Giornata internazionale dei migranti
Il 18 dicembre ricorre la Giornata internazionale dei migranti (the International migrants day) proclamata con risoluzione dell'ONU il 28 febbraio 2001.
Il 17 luglio del 1972 un camion proveniente dall'Italia - che doveva trasportare macchine da cucire - ha un guasto in un paesino francese a circa 70 chilometri da Ginevra. Non vi sarebbe stato nulla di insolito se non che nel camion vi erano stipati 59 migranti clandestini che il camionista francese aveva fatto salire a Monza e che viaggiavano verso la Francia alla ricerca di un lavoro e di migliori condizioni di vita. L'autista, dovendo riparare il veicolo e preoccupato per la sorte dei migranti, si autodenuncia svelando così il traffico di esseri umani.
La scoperta di un traffico di esseri umani di dimensioni così notevoli, le indagini con ramificazioni dalla Tunisia alla Francia, ha probabilmente indotto i rappresentanti italiani e francesi a portare all’attenzione dei rappresentanti degli altri paesi l’urgenza di lavorare su questo tema.
Nel 1979 l’Assemblea Generale istituisce un gruppo di lavoro con il compito di redigere una Convenzione e, sin dall’inizio, i lavori sono caratterizzati dalla contrapposizione di interessi tra i paesi di emigrazione e i paesi destinatari dei flussi migratori. Un significativo impulso alla stesura del documento viene dal gruppo costituito da Finlandia, Grecia, Italia, Norvegia, Portogallo, Spagna e Svezia.
La Convenzione per la protezione dei diritti di tutti i lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie vede la luce solo il 18 dicembre del 1990 ed entra in vigore nel 2003 grazie alla ratifica del Guatemala che consente di raggiungere il numero minimo (20) di ratifiche previsto. Nonostante l’intensa attività dei paesi interessati alla Convenzione, della società civile e delle Nazioni Unite, oggi la Convenzione conta solo 42 ratifche di paesi perlopiù originari dei flussi migratori. Poche perchè questa convenzione abbia delle reali prospettive.
La Convenzione riconosce la specifica situazione di vulnerabilità dei lavoratori migranti e promuove condizioni di lavoro e di vita dignitose e legittime, dà la definizione internazionale di “lavoratore migrante” e stabilisce standard internazionali per il trattamento dei migranti e delle loro famiglie. Fornisce, inoltre, una guida per l'elaborazione di politiche nazionali in materia di migrazione basate sul rispetto dei diritti umani e propone una serie di disposizioni per combattere gli abusi e lo sfruttamento dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie nel corso del processo migratorio.
Dal 1972 ad oggi, molte cose sono accadute che hanno cambiato completamente gli equilibri internazionali. Anche lo scenario delle migrazioni internazionali è totalmente mutato. Soprattutto è mutato il consenso iniziale degli Stati intorno a questa Convenzione. Oggi, questo strumento viene da molti percepito come anacronistico o in contrapposizione ad una politica degli Stati sempre più orientata ad una gestione nazionale delle migrazioni. Se è vero che effettivamente la Convenzione rappresenta un “restatement” di norme già esistenti in altri strumenti normativi internazionali, essa costituisce ancora oggi lo strumento più completo di tutela su base universale dei diritti umani dei lavoratori migranti, indipendentemente dal loro status giuridico.