Informazioni ed eventi

“Giorgio Celiberti. Un giorno una vita”

09.02.2023
Pubblicazione a cura della Struttura stabile Comunicazione istituzionale del Servizio Comunicazione e Informazione

La mostra trae origine dal volume “Giorgio Celiberti. Un giorno una vita”, edito dalla casa editrice “L’orto della cultura”, che raccoglie una serie di scatti di Mauro Croce, docente, appassionato di fotografia ed amico dell’artista.

Le foto, scatti “rubati” nel suo studio, esprimono con naturalezza l’attività di Celiberti, rendendo i visitatori partecipi della quotidianità dell’artista.

In Sala sono esposte anche alcune opere di Giorgio Celiberti, relative al tema della Giornata della Memoria.

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Giorgio Celiberti nasce a Udine il 19 novembre 1929. Comincia a dipingere fin da giovanissimo ed appena diciannovenne partecipa alla Biennale di Venezia del 1948, la prima del dopoguerra.

Sulle orme dello zio Modotto – uno dei più importanti pittori udinesi degli anni Trenta – protagonista, assieme ai fratelli Basaldella (Afro, Dino e Mirko) a Filipponi e a Candido Grassi, del rinnovamento in senso novecentista dell’arte friulana, Celiberti agli inizi degli anni Cinquanta si trasferisce a Parigi, dove entra in contatto con i maggiori rappresentanti della cultura figurativa d’oltralpe. Inizia così una serie di viaggi che rimarranno fondamentali per la sua formazione.

Viaggiatore instancabile, curioso, assillato interiormente da una febbre di novità e di conoscenza, soggiornò negli Stati Uniti, in Messico, a Cuba, in Venezuela. Da queste esperienze ha tratto un repertorio di segni, di tecniche, che ha rielaborato negli anni successivi.

Il ritorno a Udine, verso la metà degli anni Sessanta, ha consentito a Celiberti di avviare un lavoro di riflessione su sé stesso, che dura tuttora, ricco di esiti creativi caratterizzati sempre da una divorante ansia di sperimentazione.

Nel 1965 accade un fatto destinato a modificare in senso radicale la sua arte: visita il lager di Terezin, vicino Praga, dove migliaia di bambini ebrei, prima di essere trucidati dai nazisti hanno lasciato testimonianze della loro tragedia in graffiti, disegni, in brevi frasi di diario e in un libretto di poesie, testimonianze toccanti della loro tragedia.

A partire dagli anni Sessanta si dedica specificatamente alla scultura, anche se la sua attività creativa si è caratterizzata, con sempre maggiore accentuazione, per un’originale simbiosi tra l’espressione plastica e pittorica. Le prime opere in bronzo, in pietra e in ceramica sono dedicate ai temi monumentali dei cavalli e cavalieri, seguiti da un’originale galleria faunistica: gatti, uccelli, capre.

Successivamente, la scultura abbandona l’impostazione di grandiosità monumentale per intessere un colloquio privato con le tracce di un passato ancestrale, che sembrano affiorare da un inconscio collettivo, di cui l’artista si pone come l’ispirato portavoce. In affinità con le tematiche “archeologiche” della pittura, nascono le schegge, le stele, che ricordano remote pietre tombali incise di enigmatiche iscrizioni geroglifiche, i bassorilievi, simili a lacerti di civiltà perdute affondate in un passato immemorabile.

Celiberti – che vive e lavora a Udine – ha partecipato alle più significative manifestazioni d’arte in Italia e all’estero.

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Inaugurazione: giovedì, 2 febbraio 2023

Orari di apertura e contatti

“Giorgio Celiberti. Un giorno una vita”
“Giorgio Celiberti. Un giorno una vita”