FI: nuovo Statuto, una legge diversa per il Parlamento
(ACON) Trieste, 14 gen - COM/RC - I consiglieri regionali di
Forza Italia Gottardo, Pedicini, Asquini, Valenti, Marini hanno
reso nota la propria assoluta contrarietà al testo di revisione
dello Statuto approvato in V Commissione. La maggioranza - ha
affermato il capogruppo Gottardo - ha scelto di trasformare il
contenuto del nuovo Statuto in un suo documento politico di
parte, distante dal vero sentire della comunità regionale.
Abbiamo cercato di dare alla proposta elementi più
caratterizzanti, compiendo uno sforzo sincero per un confronto
costruttivo: tutto è stato inutile. In questo testo non ci
riconosciamo e non possono riconoscersi gli elettori di Forza
Italia. Riteniamo che, così come uscito dalla V Commissione, non
abbia alcuna probabilità di essere approvato a Roma.
Il testo che il Gruppo forzista ha presentato in Consiglio
regionale - hanno fatto sapere - diventerà una proposta di legge
in Parlamento alternativa a quella della maggioranza regionale:
abbiamo infatti chiesto ai nostri parlamentari di farlo proprio e
di presentarlo alle Camere già nei prossimi giorni. Inoltre,
riteniamo che con i nostri parlamentari, unitamente a tutti
quelli della Casa delle Libertà, vada valutato, e se necessario
fatto, ogni tentativo legislativo utile a consolidare l'autonomia
del Friuli Venezia Giulia, anche in materia di federalismo
fiscale. Crediamo che questo sia comunque un onere di tutti i
parlamentari eletti in questa regione e non solo di quelli della
CdL.
I punti salienti che Forza Italia ha proposto e non accolti, sono
stati ricordati in particolare da Pedicini, che sarà relatore di
minoranza per l'Aula. La sussidiarietà istituzionale - ha fatto
sapere - è una petizione di principio e non si trasforma in un
impegno cogente per la Regione, come da noi chiesto; il
policentrismo viene affermato ma non viene articolato, ed anzi si
respingono proposte sul Friuli e le peculiarità provinciali e il
capoluogo regionale che miravano a delinearne una differenziata
autonomia; non è stato accolto il richiamo alle radici
aquileiesi, che sono patrimonio di tutte le genti della Regione;
la regione è più impegnata ad integrare gli stranieri che a dare
tutela e garanzie agli cittadini; la sussidiarietà sociale (meno
pubblico, più privato) rimane una semplice promessa anziché farne
un concreto strumento di sviluppo; rispetto al ruolo
internazionale che si intende attribuire alla Regione, viene
privilegiata la libertà di iniziativa del Presidente della
Regione e viene mortificato e disconosciuto il ruolo di indirizzo
politico del Consiglio regionale.
Sull'autonomia agli Enti locali - ha aggiunto - si resta nelle
petizioni di principio senza attuare una vera devoluzione di
funzioni; rimane palesemente scoperto il tentativo della
maggioranza di sopprimere, se non formalmente, nei fatti le
Province; per il Consiglio delle autonomie la maggioranza non è
in grado di decidere quale ruolo affidare all'istituto che
rimane, quindi, un organismo di consultazione per il quale non
delinea i rapporti e le modalità di confronto con l'esecutivo
regionale, vero interlocutore nell'esercizio della funzione
amministrativa; non viene data soluzione alla necessità di
riequilibrare i poteri del Presidente, della Giunta e del
Consiglio regionale, la funzione di controllo del Consiglio ne
esce mortificata nell'impossibilità di dotarlo di reali strumenti
di intervento; per quanto riguarda l'elezione diretta del
Presidente e l'elezione del Consiglio, nell'impossibilita di
trovare una formula comune a tutta la maggioranza, si preferisce
non affrontare nemmeno la questione rinviando ad una legge
statutaria, che comunque avrà la necessità di un intervento
nazionale che superi la norma transitoria la quale statuisce
l'intima connessione tra permanenza del Presidente della Regione
e Consiglio regionale; particolarmente significativo in relazione
alle fonti legislative regionali la indisponibilità della
maggioranza di affidare alla Giunta, neppure in caso di estrema
urgenza e necessità, la potestà di emanare decreti legge.
Quanto alle proposte di FI accolte, i consiglieri segnalano il
federalismo fiscale nei rapporti Stato-Regione, ma - sottolineano
- è stato un accoglimento solo parziale in quanto non è stato
approvato il riparto interno sulla base del contributo (più
paghi, più ricevi, salvo la quota di solidarietà).
Infine, hanno evidenziato due punti critici: l'articolo 4, comma
3, è contro gli impegni assunti dall'Italia in materia di difesa,
di conseguenza è evidente la contestazione della presenza della
base Nato di Aviano; l'articolo 5, comma 3, riconoscendo quali
lingue proprie della Regione, oltre all'italiano, il friulano, lo
sloveno e il tedesco, trasforma la Regione in un'unione dove per
discutere nelle sedi istituzionali servirà l'interprete.