II Comm: Piano grande distribuzione, i commenti (2)
(ACON) Trieste, 06 apr - RC - Sono uno degli estimatori del
Piano perché prosegue quanto da noi iniziato - ha esordito Sergio
Dressi (AN) dando il via ai pareri al Piano della grande
distribuzione presentato dall'assessore Bertossi. Se si possono
aggiungere 400mila metri quadrati alla grande distribuzione,
significa che le accuse che ci furono rivolte erano infondate. Il
Piano definisce strategica, per l'ammodernamento della rete
distributiva, l'area di Villesse, area che va incrementata. Per
l'outlet - per il quale in passato l'allora Governo di
centro-sinistra ci bloccò - non è vero che è necessaria la sua
vicinanza a un confine.
Daniele Galasso (FI) ha quindi duramente criticato le prospettive
del Piano quanto all'area udinese, in particolare per il Comune
di Ronchis, che sarà penalizzato se non gli saranno ripristinai i
27mila mq già assegnatigli ad esempio dandogli i 30mila mq
destinati all'outlet. Un pasticcio è stato fatto anche per
Latisana; senza modifiche per queste realtà, il parere al Piano è
decisamente negativo.
Giorgio Baiutti (Margh) ha ricordato che l'incremento per la
grande distribuzione della regione manca dal '94, ovvero da
quando è cessato il Piano del '90. A suo dire, si dovrebbe
trovare il modo di incrementare la possibilità di insediarsi per
le strutture della media distribuzione, settore del non
alimentare.
L'evoluzione è inarrestabile - così Paolo Pupulin (DS) - ma va
garantita continuità alle realtà dei centri urbani. I criteri e i
vincoli inseriti nel Piano devono essere chiari e certi per tutto
il territorio; è sfuggita la situazione di Roveredo in Piano
(PN); sono d'accordo che si debba trovare una soluzione più
congrua per Villesse perché è uno snodo strategico; gli effetti
sulla viabilità devono essere condizionanti gli investimenti.
Carlo Monai (Citt) ha espresso parere favorevole generale al
Piano, sebbene con alcune perplessità per quanto deciso per il
polo udinese, visto quanto già stabilito per Pozzuolo. Meglio
sarebbe alleggerire l'area di Udine e dei Comuni vicini, per
evitare il depauperamento del commercio al dettaglio rispetto
alla grande distribuzione.
Siamo in ritardo, ma possiamo recuperare il tempo perduto - così
Franco Brussa (Margh). Condivido gli obiettivi del Piano e il
desiderio di equilibrio tra piccolo e grande commercio. La
questione outlet dovrebbe essere sospesa, solo 30mila mq non
cambieranno le cose, meglio posticiparla.
Bruna Zorzini (PDCI) ha chiesto di essere rassicurata su costi e
benefici, anche in fatto di viabilità, riguardo ai megacentri che
si potranno insediare sul territorio e sul ruolo giocato
dall'outlet, se risponde alle esigenze dell'imprenditoria da una
parte e del consumatore dall'altra.
In linea con il Piano anche Pio De Angelis (PRC), che ha chiesto,
però, se si è tenuta in considerazione la crisi occupazionale e
spiegazioni quanto ai 25mila mq in più per Udine, alle scelte per
il Pordenonese che avranno ricadute sulla viabilità e sul
commercio già in crisi, a Gorizia e a Villesse. Forse - ha detto
- sarebbe meglio puntare solo su pochi, grandi centri commerciali
e collocati in posizione strategica.
Per Maurizio Salvador (Misto), si sono spese negli anni risorse
enormi per la riqualificazione dei centri urbani, ma in modo
sbagliato visto che li si è privati di un'attività fondamentale
come quella commerciale; non deve mancare una parallela
pianificazione viaria.
Mirio Bolzan (DS) ha affermato che esistono le potenzialità per
superare il ritardo e i fenomeni di attrazione verso le realtà
confinanti. Quanto già esiste in fatto di centri commerciali
presenti sul territorio non può essere ignorato, così come non si
possono ignorare i dettami europei; la politica può delineare il
quadro di vendita, ma non certo cosa si può vendere. Presto il
Consiglio regionale si interesserà anche del piccolo commercio.
(fine)