CR: legge immigrati, i relatori di minoranza (6)
(ACON) Trieste, 16 feb - RC - Alessandra Guerra (LN), relatore
di minoranza, ha affermato che non si può raggiungere una
effettiva integrazione attraverso le leggi, ma solo con un reale
inserimento degli immigrati nel tessuto sociale, processo che non
può avvenire senza la predisposizione della popolazione.
A tal fine, a suo dire bisogna innanzitutto analizzare, per porvi
rimedio, i fenomeni di criminalità e microcriminalità dovuti al
processo migratorio. In secondo luogo, le normative rivolte ai
cittadini immigrati devono garantire tanto i diritti quanto i
doveri correlati all'inserimento nel nostro tessuto sociale e non
limitarsi a creare dei privilegi discriminanti verso i cittadini
del Friuli Venezia Giulia.
Il disegno di legge approvato dalla III Commissione consiliare
non risolve assolutamente questi problemi, anzi accentua le
diversità di trattamento privilegiando gli immigrati stranieri -
è l'idea della consigliera. I nostri emendamenti miravano ad
evitare possibili discriminazioni di questo tipo e, al contempo,
fornivano maggiori garanzie di legalità e sicurezza per la
popolazione. In molti articoli, invece, non è stato rispettato il
principio di legalità poiché la maggioranza non ha fatto
riferimento alla condizione di regolarità in cui i destinatari
della legge dovrebbero trovarsi per beneficiare delle
agevolazioni.
Inoltre, preoccupa molto il rapporto che si verrà a creare tra la
Regione e le Associazioni che operano nell'ambito
dell'immigrazione: nell'Albo regionale saranno riconosciute solo
quelle "che operano a favore degli immigrati" e non quelle che
potrebbero operare per arginare fenomeni di delinquenza legati
all'immigrazione. Le Associazioni percepiranno ingenti
finanziamenti e, in certi casi, potranno svolgere funzioni
tipiche degli Enti locali, ponendo di fatto un ostacolo alla
devoluzione di poteri e competenze a Comuni e Province. Non è
stato, poi, previsto un controllo del territorio al fine di
arginare problemi di criminalità e sicurezza legati
all'immigrazione.
La Guerra ha quindi annunciato che metteranno la questione nelle
mani dei cittadini attraverso un referendum.
Ultimo relatore di minoranza, Paolo Ciani (AN) ha sostenuto che,
se da una parte è vero il coinvolgimento iniziale con le realtà
legate all'immigrazione, gli emendamenti che hanno modificato
profondamente il testo originario hanno fatto venir meno la
sbandierata azione "dal basso".
La norma entrata in III Commissione - ha detto - era rivolta agli
extracomunitari comunque presenti sul territorio, quindi anche
clandestini, con un intervento sanitario che andava oltre la
normativa nazionale Turco-Napolitano perché non modificata
secondo i dettami della Bossi-Fini quanto a prevenzione e cura
del disagio psicologico e altri casi. Le opposizioni hanno,
quindi, dovuto intervenire per riportare il testo entro i dettami
nazionali.
La contraddizione di fondo che rimane è la disparità di
trattamento fra i diversi cittadini che risiedono in Friuli
Venezia Giulia, che creerà un razzismo alla rovescia. Riteniamo
che il miglior modo per integrare i cittadini non comunitari sia
consentire una reale parità di diritti e doveri. A tal fine,
questa legge avrebbe potuto essere costituita da un unico
articolo ove affermare: "I cittadini immigrati non appartenenti
all'Unione europea, in conformità al decreto legislativo 25
luglio 1998 n. 286, hanno gli stessi diritti ed eguali doveri
degli altri cittadini presenti nella Regione Friuli Venezia
Giulia."
Si sono, invece, create delle discriminanti: l'intervento
economico della Regione per il pagamento dell'assistenza legale;
i contributi per i minori stranieri non accompagnati che possono
proseguire successivamente al raggiungimento della maggiore età;
gli incentivi per programmi di protezione sociale anche in ambito
lavorativo; i progetti specifici in sostituzione della pena
detentiva e gli interventi al rientro nei Paesi d'origine; i
contributi sino alla misura massima del 90% a Comuni e Ater per
costruzione, acquisto e riqualificazione, arredo e gestione di
strutture dedicate all'ospitalità temporanea degli immigrati. Si
tratta di azioni che potrebbero essere favorevoli anche per le
giovani coppie, per gli immigrati comunitari, in generale per
tutti i cittadini a prescindere dalla loro origine.
Si può, infine, ricordare - ha concluso Ciani - che manca un
riferimento al pagamento dei ticket previsti per le prestazioni
sanitarie così come avviene per gli altri cittadini residenti, e
che la Regione sostiene i costi dell'istruzione e della
formazione dei lavoratori stranieri immigrati.
(segue)