Il Garante regionale per le persone a rischio di discriminazione ritiene discriminatorio il rifiuto opposto dal Comune di Trieste di estendere alla costituzione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso gli stessi servizi e ambienti predisposti per la celebrazione dei matrimoni civili, alle medesime condizioni, orari e tariffe previste dalle apposite delibere comunali.
Nel parere, il Garante ricorda che l’unione civile è la forma giuridica di diritto pubblico nella quale si esprime il diritto fondamentale alla vita familiare delle persone omosessuali, con diritti e doveri tendenzialmente equiparabili a quelli stabiliti dal matrimonio, per cui le persone che si uniscono civilmente si trovano in una situazione comparabile a quella delle persone che si uniscono in matrimonio, e dunque ogni disparità di trattamento riguardo alle modalità di accesso ai servizi comunali resi disponibili per la costituzione dell’unione civile rispetto a quelli previsti per la celebrazione del matrimonio civile costituirebbe una discriminazione vietata dagli artt.8 e 14 della Convenzione europea sui diritti dell’Uomo e le Libertà Fondamentali.
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