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CR: legge personale, i relatori (6)

23.03.2005
17:10
(ACON) Trieste, 23 mar - MPB - Il testo riguardante il personale regionale e il comparto unico del pubblico impiego arriva all'esame dell'Aula con l'obiettivo di risolvere alcune problematiche riguardanti innanzitutto la dirigenza regionale e di approvare quegli strumenti che consentiranno l'attuazione del comparto unico entro il primo gennaio 2006.

Per il relatore di maggioranza Renzo Petris (DS) il nodo problematico - specialmente nel contesto delle relazioni sindacali - è quello dell'accesso alla dirigenza affrontato concretamente con l'abrogazione di due articoli (il 25 della legge 10/2002 e 23 della legge 4/2004) e con l'introduzione di un nuovo articolo che definisce compiutamente la valutazione dei titoli in sede di prima applicazione della norma di carattere generale. Il dato politico fondamentale - evidenzia Petris - riguarda l'opportunità o meno - e se sì in che misura - di favorire l'accesso al personale regionale oppure di rendere più vasta possibile la platea che potrà accedere alle opportunità dirigenziali.

Esclusi dall'ammissione alle prove concorsuali - con una scelta compiuta già nel dibattito preliminare all'approdo del testo in Commissione - i dirigenti delle strutture private, sono state mediate le diverse posizioni per garantire sia al personale interno che ai soggetti esterni, in possesso dei necessari requisiti, di ricoprire le funzioni dirigenziali arricchendo così il patrimonio professionale dell'ente Regione. L'obiettivo di armonizzare il principio della concorsualità con la valorizzazione delle risorse umane interne ha portato a correggere il testo della Giunta prevedendo una riserva di posti pari al 50% per il personale regionale. Inoltre i "facenti funzione" avranno la concreta possibilità di accedere alla dirigenza in quanto l'esercizio di funzioni dirigenziali effettivamente retribuite costituirà titolo valutabile. Il testo affronta anche le aspettative dei dipendenti regionali assunti a tempo determinato, puntando a risolvere anche il problema degli straordinari all'orario di lavoro.

Quanto al comparto unico, affrontato nel Capo II della legge, viene data risposta alle attese degli enti locali quanto alle dotazioni organiche del singolo ente, con la possibilità per le amministrazioni del comparto unico, di coprire i posti vacanti in organico utilizzando le graduatorie concorsuale approvate. Cassata inoltre la norma che permetteva alle amministrazioni degli enti minori di ricorrere all'ARERAN quale delegazione trattante nell'ambito della contrattazione di secondo livello.

Il relatore di minoranza Paolo Ciani (AN) è critico in merito sia alla gestione del fondo sociale riferito ai dipendenti regionali, sia alla possibilità per dipendenti con orario ridotto o part time di poter svolgere altra attività con il rischio di veder affievolire l'interesse per l'attività da svolgere a favore della Regione, sia relativamente al fatto che vengono privilegiati non gli avanzamenti di carriera interni alla pubblica amministrazione ma esperienze esterne, sia riguardo la trasformazione in compenso annuale dei gettoni di presenza ai componenti esterni il nucleo di valutazione, sia infine sulle deroghe a sfondare il tetto massimo di lavoro straordinario solo per alcune mansioni.

Per il consigliere Roberto Asquini (FI), anch'egli relatore di minoranza, si tratta di una leggina che nel complesso aggiusta solo alcune piccole questioni, solleva molte polemiche e affronta con superficialità i problemi principali per i quali è proposta.

Asquini evidenzia due elementi critici: da un lato il nodo dei posti scoperti della dirigenza, reso grave dalla sostanziale soppressione dei "facenti funzione" e che rischia di aprire polemiche, strascichi e ricorsi, poiché non è stato dato spazio esclusivo agli interni, cosa che avrebbe motivato tutto il personale e dato prospettive di crescita, e neppure si è aperto un concorso veramente pubblico. Dall'altro lato la questione degli interinali che rischiano di veder sfumare prospettive di continuità con la dispersione di un patrimonio di esperienza utile nelle sostituzioni di breve durata. Per questo viene prospettato un sistema di ripescaggi preferenziali verso chi abbia maturato esperienze di precariato in Regione.

Infine, critico anche il relatore di minoranza Roberto Molinaro (UDC), secondo cui non si tratta di semplice aggiustamento alla normativa vigente poiché contiene alcune scelte destinate a pesare nel futuro dell'Amministrazione.

Tre le questioni cruciali che evidenzia, relativamente alle discipline per l'accesso alla dirigenza regionale, all'organizzazione del lavoro e ai lavoratori interinali, aggiungendo perplessità anche in merito ai recuperi da graduatorie concorsuali. In particolare, sottolinea che la notevole restrizione dei percorsi interni di carriera del personale vanifica legittime aspettative e le riserve di posti introdotte non sono sufficienti. Inoltre si evidenzia che per tutto il personale non dirigenziale le procedure di mobilità verticale interne sono state espletate in virtù di istituti normativi speciali, mentre quelle per l'accesso alla dirigenza, pur previste, non vengono attuate. Al di là della legittimità di un intervento legislativo su materie riservate alla contrattazione, per Molinaro c'è forte sbilanciamento tra la valorizzazione delle risorse professionali interne e quelle da acquisire dall'esterno, a favore di queste ultime.

(segue)