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Verdi: ancora contro il CPT a Gradisca d'Isonzo

22.02.2005
15:26
Il consigliere regionale dei Verdi, Alessandro Metz, dopo la lettera aperta scritta l'altra settimana al presidente della Regione, al presidente della Provincia di Gorizia e al sindaco di Gradisca d'Isonzo sull'irregolarità dell'iter burocratico nella costruzione del Centro di permanenza temporanea (CPT) per immigrati nella cittadina isontina e in cui spiegava perché questi lavori fossero un abuso edilizio da 10 milioni di euro, ritorna a chiedere un intervento da parte della Giunta regionale.

Non è possibile che in presenza di abusi così evidenti ancora non si sia mosso niente - ascrive questa volta Metz. Ritengo che ci siano tutti gli elementi per i ricorsi al TAR e al Consiglio di Stato, ma soprattutto immediata dovrebbe essere la richiesta di sequestro dell'intero cantiere. Ha dell'incredibile che negli stessi giorni in cui viene approvata una legge sulle politiche di integrazione delle persone straniere in Consiglio regionale, sia permesso questo attacco alla dignità umana e alla civiltà della nostra regione.

Non vorrei - così ancora il consigliere - che qualcuno fosse più attento all'immagine che alla sostanza. Se il centro di "Detenzione e Deportazione" verrà aperto sul nostro territorio, la legge sugli immigrati appena votata sarà poco più che uno specchietto per le allodole, un puro esercizio di stile per l'immagine di pochi. Mi aspetto che soprattutto l'assessore Antonaz dia una risposta in questo senso; soprattutto lui, vista la delega all'immigrazione e l'appartenenza ad un partito che ha sempre osteggiato questi luoghi, assuma un maggiore protagonismo, fatto di atti conseguenti alle affermazioni di contrarietà che contro il CPT ha sempre fatto.

Ci sono tutti i margini per bloccare quel progetto e deciderne il destino. I rappresentanti istituzionali - conclude Metz - hanno la possibilità di dimostrare di essere coerenti con le loro affermazioni di contrarietà al CPT e di essere veri rappresentanti delle richieste che sabato 26 saranno portate per le vie di Gradisca d'Isonzo, fin davanti all'ex Caserma Apollonio, richiedendo immediatamente il sequestro del cantiere. Se così non fosse, penso che più di qualcuno dovrebbe chiedersi il senso di quello che sta facendo e del ruolo che ricopre.