News


Vicepresidente Monai a Trento per "Giorno del ricordo"

09.02.2005
17:14
(ACON) Trieste, 09 feb - RC - Trento e Trieste nuovamente unite, questa volta nelle commemorazioni dedicate alle tristi vicende che videro protagonisti i profughi di Istria e Dalmazia e alla tragedia delle foibe. "Nella logica di non rinnegare i mali della storia - ha affermato il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Carlo Monai - ma anzi trarre da essi l'insegnamento che i nazionalismi e gli autoritarismi mietono solo disperazioni e drammi".

Il 10 febbraio è stato proclamato, con la legge nazionale 92 del 30 marzo 2004, "Giorno del Ricordo" al fine di conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, nonché dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra.

La Provincia di Trento ha organizzato proprio per il 10 febbraio, presso il castello del Buonconsiglio, a Trento, un momento di riflessione su questi drammi e sulle storie degli istriani che hanno eletto il Trentino a loro nuova patria. All'appuntamento prenderà parte anche il vicepresidente Monai per portare l'esperienza della nostra terra, una regione che, al pari del Trentino-Alto Adige, ha sofferto e conserva ancora la memoria dei profughi e delle foibe del Carso.

L'incontro - così il vicepresidente - fa seguito a una serie di tappe che il nostro Consiglio regionale ha percorso negli ultimi tempi, segnati dalla volontà di riconciliare queste terre e le genti che le abitano dalle ferite che si sono aperte con la lotta di liberazione e gli eventi che l'hanno accompagnata.

E' importante ricordare - ancora Monai - che il 12 marzo 2004 il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini, ha reso omaggio ai "Luoghi della Memoria", quei luoghi che hanno visto le pagine più tristi della nostra storia, segnate tanto dalla barbarie nazista e fascista quanto dalle persecuzioni e dall'esodo delle popolazioni italiane che hanno dovuto abbandonare Istria e Dalmazia.

Questi luoghi ci vedono impegnati in un'opera di riconciliazione degli opposti schieramenti e di quanti ne conservano ancora viva l'esperienza. Quegli avvenimenti ci devono insegnare ad impostare i rapporti umani e tra gli Stati nell'ottica della pace e della collaborazione, valori che oggi abbiamo costruito in Europa.