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II Comm: parere Piano grande distribuzione (1)

06.04.2005
15:11
(ACON) Trieste, 06 apr - RC - La II Commissione consiliare, presieduta da Mirio Bolzan (DS), ha espresso due pareri favorevoli a maggioranza (FI contro, AN astensione, Salvador-Misto prima contro poi astensione) alle delibere della Giunta regionale sul Piano della grande distribuzione e sulle modifiche al Regolamento di esecuzione della legge regionale organica del commercio in sede fissa, la 8/1999.

Ciò che ha ispirato il Piano - ha spiegato l'assessore regionale alle Attività produttive, Enrico Bertossi - è stata la ricerca di un equilibrio chiaro tra la grande distribuzione e quella piccola/media rappresentata dai negozi di vicinato. Abbiamo voluto agire nel rispetto dei consumatori che, da una parte hanno l'esigenza di avere una grande distribuzione moderna e concorrenziale, ma dall'altra possono avere l'esigenza della conservazione dei negozi di vicinato, dei nuclei artigianali tradizionali. In secondo luogo, il Piano cerca di dare sviluppo all'attrazione commerciale rispetto ai Paesi e alle Regioni a noi confinanti. La ricerca di questo equilibrio - ha aggiunto - porta a delle scelte, anche coraggiose, che negli ultimi 10/15 anni non sono state fatte, lasciando alla non programmazione il compito di determinare quale doveva essere la politica distributiva in regione, senza alcuna logica d'insieme. Domani il Piano sarà giudicato dall'Assemblea delle Autonomie locali, oggi lo fa la II Commissione consiliare, ieri si è riunito il tavolo di concertazione delle categorie coinvolte.

E' quindi stato reso noto, tra l'altro, che in Friuli Venezia Giulia si trovano 19mila punti vendita per oltre 2 milioni di metri quadrati di superficie e 50mila addetti, con circa 6 miliardi di euro di volume di affari, del quale solo il 12% proviene da consumatori d'oltre confine. Il nostro è un sistema polverizzato e diffuso, c'è molta mobilità del consumatore al di fuori del suo bacino di utenza. La modernizzazione è, però, frenata rispetto alle altre Regioni e c'è una crisi dei centri urbani a favore del commercio in periferia, ma anche per scelte politiche non vincenti che hanno impedito la grande attrazione all'interno delle aree urbane.

Il 40% dei consumi va alla grande distribuzione con 2,4 miliardi di affari dei 6 totali, il 60% va al dettaglio; nelle scelte fatte si è tenuto conto anche dell'impatto viabilistico e della necessità di aumentare la capacità di attrazione dei consumatori stranieri, aspetto ancora inespresso in FVG; si è puntato ad una migliore polarizzazione dei punti di vendita perché il consumatore non si ritrovi a dover girare da un piccolo centro commerciale a un altro, piccolo centro che non funzionerebbe bene come uno grande. Sette sono le iniziative ex novo, in zone di campagna, le altre vedono già la presenza di un punto vendita; per Maniaghese, Spilimberghese e Carnia non è previsto uno sviluppo al di sopra dei 15mila mq lordi, ma i Comuni possono decidere di applicare la legge già esistente per lo sviluppo del grande dettaglio entro i 10mila mq.

Udine scommette sul grande dettaglio all'interno dei confini amministrativi, in controtendenza con quanto fatto sino ad oggi in tutti i capoluoghi; l'ultimo centro commerciale è sorto a Trieste dopo 10 anni di gestazione; l'area goriziana è, come quella triestina, per antonomasia considerata favorita in quanto frontaliera; sono stati stabiliti, per l'area ex Aquila, a Muggia (TS), 13mila mq per l'alimentare (sarebbe il più grande centro in regione) e 40mila mq per l'extra-alimentare; 30mila mq andranno per l'outlet, con caratteristiche particolari come la vicinanza ad un casello autostradale e a una zona confinaria, perciò le aree potrebbero essere solo Villesse (GO) o Muggia.

(immagini e interviste alle tv)

(segue)