Commissione Pari opportunità: obiettivi e programmi
(ACON) Trieste, 10 feb - MPB - Obiettivi di tipo organizzativo
e di contenuto nei programmi della Commissione regionale per le
pari opportunità tra uomo e donna, uno degli organismi di
garanzia incardinati nella struttura del Consiglio regionale. A
farne il punto a Trieste, la presidente Renata Brovedani che,
assieme a una delle due vicepresidenti, Santina Zannier e alla
consigliera Grazia Vendrame, ha illustrato l'attività in atto, i
principali progetti e i problemi ancora aperti.
Innanzitutto la possibilità di contare su una struttura logistica
e operativa per poter svolgere efficacemente il lavoro necessario
ad attuare compiti e funzioni attribuiti alla Commissione dalla
legge con cui è stata istituita, la 23 del 1990. Una acquisizione
fondamentale - è stato sottolineato - per poter mettere a frutto
un bilancio significativo, 200 mila euro per il 2005: "Non era
mai successo prima di poter contare su risorse così cospicue e
vogliamo poterle spendere al meglio, per questo abbiamo bisogno
di disporre anche di personale".
Sul piano dei progetti, la Commissione si è impegnata per il
ripristino nel bilancio regionale del capitolo dedicato alle
azioni positive - ovvero a quegli interventi atti a rimuovere le
non equità che di fatto ostacolano l'inserimento delle donne nel
modo del lavoro e non solo - predisposte dagli enti locali. Dal
1999 al 2004 era stato inserito nel Fondo sociale escludendo
Province e Comunità Montane dai benefici. Un obiettivo raggiunto
anche grazie alla collaborazione con l'assessore regionale
Michela Del Piero, titolare della delega per le Pari Opportunità.
Ma sono la sanità e le politiche sociali, assieme al bilancio di
genere, i settori dove la Commissione concentrerà i suoi sforzi
nei prossimi mesi: da un lato con un progetto dedicato a
verificare l'applicazione in Friuli Venezia Giulia della legge
328, attraverso il coinvolgimento delle operatrici di questi
settori e l'organizzazione per fine giugno di un convegno in
merito; dall'altro con l'impegno a far sì che nella formazione
dei bilanci pubblici, in luogo di criteri di neutralità che
lasciano immutate le differenze esistenti sul territorio tra
fasce sociali e generi, siano adottate procedure che tengano
conto di come le risorse possano avere
un effettivo impatto sulla popolazione femminile e maschile,
verificando bisogni ed istanze e conseguenti servizi.
Non un capitolo a parte per le donne, ma una attenzione calata in
tutti i capitoli di spesa - ha avvertito la Brovedani
sottolineando che quest'impostazione risponde a principi di
equità, efficienza e trasparenza. Un percorso lungo,
inevitabilmente a tappe, a cui prepararsi anche con momenti
formativi. Servirà a ciò un seminario previsto per maggio
prossimo comprendente una parte teorica e una che si rifà alle
esperienze, con l'intento di arrivare a sperimentare anche nella
nostra regione, in qualche provincia o comune, questo tipo di
pratica già applicato nella provincia di Trento, in Val d'Aosta,
Emilia Romagna, Liguria.
Ma gli orizzonti della Commissione si allargano alle relazioni
con il mondo dell'associazionismo in generale, tant'è che l'11
marzo parteciperà all'assemblea delle Associazioni che si
svolgerà a Trieste, nella sede del Consiglio regionale. Sarà
inoltre attivata una rete di contatti con le altre Commissioni,
verranno tenuti legami con le donne elette per un lavoro in
sinergia, sarà costruita una rete di contatti e collaborazioni
con altre realtà europee anche di recente acquisizione (va in tal
senso la partecipazione all'Assemblea delle Regioni d'Europa) e
ci sarà la partecipazione al gruppo di lavoro su pari opportunità
e diritti delle donne nel Mediterraneo.
Una rete di collegamenti per confrontarsi, approfondire
tematiche, scambiarsi buone prassi, come occasione per
sostanziare di contenuti un cammino di democrazia.
(immagini alle tv)