Verdi: lettera contro il CPT di Gradisca d'Isonzo (GO)
(ACON) Trieste, 18 feb - COM/RC - Il consigliere regionale dei
Verdi, Alessandro Metz, ha scritto una lettera aperta al
presidente della Regione, Riccardo Illy, nonché al sindaco di
Gradisca d'Isonzo (GO) e al presidente della Provincia di Gorizia
per sollecitare azioni determinate contro i lavori al Centro di
permanenza temporanea e accoglienza (CPT) di Gradisca.
In tale lettera, Metz afferma che, nonostante i ripetuti proclami
di contrarietà finora espressi dai tre destinatari, forse non è
stato fatto tutto quello che era possibile legalmente attivare
per bloccare e ridiscutere la scelta governativa di allestire il
CPT nell'ex caserma Polonio.
Il ministro dell'Interno - scrive il consigliere regionale - dopo
avervi direttamente promesso, circa un anno fa, un ripensamento e
una sospensione nell'iter di realizzazione del CPT, ha invece
accelerato la sua costruzione. Ma alla luce della documentazione
in possesso del Comune di Gradisca e, in particolare, vista la
risposta ufficiale della prefettura di Gorizia del 30 dicembre
2004, ci sembra palese non solo il raggiro di qualsiasi norma
urbanistico-edilizia per un'opera pubblica da realizzare in
questa regione, non solo il raggiro di tutte le Istituzioni
locali e della Comunità che voi rappresentate, ma anche si
dimostra probabile il fatto di essere davanti ad un enorme opera
abusiva dal costo di oltre 10 milioni di euro.
E' un'opera che non solo calpesta l'autonomia e la specialità
della nostra Regione - sostiene l'esponente dei Verdi - ma che fa
letteralmente a pugni con lo spirito e i contenuti della nuova
legge in materia di immigrazione e di integrazione appena
approvata dal Consiglio regionale. I documenti citati dalla
prefettura (nella lettera al Comune di prot.2002/901476/12B-10),
come segnalato pure nell'interrogazione al presidente Illy
presentata dal sottoscritto, dimostrano che la segretazione
riguarda le modalità per l'aggiudicazione dell'appalto, il cui
controllo è affidato alla Corte dei Conti, ma solo alla
conclusione dell'opera. Tutte le carte progettuali avrebbero
dovuto essere portate a conoscenza delle Amministrazioni
interessate e, quindi, ai cittadini, perché un sindaco ha il
diritto-dovere di informarli di quanto a lui conoscenza, essendo
eletto da questi ultimi e non dai servizi segreti. E la reazione
sarebbe stata sicuramente ancor più sdegnata, convinta e
negativa.
Le ordinanze del presidente Berlusconi sulle modalità di
approvazione dei progetti che esautorano gli Enti locali rispetto
a qualsiasi competenza in materia urbanistica e di edilizia (in
nome di un'emergenza che nel Nord-Est non c'è più da anni) sono
valide solo nelle Regioni con cui il Governo ha raggiunto
l'intesa citata nelle stesse (OPCM n.3287 e 3289): Marche,
Veneto, Liguria e Sicilia. Quindi il progetto non poteva essere
approvato con quelle modalità - continua Metz. Il decreto di
approvazione del 20.10.2003 (successivo all'OPCM 3287 del 23
maggio 2003) è illegittimo. La procedura di approvazione
inventata dal Governo per approvare i nuovi progetti di CPT con
l'OPCM n.3287 (e che nelle premesse citava l'intesa con le
Regioni Veneto, Marche e Liguria) poi estesa con OPCM successiva
alla Regione Sicilia (sempre previa intesa), comunque prevedeva,
per poter permettersi di bypassare qualsiasi competenza
urbanistica locale, l'istituzione di una commissione
tecnico-consultiva almeno per l'approvazione del progetto, di
volta in volta integrata da un rappresentante della regione
interessata. Ciò per quanto ci riguarda non risulta essere mai
avvenuto.
Il muro di cemento armato che circonda l'ex-caserma Polonio non
sembra essere contenuto nel progetto originario, ma è stato
approvato con atto successivo, dopo la sua realizzazione
effettiva: legalmente appare un abuso nell'abuso - così ancora
Metz. Da queste considerazioni si evince che il progetto del CPT
avrebbe dovuto rispettare le norme urbanistiche ed edilizie in
vigore per qualsiasi opera pubblica di interesse statale, con
tanto di accertamento di conformità urbanistica e approvazione
dei progetti da parte degli Enti locali coinvolti. Inoltre
amministrazioni locali, autonomia e specialità della nostra
Regione sono state bypassate sulla base di ordinanze irriferibili
per il FVG. Pertanto siamo in presenza di un enorme abuso
edilizio perpetrato da un Organo di Governo statale.
Riteniamo che il sindaco, con il supporto dei governatori e dei
legali della Provincia e della Regione, debba intervenire al più
presto chiedendo il sequestro dell'intero cantiere, denunciando
l'illegittimità di tutti gli atti relativi e segnalando il tutto
alla Corte dei Conti per quanto di competenza. Non sono
accettabili ulteriori indugi; di tempo ne abbiamo perso anche
troppo. Possiamo ancora fermare la realizzazione di un corpo
totalmente estraneo alla nostra cultura, al nostro spirito ed
alla nostra tradizione, perché il CPT rappresenta un'autentica
violenza ai principi fondamentali della convivenza e della
sussidiarietà. Nel caso di Gradisca d'Isonzo ancor più che
altrove.
Supporteremo il sindaco e i presidenti della Provincia e della
Regione - afferma in chiusura - se decidono di agire con quella
determinazione che, fino ad ora, non è né stata manifesta né
capace di tradursi in atti concreti, altrimenti saremo i primi a
denunciare le responsabilità e ambiguità politiche di queste
amministrazioni nel caso in cui così non fosse. Perché riteniamo
che ora sia il momento di agire per fermare i soprusi del Governo
e dimostrare che nessuno può prendersi gioco della comunità
locale e dei suoi rappresentanti. Non c'è alcun spazio per
considerare inevitabile l'entrata in funzione del CPT e per
trattare eventuali "dividendi". Ci sono tutti i margini invece
per bloccare quel progetto e deciderne il destino. Rimanendo in
attesa, assieme a moltissimi altri cittadini, spero che questa
lettera abbia una risposta nei fatti già nei prossimi giorni.