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CR: nuovo Statuto, interventi (8)

24.01.2005
13:57
(ACON) Trieste, 24 gen - MPB - Gaetano Valenti (FI), dichiarandosi convinto dell'avversione del presidente della Regione per la Convenzione, ha indicato nella bocciatura di gran parte degli emendamenti presentati la prova della volontà di non aprire vie nuove e di non scontentare i partiti: si è approdati in Aula con più proposte e in queste non si trovano tracce di soluzione ai problemi noti a tutti, se non un minimo accenno di federalismo fiscale - ha concluso il consigliere commentando amaramente la mancanza nei fatti di quella compattezza più volte dichiarata da Intesa Democratica e contraddetta dalle posizioni emerse su Trieste e su Gorizia capoluogo.

Per Patrizia Della Pietra (DS) nel momento finale le convenienze hanno prevalso, come dimostra la posizione di AN defilatasi, della Lega che ha presentato un suo testo, di Pedicini che dalla collaborazione dialettica è passato all'opposizione, mentre più lineare è apparso il comportamento dell'UDC. Indicando l'importanza di puntare su più ampie forme di autonomia per continuare nell'opera di integrazione politica e di avvicinamento di aree non ancora nell'Ue e per fronte agli elementi di disomogeneità qui presenti fin dall'origine, Della Pietra ha ricordato che per quanto riguarda la montagna si è trovato rimedio in Commissione, mentre dalla propria parte politica non ci sarà atteggiamento elusivo riguardo la volontà di dare alle Comunità Montane un ruolo di governo.

Secondo De Gioia (Aut.Soc.), importante sarebbe stato che la Convenzione sentisse i movimenti autonomisti che non si sono spontaneamente presentati e che poi sono insorti. Se l'autonomismo friulano si è poi sopito, quello triestino ha continuato con le sue richieste e purtroppo - è la denuncia di De Gioia - non si è voluto affrontare il nodo storico della diversità territoriale tra Friuli e Trieste, una questione irrisolta all'origine, demandata alla Regione che in 40 anni non è riuscita a trovare soluzione. Per questo ha annunciato la presentazione di un emendamento per chiedere l'autonomia della provincia di Trieste e di una serie di emendamenti conseguenti di tipo finanziario.

Adriano Ritossa (AN), riconoscendo a Tesini la piena disponibilità a coinvolgere la più ampia espressione delle realtà regionali, ha sottolineato l'esistenza di una volontà politica di intesa oligarchica che aveva predisposto una linea di intervento a carattere generalizzato in cui i rappresentanti della maggioranza avevano predefinito e preconfezionato un testo. Definito ecumenico il tentativo di Martini in Commissione, mentre la responsabilità politica di un fallimento, che per Ritossa ci sarà, ha il nome del presidente della Regione, incapace di dare segnali politici. Richiamandosi alle posizioni di Pedicini, Ciriani e Molinaro, ha insistito sul rischio che l'Aula reciti una brutta parte e che lo Statuto sia buttato nella pattumiera di una sceneggiata.

(segyue)