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Pens: Ferone, lettera aperta a sindaco su povertà a Trieste

31.01.2005
13:10
(ACON) Trieste, 31 gen - COM/AB - Sul problema della povertà a Trieste, il consigliere regionale Luigi Ferone (Part.Pens) ha scritto una lettera aperta al sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, che ha fatto avere anche al presidente della Regione Riccardo Illy e alle organizzazioni sindacali.

Di seguito il testo della missiva.

"La città di Trieste, giorno dopo giorno, vede emergere nuovi casi di estrema povertà che, troppo spesso, sfociano in tragedia. Troppe morti solitarie, troppe famiglie vivono nel disagio più assoluto, troppa emarginazione. Appare evidente che in questa apparente ricca e prospera Trieste, vi sono troppe vite distrutte dalla povertà, dalla fame, si, dalla fame, dalla solitudine, dalla paura del domani, perché un domani senza sicurezza, diventa un incubo nelle menti di tante persone che hanno perso il loro lavoro, di coloro che hanno dato fondo ad ogni risorsa, ritrovandosi senza nulla, nella più assoluta miseria.

Trieste non è fatta solo di teatri, di tante, troppe mostre di tutti i tipi, per tutti i gusti, ma anche, per tanti cittadini, di cibo alla mensa dei poveri, di generi alimentari dalle benemerite associazioni caritatevoli, vestiti lisi, una casa che non arriva, un telefono che non squilla e per alcuni, la visita al monte dei pegni per cedere l'ultimo anello, l'ultimo oro, anche la fede nuziale che non verrà mai disimpegnata.

Per altri cittadini di questa nostra Trieste, vi è la fila per il pranzo o la cena, troppo spesso l'inutile domanda per una casa pubblica, ecc. Dietro ad una notte vissuta al dormitorio pubblico, ospiti occasionali di un amico, all'aperto, coperti da cartoni, si cela una vita crudele ed avara, fatta anche di ignoranza, di vizi, ma anche di mille angosce: anche questi esseri umani, questi uomini e queste donne, fanno parte dell'umanità e del nostro tessuto sociale ed a loro, dovrebbe essere rivolto il primo pensiero di ogni pubblico amministratore.

Mentre nascono mostre, iniziative culturali e quant'altro di simile, troppe volte, muore la speranza in coloro che sognano di trovare un lavoro sicuro, un modo certo ed onesto per mantenere la famiglia. Si certo, è vero, le risorse economiche sono poche, la scelta a volte non è facile, ma davanti alla fame, alla morte solitaria, al freddo, alla disoccupazione, come si fa a destinare considerevoli risorse economiche, per feste, mostre culturali e quant'altro?

Credo che l'Amministrazione comunale debba fare delle scelte coraggiose e prendere atto della degradata situazione sociale di una città come Trieste, che dietro la sua bellezza, dietro la sua voglia di crescere, cela situazioni drammatiche: una città dove vi sono anche delle assurde contraddizioni, come la fame di alloggi a cui corrispondono le centinaia di alloggi, pubblici e privati, non occupati.

Una città moderna, che vuole essere a misura d'uomo, una città democratica, non può chiudere gli occhi e sigillare le orecchie, davanti alla povertà, anche quella più nera: tutti i cittadini hanno diritto ad una vita quantomeno accettabile e non fatta solo di stenti, di quotidiane umiliazioni. Spero quindi che sia invertita la politica della massima attenzione verso tutto ciò che si ritiene faccia cultura, che si abolisca l'effimero e l'inutile, e che siano previsti fortissimi investimenti per il sociale, per gli aiuti ai cittadini indigenti e per rafforzare in sintesi i servizi sociali, nel loro complesso. Urgono risposte rapide e certe. Troppi cittadini attendono un forte e significativo segnale di attenzione: non ci si può girare dall'altra parte e far finta di nulla".