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Citt/DS: all'ospedale civile di PN la Banca del seme

30.03.2005
16:32
(ACON) Trieste, 30 mar - COM/AB - Entro il 7 aprile 2006, cioè fra circa un anno, gli stati membri dell'Unione europea dovranno recepire la direttiva 2004/23/CE del Parlamento europeo sulla "definizione di norme di qualità e di sicurezza per la donazione, l'approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e cellule umani".

"L'approvazione di questa importante direttiva, avvenuta il 31 marzo del 2004, rappresenta un ulteriore motivo affinché anche la Regione Friuli Venezia Giulia si doti al più presto di un centro per la crioconservazione del gamete maschile meglio conosciuto come Banca del seme".

Lo affermano, in una nota, i consiglieri regionali Piero Colussi (Cittadini per il Presidente) e Nevio Alzetta (DS), rispettivamente segretario e presidente della III Commissione consiliare sanità, che aggiungono:

"Oggi, dopo l'approvazione del progetto obiettivo materno infantile (che propone di individuare almeno un Centro di riferimento regionale e l'inserimento di questo servizio nei propri livelli essenziali di assistenza) e delle linee guida socio sanitarie per il 2005, ci sono tutte le condizioni affinché si possa collocare questo importante servizio all'interno dell'Azienda Ospedaliera S. Maria degli Angeli di Pordenone, dove da tempo è attivo il Servizio per la procreazione medicalmente assistita".

"Una scelta questa che appare giustificata - affermano i consiglieri Colussi e Alzetta - dalle importanti ricadute di questa attività con le patologie oncologiche, che vede proprio l'Ospedale Civile di Pordenone con l'attività oncologica e urologia ed il CRO di Aviano, in prima linea in ambito regionale."

La crioconservazione del seme, infatti, è una metodologia che permette di conservare i gameti maschili per un tempo indefinito a -196°C e rappresenta un formidabile strumento per i pazienti che si sottopongono a trattamenti medici o chirurgici potenzialmente in grado di indurre sterilità o che per motivi di lavoro sono esposti a sostanze genotossiche. Il numero stimato in Friuli Venezia Giulia di diagnosi di tumore nei maschi di età inferiore ai 35 anni, che potrebbero richiedere di conservare il loro seme in una banca prima di sottoporsi a un trattamento di chemioterapia e/o radioterapia, è di circa 57 casi l'anno. A questi, vanno sommati circa 20 casi/anno di tumori analoghi provenienti dalle province del Veneto (Belluno, Treviso, Venezia/Portogruaro) che per ragioni di contiguità geografica, gravitano nelle strutture ospedaliere della provincia di Pordenone. I centri pubblici in Italia che effettuano la crioconservazione sono attualmente 12, localizzati in Università o Ospedali del Piemonte, della Lombardia, del Veneto, della Liguria, della Toscana, del Lazio, dell'Abruzzo, della Basilicata, della Sicilia e della Sardegna. Il centro pubblico a noi più vicino è quello dell'Ospedale Civile di Padova, mentre a Mestre è attivo un servizio privato.

Nel corso di un importante convegno svoltosi nei giorni scorsi a Roma sull'argomento, Andrea Lenzi, ordinario di Patologia Clinica all'Università Sapienza, ha auspicato che "vista l'importanza della sfera riproduttiva in pazienti, molto spesso giovani e senza prole, è indispensabile che tale possibilità venga consigliata dagli specialisti e che ogni regione si attrezzi per assicurare tale opzione nel modo più rapido ed efficiente possibile".

"I tempi sono maturi affinché, anche i cittadini del Friuli Venezia Giulia - concludono i due consiglieri - possano usufruire di questa importante opportunità".