CR: nuovo Statuto, interventi (8)
(ACON) Trieste, 24 gen - MPB - Gaetano Valenti (FI),
dichiarandosi convinto dell'avversione del presidente della
Regione per la Convenzione, ha indicato nella bocciatura di gran
parte degli emendamenti presentati la prova della volontà di non
aprire vie nuove e di non scontentare i partiti: si è approdati
in Aula con più proposte e in queste non si trovano tracce di
soluzione ai problemi noti a tutti, se non un minimo accenno di
federalismo fiscale - ha concluso il consigliere commentando
amaramente la mancanza nei fatti di quella compattezza più volte
dichiarata da Intesa Democratica e contraddetta dalle posizioni
emerse su Trieste e su Gorizia capoluogo.
Per Patrizia Della Pietra (DS) nel momento finale le convenienze
hanno prevalso, come dimostra la posizione di AN defilatasi,
della Lega che ha presentato un suo testo, di Pedicini che dalla
collaborazione dialettica è passato all'opposizione, mentre più
lineare è apparso il comportamento dell'UDC. Indicando
l'importanza di puntare su più ampie forme di autonomia per
continuare nell'opera di integrazione politica e di avvicinamento
di aree non ancora nell'Ue e per fronte agli elementi di
disomogeneità qui presenti fin dall'origine, Della Pietra ha
ricordato che per quanto riguarda la montagna si è trovato
rimedio in Commissione, mentre dalla propria parte politica non
ci sarà atteggiamento elusivo riguardo la volontà di dare alle
Comunità Montane un ruolo di governo.
Secondo De Gioia (Aut.Soc.), importante sarebbe stato che la
Convenzione sentisse i movimenti autonomisti che non si sono
spontaneamente presentati e che poi sono insorti. Se
l'autonomismo friulano si è poi sopito, quello triestino ha
continuato con le sue richieste e purtroppo - è la denuncia di De
Gioia - non si è voluto affrontare il nodo storico della
diversità territoriale tra Friuli e Trieste, una questione
irrisolta all'origine, demandata alla Regione che in 40 anni non
è riuscita a trovare soluzione. Per questo ha annunciato la
presentazione di un emendamento per chiedere l'autonomia della
provincia di Trieste e di una serie di emendamenti conseguenti di
tipo finanziario.
Adriano Ritossa (AN), riconoscendo a Tesini la piena
disponibilità a coinvolgere la più ampia espressione delle realtà
regionali, ha sottolineato l'esistenza di una volontà politica di
intesa oligarchica che aveva predisposto una linea di intervento
a carattere generalizzato in cui i rappresentanti della
maggioranza avevano predefinito e preconfezionato un testo.
Definito ecumenico il tentativo di Martini in Commissione, mentre
la responsabilità politica di un fallimento, che per Ritossa ci
sarà, ha il nome del presidente della Regione, incapace di dare
segnali politici. Richiamandosi alle posizioni di Pedicini,
Ciriani e Molinaro, ha insistito sul rischio che l'Aula reciti
una brutta parte e che lo Statuto sia buttato nella pattumiera di
una sceneggiata.
(segyue)