CR: legge piccole e medie imprese, i relatori (3)
(ACON) Trieste, 15 feb - AB - I lavori del Consiglio regionale
sono proseguiti con l'esame del disegno di legge che contiene -
in 50 articoli - interventi per il sostegno e lo sviluppo delle
piccole e medie imprese.
Paolo Santin (Margh), relatore di maggioranza, ha evidenziato
come il rilancio complessivo del Friuli Venezia Giulia passi
attraverso una sinergia tra le politiche sociali e quelle
economiche e come il provvedimento si inserisca in questo
contesto, con interventi che puntano al superamento di alcune
criticità tipiche delle PMI come la dimensione inadeguata,
l'insufficiente internazionalizzazione, le difficoltà nella
successione generazionale, i difetti manageriali,
un'organizzazione vetusta.
Nel rispetto dei vincoli imposti dall'Unione europea, si prevede
quindi un aiuto pubblico che possa fornire non più disordinati
contributi a pioggia, ma un sostegno indirizzato a fornire
consulenza strategica, competenza al management, ricerca e
applicazione della stessa, trasferimento tecnologico, lasciando
ampia libertà all'iniziativa delle imprese sia nella consulenza
che nei piani di sviluppo.
Il concetto ispiratore del provvedimento è positivo, ha quindi
affermato Giorgio Venier Romano (FI), relatore di minoranza, ma
l'articolato che viene proposto presenta troppe manchevolezze,
alcuni appesantimenti, qualche eccesso di discrezionalità
politica e una troppo modesta dotazione finanziaria rispetto alle
attese dei diversi comparti economici.
Pur avendo proposto diversi emendamenti migliorativi, sono stati
quasi tutti bocciati, ma verranno riproposti in Aula assieme a
quelli relativi a una diversa interpretazione dei distretti
industriali, che facevano parte di una proposta di legge
sottoscritta assieme al collega Asquini e ad altri consiglieri.
La legge approda in Aula con grave ritardo, nonostante negli
ultimi tre anni ci sia stato un calo delle esportazioni e un
basso livello di crescita economica e produttiva. Lo ha fatto
notare Maurizio Franz (LN), relatore di minoranza.
Ci sono punti di criticità come l'insufficiente dotazione
finanziaria, la sostituzione dei Comitati di distretto con le
Agenzie per lo sviluppo dei Distretti industriali, che rischiano
di impiegare le esigue risorse per le strutture dirigenziali e
burocratiche, anziché per lo sviluppo. Inoltre, la procedura per
la valutazione delle richieste di contributo dovrebbe avvenire
con un organismo snello, con competenze e professionalità elevate
e soprattutto indipendente dal potere politico.
Sbagliata, infine, la scelta di far ricadere sugli Enti locali
l'esenzione ICI: sarebbe meglio introdurre una forma di rimborso
compensativo a favore dei Consorzi industriali.
(immagini alle tv)
(segue)