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III Comm: presentata pdl diritto allo studio universitario

08.03.2005
16:24
(ACON) Trieste, 08 mar - RC - Lo scopo era unificare le tre proposte di legge sul diritto e sulle opportunità allo studio universitario presentate rispettivamente da Bruno Zvech (DS) e altri, Roberto Molinaro e Gina Fasan (UDC) e da Piero Camber (FI). Ma il testo preparato per la III Commissione consiliare (presidente Nevio Alzetta dei DS) dal comitato ristretto coordinato da Tamara Blazina (DS), a detta della stessa consigliera non è riuscito ad eliminare tutte le diversità ed è rappresentativo solo della maggioranza.

Si tratta di 39 articoli - ha spiegato la Blazina - con i quali si vogliono eliminare le diseguaglianze economiche e sociali che limitano l'accesso all'istruzione superiore, intervenendo in particolare in favore degli studenti meritevoli ma privi di mezzi, contribuendo così a ridurre l'abbandono degli studi universitari e avvalendosi degli Enti regionali per il diritto e le opportunità allo studio universitario (Erdisu) di Trieste e Udine, oggi regolati dalla legge 55/1990 che li ha istituiti.

I servizi saranno svolti in collaborazione con le Università e con le altre Istituzioni competenti in materia, attraverso però una regia unica per limitare le duplicazioni di servizi e ottimizzare l'impiego delle risorse; per i meritevoli privi di mezzi sono previste particolari agevolazioni, e non si escludono neppure quote riservate per gli studenti cittadini di Stati extraeuropei.

Una novità è data dall'istituzione della Conferenza regionale per il diritto e le opportunità allo studio universitario, alla quale competerà, tra gli altri, predisporre il Piano regionale degli interventi. Tale Piano definisce la programmazione e gli indirizzi per l'attuazione del diritto e delle opportunità allo studio universitario in Friuli Venezia Giulia e deve essere approvato dalla Giunta regionale.

L'efficacia di quanto realizzato sarà valutato ogni tre anni in particolare quanto a costi/benefici, ma anche sotto il profilo dell'integrazione tra il sistema universitario e il territorio. La Giunta può sempre disporre ispezioni sull'andamento della gestione amministrativa e finanziaria degli Erdisu e può, in determinati casi, nominare un Commissario ad acta.

A seguire, Camber ha affrontato la questione dei Consigli di amministrazione degli Erdisu. Avevamo chiesto maggiore coinvolgimenti sia dei sindaci sia dei privati - ha detto - ma non siamo stati accontentati, perciò di fatto la loro composizione è rimasta la stessa. Affermare che si vogliono dare contributi per i costi dei trasporti è bello, ma i fondi non sono aumentati e non si riesce a sostenere neppure l'ordinaria amministrazione. La verità è che non si è voluto cambiare assolutamente nulla.

Nessuna grande novità, nella proposta, neppure per Molinaro. Non si tiene conto della devoluzione né del principio della sussidiarietà, escludendo i Comuni; si è glissato sull'opportunità che rimangano due Erdisu; con la Conferenza regionale si è trovato un compromesso/paravento perché non ci sono tutti i soggetti che hanno il diritto di parlare di studio universitario; la Conferenza ha comunque bisogno dell'approvazione della Giunta regionale perciò, di fatto, non ha potere; un'auto-valutazione dei risultati come si avrà con la clausola valutativa non ha la forza di una valutazione fatta da soggetti terzi; la norma transitoria sui CdA degli Erdisu avrebbe senso se si volesse modificare veramente questi Enti, ma visto che così non è, la norma è soggetta ad essere considerata di favore.

A seguire, l'assessore regionale Roberto Cosolini ha parlato in termini positivi della proposta uscita dal Comitato ristretto e per lui ci sono elementi di innovazione, anche significativi come la prevista nuova Conferenza. Il segnale di attenzione verso le comunità locali sedi di insediamenti universitari e verso gli altri soggetti che concorrono ad erogare lo studio universitario non manca - ha detto. Pur avvalendosi di due soggetti strumentali, e ciò anche per utilizzare le economie di scala, la Regione intende garantire un omogeneo diritto allo studio su tutto il territorio. Aver tolto 500mila euro da un capitolo di spesa, ma poi introdurli su un'altra voce, non significa vi siano stati tagli, bensì la decisione di insistere maggiormente su un'altra questione.

La discussione generale inizierà martedì 5 aprile.

(immagini e intervista alle tv)