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CR:legge immigrati, relatore di minoranza (8)

16.02.2005
18:50
(ACON) Trieste, 16 feb - MPB - Il Consigliere Massimo Blasoni (FI) relatore di minoranza, citando molte cifre, ha sottolineato la continua crescita del fenomeno dell'immigrazione, destinato a cambiare le nostre vite, abitudini e cultura. Sono 52 mila gli stranieri che al 31 dicembre 2003 risultavano legalmente soggiornanti in Friuli Venezia Giulia (con una discrasia rispetto ai 54 mila iscritti al SSN della nostra regione), con una incidenza percentuale sulla popolazione totale residente che supera il 4%: un dato quasi doppio rispetto al 2000 mentre l'andamento fa ipotizzare oltre 130.000 immigrati nel 2010, presumibilmente l'8% della popolazione totale.

Il connotato culturale dell'opposizione al disegno di legge 84 non è, per Blasoni, espressione di velata xenofobia perchè prevalenti sono le considerazioni relative all'utilità dei flussi migratori controllati con riferimento ad aspetti occupazionali. L'immigrazione quando è strumento di crescita non è vista in termini negativi e non è quindi un pregiudizio culturale a motivare il dissenso rispetto larga parte delle previsioni del disegno di legge in argomento, piuttosto i suoi contenuti.

Questa norma poteva essere ridotta ad un unico articolo in base al quale lo straniero regolarmente soggiornante nel territorio dello Stato gode dei diritti e osserva gli obblighi al pari del cittadino italiano - ha affermato Blasoni indicando che i numerosi incentivi e le vie privilegiate previste dalla norma esprimono un duplice rischio di "razzismo all'incontrario" e aver delineato percorsi privilegiati per casa, lavoro e attività culturali non è produttivo ai fini di un integrazione condivisa ed equilibrata, mentre le due categorie essenziali sono quelle dei poveri e dei ricchi e non quelle di extracomunitari e residenti. E' perciò indifferibile prevedere più efficaci misure di contrasto alle nuove povertà.

Sbagliata è l'impostazione del disegno di legge perché l'integrazione assume eccessivamente il tono del multicuturalismo e sembra improntata pressoché unicamente alla valorizzazione delle culture di partenza degli immigrati non a quella di arrivo. Pur incoraggiando il mantenimento della propria identità va anche cercata una piena assimilazione dell'immigrato nel sistema indipendentemente dalla sua provenienza.

Fra i punti di dissenso al disegno di legge, innanzitutto le disposizioni sulla casa, sul lavoro (sostegni specifici alle attività autonome), sui minori non accompagnati, sui progetti specifici per le misure alternative alla pena, sui contributi per la tutela legale degli extracomunitari essendo idonei istituti già previsti dalla legislazione nazionale. Critico anche in merito all'aspetto relativo ai criteri per l'iscrizione delle associazioni all'Albo e l'assegnazione dei contributi alle associazioni iscritte, oltre che nei confronti di un neocentralismo regionale e di una scarsa volontà ad attuare la sussidiarietà istituzionale con comuni e province.

Ricordando che su questo disegno di legge pesa il rischio di un ricorso governativo alla Corte Costituzionale Blasoni ha infine sottolineato che la dicotomia da considerare è quella tra abbienti e nuovi poveri anziché di cittadini o extracomunitari. E per motivare la sostanziale opposizione alla norma sugli immigrati ha preso spunto dall'art. 11 riguardante misure contro la discriminazione di cui FI in Commissione aveva, chiesto lo stralcio, senza ottenerlo, perché i principi in esso contenuti non attengono in alcun modo in maniera esclusiva alla condizione di extracomunitairo o residente, ma la generalità dei cittadini.

(segue)