Citt/DS: all'ospedale civile di PN la Banca del seme
(ACON) Trieste, 30 mar - COM/AB - Entro il 7 aprile 2006, cioè
fra circa un anno, gli stati membri dell'Unione europea dovranno
recepire la direttiva 2004/23/CE del Parlamento europeo sulla
"definizione di norme di qualità e di sicurezza per la donazione,
l'approvvigionamento, il controllo, la lavorazione, la
conservazione, lo stoccaggio e la distribuzione di tessuti e
cellule umani".
"L'approvazione di questa importante direttiva, avvenuta il 31
marzo del 2004, rappresenta un ulteriore motivo affinché anche la
Regione Friuli Venezia Giulia si doti al più presto di un centro
per la crioconservazione del gamete maschile meglio conosciuto
come Banca del seme".
Lo affermano, in una nota, i consiglieri regionali Piero Colussi
(Cittadini per il Presidente) e Nevio Alzetta (DS),
rispettivamente segretario e presidente della III Commissione
consiliare sanità, che aggiungono:
"Oggi, dopo l'approvazione del progetto obiettivo materno
infantile (che propone di individuare almeno un Centro di
riferimento regionale e l'inserimento di questo servizio nei
propri livelli essenziali di assistenza) e delle linee guida
socio sanitarie per il 2005, ci sono tutte le condizioni affinché
si possa collocare questo importante servizio all'interno
dell'Azienda Ospedaliera S. Maria degli Angeli di Pordenone, dove
da tempo è attivo il Servizio per la procreazione medicalmente
assistita".
"Una scelta questa che appare giustificata - affermano i
consiglieri Colussi e Alzetta - dalle importanti ricadute di
questa attività con le patologie oncologiche, che vede proprio
l'Ospedale Civile di Pordenone con l'attività oncologica e
urologia ed il CRO di Aviano, in prima linea in ambito
regionale."
La crioconservazione del seme, infatti, è una metodologia che
permette di conservare i gameti maschili per un tempo indefinito
a -196°C e rappresenta un formidabile strumento per i pazienti
che si sottopongono a trattamenti medici o chirurgici
potenzialmente in grado di indurre sterilità o che per motivi di
lavoro sono esposti a sostanze genotossiche. Il numero stimato in
Friuli Venezia Giulia di diagnosi di tumore nei maschi di età
inferiore ai 35 anni, che potrebbero richiedere di conservare il
loro seme in una banca prima di sottoporsi a un trattamento di
chemioterapia e/o radioterapia, è di circa 57 casi l'anno. A
questi, vanno sommati circa 20 casi/anno di tumori analoghi
provenienti dalle province del Veneto (Belluno, Treviso,
Venezia/Portogruaro) che per ragioni di contiguità geografica,
gravitano nelle strutture ospedaliere della provincia di
Pordenone. I centri pubblici in Italia che effettuano la
crioconservazione sono attualmente 12, localizzati in Università
o Ospedali del Piemonte, della Lombardia, del Veneto, della
Liguria, della Toscana, del Lazio, dell'Abruzzo, della
Basilicata, della Sicilia e della Sardegna. Il centro pubblico a
noi più vicino è quello dell'Ospedale Civile di Padova, mentre a
Mestre è attivo un servizio privato.
Nel corso di un importante convegno svoltosi nei giorni scorsi a
Roma sull'argomento, Andrea Lenzi, ordinario di Patologia Clinica
all'Università Sapienza, ha auspicato che "vista l'importanza
della sfera riproduttiva in pazienti, molto spesso giovani e
senza prole, è indispensabile che tale possibilità venga
consigliata dagli specialisti e che ogni regione si attrezzi per
assicurare tale opzione nel modo più rapido ed efficiente
possibile".
"I tempi sono maturi affinché, anche i cittadini del Friuli
Venezia Giulia - concludono i due consiglieri - possano usufruire
di questa importante opportunità".