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CR: legge immigrati, i relatori di minoranza (6)

16.02.2005
17:40
(ACON) Trieste, 16 feb - RC - Alessandra Guerra (LN), relatore di minoranza, ha affermato che non si può raggiungere una effettiva integrazione attraverso le leggi, ma solo con un reale inserimento degli immigrati nel tessuto sociale, processo che non può avvenire senza la predisposizione della popolazione.

A tal fine, a suo dire bisogna innanzitutto analizzare, per porvi rimedio, i fenomeni di criminalità e microcriminalità dovuti al processo migratorio. In secondo luogo, le normative rivolte ai cittadini immigrati devono garantire tanto i diritti quanto i doveri correlati all'inserimento nel nostro tessuto sociale e non limitarsi a creare dei privilegi discriminanti verso i cittadini del Friuli Venezia Giulia.

Il disegno di legge approvato dalla III Commissione consiliare non risolve assolutamente questi problemi, anzi accentua le diversità di trattamento privilegiando gli immigrati stranieri - è l'idea della consigliera. I nostri emendamenti miravano ad evitare possibili discriminazioni di questo tipo e, al contempo, fornivano maggiori garanzie di legalità e sicurezza per la popolazione. In molti articoli, invece, non è stato rispettato il principio di legalità poiché la maggioranza non ha fatto riferimento alla condizione di regolarità in cui i destinatari della legge dovrebbero trovarsi per beneficiare delle agevolazioni.

Inoltre, preoccupa molto il rapporto che si verrà a creare tra la Regione e le Associazioni che operano nell'ambito dell'immigrazione: nell'Albo regionale saranno riconosciute solo quelle "che operano a favore degli immigrati" e non quelle che potrebbero operare per arginare fenomeni di delinquenza legati all'immigrazione. Le Associazioni percepiranno ingenti finanziamenti e, in certi casi, potranno svolgere funzioni tipiche degli Enti locali, ponendo di fatto un ostacolo alla devoluzione di poteri e competenze a Comuni e Province. Non è stato, poi, previsto un controllo del territorio al fine di arginare problemi di criminalità e sicurezza legati all'immigrazione.

La Guerra ha quindi annunciato che metteranno la questione nelle mani dei cittadini attraverso un referendum.

Ultimo relatore di minoranza, Paolo Ciani (AN) ha sostenuto che, se da una parte è vero il coinvolgimento iniziale con le realtà legate all'immigrazione, gli emendamenti che hanno modificato profondamente il testo originario hanno fatto venir meno la sbandierata azione "dal basso".

La norma entrata in III Commissione - ha detto - era rivolta agli extracomunitari comunque presenti sul territorio, quindi anche clandestini, con un intervento sanitario che andava oltre la normativa nazionale Turco-Napolitano perché non modificata secondo i dettami della Bossi-Fini quanto a prevenzione e cura del disagio psicologico e altri casi. Le opposizioni hanno, quindi, dovuto intervenire per riportare il testo entro i dettami nazionali.

La contraddizione di fondo che rimane è la disparità di trattamento fra i diversi cittadini che risiedono in Friuli Venezia Giulia, che creerà un razzismo alla rovescia. Riteniamo che il miglior modo per integrare i cittadini non comunitari sia consentire una reale parità di diritti e doveri. A tal fine, questa legge avrebbe potuto essere costituita da un unico articolo ove affermare: "I cittadini immigrati non appartenenti all'Unione europea, in conformità al decreto legislativo 25 luglio 1998 n. 286, hanno gli stessi diritti ed eguali doveri degli altri cittadini presenti nella Regione Friuli Venezia Giulia." Si sono, invece, create delle discriminanti: l'intervento economico della Regione per il pagamento dell'assistenza legale; i contributi per i minori stranieri non accompagnati che possono proseguire successivamente al raggiungimento della maggiore età; gli incentivi per programmi di protezione sociale anche in ambito lavorativo; i progetti specifici in sostituzione della pena detentiva e gli interventi al rientro nei Paesi d'origine; i contributi sino alla misura massima del 90% a Comuni e Ater per costruzione, acquisto e riqualificazione, arredo e gestione di strutture dedicate all'ospitalità temporanea degli immigrati. Si tratta di azioni che potrebbero essere favorevoli anche per le giovani coppie, per gli immigrati comunitari, in generale per tutti i cittadini a prescindere dalla loro origine.

Si può, infine, ricordare - ha concluso Ciani - che manca un riferimento al pagamento dei ticket previsti per le prestazioni sanitarie così come avviene per gli altri cittadini residenti, e che la Regione sostiene i costi dell'istruzione e della formazione dei lavoratori stranieri immigrati.

(segue)