Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione ha espresso alcune perplessità riguardo al prospettato stanziamento della Provincia di Udine, correlato alla legge regionale n.11/1988 sulla tutela della cultura Rom, per istituire dei "corsi per apprendere la legalità", giustificato - secondo un comunicato stampa ufficiale diffuso dalla Provincia di Udine dalla "finalità di aiutare queste persone a essere più responsabili nella società" in quanto "le statistiche dicono che molti appartenenti a questa cultura sono protagonisti di reati contro il patrimonio".
In un parere inviato al Presidente della Provincia di Udine, prof. Pietro Fontanini, il Garante regionale sottolinea come il giusto obiettivo della promozione della legalità e prevenzione della criminalità dovrebbe essere meglio e più effettivamente perseguito mediante azioni volte a rimuovere quelle condizioni di disagio, emarginazione, svantaggio sociale ed educativo che sono anche alla base dell'esposizione di persone appartenenti ai gruppi etnico rom e sinti a comportamenti e fenomeni di devianza sociale.
Ne consegue, secondo il Garante regionale, che gli interventi a favore delle popolazioni rom e sinti dovrebbero svilupparsi secondo gli indirizzi europei contenuti nella comunicazione della Commissione europea (COM)2011 del 5 aprile 2011: "Quadro dell'Unione europea per le strategie nazionali di integrazione dei Rom fino al 2020" e alle successive raccomandazioni del Consiglio europeo relative alle misure efficaci per l'integrazione dei Rom negli Stati membri, così come alla Strategia nazionale per l'inclusione di rom, sinti e camminanti, formulata dall'UNAR e fatta propria dal Governo nazionale nel 2012, mediante azioni e progetti incentrati sui quattro ambiti prioritari dell'abitazione, della salute, dell'educazione e dell'istruzione e della formazione professionale e dell'inserimento lavorativo.
Ulteriormente, il Garante regionale rileva che l'iniziativa, così come annunciata dal Presidente della Provincia di Udine, rischia di avere una portata stigmatizzante nei confronti degli appartenenti ai gruppi etnici rom e sinti.
Al riguardo, il Garante ricorda che la recente giurisprudenza della Corte di Giustizia europea ha sottolineato come nel valutare l'opportunità e la stessa legittimità di interventi delle pubbliche autorità nei confronti di gruppi etnici a rischio di discriminazione, quali i Rom, occorra anche prendere in considerazione se tali interventi, nella maniera in cui vengono posti in essere o vengano presentati, conducano ad un ulteriore rafforzamento degli `stereotipi' o dei `pregiudizi' diffusi socialmente, con l'ulteriore effetto negativo di stigmatizzazione nei confronti dei gruppi medesimi che viene a prevalere sui proclamati obiettivi di pubblica utilità [CONTINUA vedi allegato sui progetti a favore dei popoli rom e la lettera a Fontanini