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CR: legge immigrati, relazioni di minoranza (5)

16.02.2005
17:40
(ACON) Trieste, 16 feb - MPB - Per Gina Fasan (UDC), uno dei relatori di minoranza, legiferare in materia di immigrazione significa legiferare in materia di diritti dell'uomo. Per questo, migliore sarà il testo che uscirà dall'Aula, maggiore sarà il riconoscimento che la nostra Regione avrà nel rispetto della dignità degli uomini e dei cittadini immigrati in particolare.

Nei contenuti, pur predisposto tenendo conto delle numerose e positive esperienze di integrazione attuate da anni in regione, si riscontrano tuttavia una carenza, in parte superata, di sussidiarietà istituzionale e sociale tra i soggetti coinvolti e qualche eccesso ideologico nella definizione di alcuni interventi, che sono stati riconsiderati alla luce del principio della parità di diritti e doveri tra cittadini residenti e stranieri regolari.

La legge lascia ancora aperte alcune importanti questioni: dà ampio, e forse troppo, spazio alle attività delle associazioni, ma soprattutto dà all'Assessore pieni poteri sulla gestione dell'Albo delle associazioni, assegnandogli il compito di stabilire chi possa essere iscritto, chi debba essere cancellato e di conseguenza anche l'attribuzione di contributi regionali.

Risulta carente anche laddove non entra nella specificità di alcune categorie di lavoratori, ad esempio le lavoratrici familiari, mentre per certi aspetti fa riferimento a una situazione non più attuale, fondata sul presupposto che in Regione ci sia ancora massima occupazione e che ci sia necessità di nuova manodopera.

Al momento, la maggioranza dei lavoratori extracomunitari, pur versando i contributi, in assenza di accordi internazionali di sicurezza sociale con alcuni Paesi, non è tutelata per le prestazioni previdenziali internazionali, in particolare per maturare il diritto alla pensione dopo tanti anni di lavoro. Per Fasan occorre quindi che anche la Regione solleciti il Governo nazionale per la loro stipula.

(segue)