108 firme a Draghi in aiuto all'ex Ambasciatore Giandomenico Picco
Il Presidente del Consiglio Zanin si fa portavoce della sottoscrizione a sostegno dell'ex ambasciatore Picco
Giandomenico Picco ha servito per oltre trenta anni le Nazioni Unite nel campo della risoluzione dei conflitti fino al grado di sottosegretario generale. È stato personalmente e direttamente in prima linea nei negoziati che hanno portato alla fine dell’invasione sovietica in Afghanistan nel 1988 e della guerra Iran-Iraq nello stesso anno, e ha partecipato a importanti missioni di peacekeeping nei Balcani. Ma il capitolo più celebre della sua esperienza è stato il negoziato Onu, dal 1989 al 1992, per il rilascio degli ostaggi occidentali in Libano, rapiti dai guerriglieri che confluiranno in Hezbollah.
Per il suo impegno ha ricevuto un riconoscimento speciale del Presidente degli Stati Uniti George H. W. Bush (Bush padre) e numerose onorificenze, tra cui la Gran Croce al Merito della Repubblica Federale Tedesca, la nomina a Gran Ufficiale della Repubblica Italiana, l'Ordine del Cedro del Libano e l'Ordine di San Michele e San Giorgio della Regina Elisabetta II.
Oggi l'ostaggio è Picco, da circa tre anni è malato di Alzheimer e da un anno è costretto a vivere negli Stati Uniti in una casa di cura di cui non può più sostenere le spese. Per questo motivo è stata chiesta la Legge Bacchelli, che prevede un sussidio in favore di cittadini di chiara fama che abbiano dato prestigio all'Italia per essersi distinti in vari campi e che versino in grave stato di necessità.
Sono 108 le firme raccolte: 47 sindaci, 22 consiglieri regionali, 7 parlamentari, 7 rappresentanti di enti e categorie e 25 cittadini che hanno sottoscritto con convinzione l'appello e il Presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin ha firmato la lettera con cui sono state presentate le firme al premier Draghi.
L'iniziativa prende spunto dalla raccolta fondi avviata dalla giornalista Usa Sulome Anderson, figlia di Terry Anderson, uno dei tanti ostaggi catturati in Libano nella lunga crisi di fine anni Ottanta.
"Ho sentito l'obbligo morale - scrive il presidente dell'Aula - di farmi parte attiva affinché uno dei nostri figli illustri possa trascorrere serenamente l'ultimo periodo della sua vita nella sua terra natale".