II Comm: parere Piano grande distribuzione (1)
(ACON) Trieste, 06 apr - RC - La II Commissione consiliare,
presieduta da Mirio Bolzan (DS), ha espresso due pareri
favorevoli a maggioranza (FI contro, AN astensione,
Salvador-Misto prima contro poi astensione) alle delibere della
Giunta regionale sul Piano della grande distribuzione e sulle
modifiche al Regolamento di esecuzione della legge regionale
organica del commercio in sede fissa, la 8/1999.
Ciò che ha ispirato il Piano - ha spiegato l'assessore regionale
alle Attività produttive, Enrico Bertossi - è stata la ricerca di
un equilibrio chiaro tra la grande distribuzione e quella
piccola/media rappresentata dai negozi di vicinato. Abbiamo
voluto agire nel rispetto dei consumatori che, da una parte hanno
l'esigenza di avere una grande distribuzione moderna e
concorrenziale, ma dall'altra possono avere l'esigenza della
conservazione dei negozi di vicinato, dei nuclei artigianali
tradizionali. In secondo luogo, il Piano cerca di dare sviluppo
all'attrazione commerciale rispetto ai Paesi e alle Regioni a noi
confinanti.
La ricerca di questo equilibrio - ha aggiunto - porta a delle
scelte, anche coraggiose, che negli ultimi 10/15 anni non sono
state fatte, lasciando alla non programmazione il compito di
determinare quale doveva essere la politica distributiva in
regione, senza alcuna logica d'insieme. Domani il Piano sarà
giudicato dall'Assemblea delle Autonomie locali, oggi lo fa la II
Commissione consiliare, ieri si è riunito il tavolo di
concertazione delle categorie coinvolte.
E' quindi stato reso noto, tra l'altro, che in Friuli Venezia
Giulia si trovano 19mila punti vendita per oltre 2 milioni di
metri quadrati di superficie e 50mila addetti, con circa 6
miliardi di euro di volume di affari, del quale solo il 12%
proviene da consumatori d'oltre confine. Il nostro è un sistema
polverizzato e diffuso, c'è molta mobilità del consumatore al di
fuori del suo bacino di utenza. La modernizzazione è, però,
frenata rispetto alle altre Regioni e c'è una crisi dei centri
urbani a favore del commercio in periferia, ma anche per scelte
politiche non vincenti che hanno impedito la grande attrazione
all'interno delle aree urbane.
Il 40% dei consumi va alla grande distribuzione con 2,4 miliardi
di affari dei 6 totali, il 60% va al dettaglio; nelle scelte
fatte si è tenuto conto anche dell'impatto viabilistico e della
necessità di aumentare la capacità di attrazione dei consumatori
stranieri, aspetto ancora inespresso in FVG; si è puntato ad una
migliore polarizzazione dei punti di vendita perché il
consumatore non si ritrovi a dover girare da un piccolo centro
commerciale a un altro, piccolo centro che non funzionerebbe bene
come uno grande. Sette sono le iniziative ex novo, in zone di
campagna, le altre vedono già la presenza di un punto vendita;
per Maniaghese, Spilimberghese e Carnia non è previsto uno
sviluppo al di sopra dei 15mila mq lordi, ma i Comuni possono
decidere di applicare la legge già esistente per lo sviluppo del
grande dettaglio entro i 10mila mq.
Udine scommette sul grande dettaglio all'interno dei confini
amministrativi, in controtendenza con quanto fatto sino ad oggi
in tutti i capoluoghi; l'ultimo centro commerciale è sorto a
Trieste dopo 10 anni di gestazione; l'area goriziana è, come
quella triestina, per antonomasia considerata favorita in quanto
frontaliera; sono stati stabiliti, per l'area ex Aquila, a Muggia
(TS), 13mila mq per l'alimentare (sarebbe il più grande centro in
regione) e 40mila mq per l'extra-alimentare; 30mila mq andranno
per l'outlet, con caratteristiche particolari come la vicinanza
ad un casello autostradale e a una zona confinaria, perciò le
aree potrebbero essere solo Villesse (GO) o Muggia.
(immagini e interviste alle tv)
(segue)