra i nostri
aguzzini erano, prima ancora dei nazisti, proprio gli italiani, i
fascisti italiani".
È uno dei passaggi più forti del messaggio che Liliana Segre, su
invito della presidenza del Consiglio regionale, ha inviato in
occasione delle celebrazioni del Giorno della memoria. Il testo
della senatrice a vita, testimone diretta degli orrori
dell'Olocausto, è stato letto in aula dal presidente Piero Mauro
Zanin in apertura della seduta antimeridiana e applaudito da
tutti i consiglieri, prima del minuto di raccoglimento in ricordo
delle vittime.
Nella sua lettera, Segre fa riferimento alla storia di Trieste
definendola "città di grandi tradizioni, di rilievo nazionale ed
europeo" ma purtroppo anche "territorio in cui fu installata sul
finire della Seconda guerra mondiale la Risiera di San Sabba,
unico campo di sterminio nazista in Italia". Trieste è anche la
città "che ospitò il terribile discorso con cui Mussolini il 18
settembre 1938 volle annunciare l'avvenuta promulgazione delle
leggi razziste". E su questa data la senatrice ha innestato una
parentesi personale: "Avevo otto anni: ricordo ancora quando
ascoltai per radio la notizia della promulgazione dei decreti che
stabilivano la necessità assoluta e urgente di dettare
disposizioni per la difesa della razza nella scuola fascista. Per
me fu un trauma - ha scritto ancora Liliana Segre - realizzare
che ero stata espulsa dalla scuola. Perché? Che cosa avevo
fatto?".
La senatrice a vita ha fatto riferimento anche a quel che
successe dopo l'8 settembre 1943, quando "la vostra regione venne
strappata all'Italia per essere integrata direttamente nel Reich
nazista. Il fascismo fra gli altri orrori permise anche questo:
che i nazisti potessero sequestrare un pezzo importante
dell'Italia per impiantarvi l'unico lager dotato di forno
crematorio".
Ricordando una visita del 2008 in regione, per ricevere
dall'Università di Trieste la laurea honoris causa in
giurisprudenza, Segre ha fatto riferimento a quella che considera
la sua missione: "Testimoniare ma non solo, contribuire a
costruire una memoria collettiva salda e civile, indispensabile a
contrastare ignavia e indifferenza che sempre sono dietro le
pagine più nere dell'umanità".
La senatrice ha voluto ricordare "un'ultima importante cosa" e
cioè che dopo la cerimonia all'ateneo si recò "in visita alla
foiba di Basovizza, perché per me la condanna senza requie di
nazismo e fascismo non va mai disgiunta dalla coltivazione di una
memoria critica di tutti gli orrori del Novecento".
Nella seconda parte della commemorazione, Zanin ha introdotto un
videomessaggio del maestro friulano Giorgio Celiberti girato da
Nelson Rojas Alarcon, ricordando "il rapporto stretto tra molti
artisti e la Shoah". Celiberti rimase colpito in particolare dai
disegni dei bambini di Terezin, il campo di concentramento
nazista nell'attuale Repubblica Ceca dove, ha ricordato ancora il
presidente dell'Aula, "35mila ebrei morirono di stenti e altre
migliaia vennero destinati ai campi di sterminio di Treblinka e
Auschwitz. A Terezin, passarono 15mila bambini e ne rimasero solo
1.800. Molti di loro avevano fatto dei disegni, che una maestra
coraggiosa conservò in una valigia sfuggendo al controllo dei
nazisti e oggi sono esposti a Praga nel Museo della Memoria".
Toccante il racconto di Celiberti, che partì in tutta fretta per
Praga non appena gli vennero consegnati alcuni di quei disegni:
"I bambini scrissero la loro vita su quei muri - ha detto
l'artista novantenne - e questo mi fa ancora rabbrividire.
Tornato a Roma, ho raccontato a mia moglie il dramma che avevo
dentro e mi sono messo a lavorare su alcune tele molto grandi:
sono nati appunti con cuoricini e farfalle, le uniche cose che mi
erano rimaste nell'anima di quell'esperienza. Sembrano cose da
niente ma così non è per me che le ho viste vere, scavate,
pensando che fossero nelle mani di quei bambini".
"Non vorrei capire, non vorrei sapere, non vorrei che fosse
vero", ha concluso Celiberti. Parole ribadite da Zanin e che sono
state sottolineate da un nuovo applauso dell'Aula.
ACON/FA-rcm