IV Comm: legge risorse idriche, il dibattito generale
(ACON) Trieste, 13 apr - RC - Dopo diverse sedute dedicate alle
audizioni e la mattina spesa a decidere come procedere nei
lavori, la IV Commissione consiliare presieduta da Uberto Fortuna
Drossi (Citt) ha iniziato nel pomeriggio la discussione generale
sull'attuazione della legge Galli del '94 in materia di risorse
idriche. Solo al termine del dibattito, la Commissione ha
stabilito di considerare il disegno di legge della Giunta,
presentato dall'assessore Gianfranco Moretton, quale testo base;
bocciata, invece, la richiesta di demandare a un Comitato
ristretto il compito di unire, ove possibile, tale norma con
quella presentata dalla Lega Nord, primo firmatario Claudio
Violino.
Dai contenuti dei due provvedimenti - illustrati in modo
particolareggiato il 17 marzo scorso - si apprende che per la
Giunta si tratta di individuare Ambiti territoriali ottimali
(ATO) da far corrispondere alle 4 Province e che confluiranno in
un unico ATO regionale a partire dal 2010; a questi si aggiunge
un accordo con il Veneto per costituire un ATO interregionale
comprendente i Comuni del bacino del Lemene; il prezzo dell'acqua
sarebbe definito in base alla tariffa applicata nell'ATO in cui
l'acqua è captata. Per il Carroccio, invece, la soluzione è da
subito un unico ATO, sebbene suddiviso in sette sub-ambiti
idrografici, e la tariffa dovrebbe essere uguale per tutto il
territorio.
Aprendo il dibattito, Roberto Molinaro (UDC) ha sostenuto che la
tutela della risorsa acqua deve avvenire riorganizzando
l'esistente e avendo in mente l'intero territorio; questa risorsa
deve essere disponibile e accessibile in ugual misura per tutti i
cittadini, i quali devono diventare parte attiva ad esempio con
una forma di azionariato dei soggetti che si vanno a costituire.
Bisogna regolamentare gli attuali pozzi, ma farli gestire dagli
ATO, per i quali non si deve puntare a crearne uno solo; va
cercata la cooperazione tra il sistema integrato del FVG e quello
dei Paesi a noi limitrofi.
Per Daniele Galasso (FI), essere l'ultima Regione ad applicare la
Galli permette di evitare molti errori. Ha quindi avanzato dubbi
sulla tariffa della tassa sull'acqua, sulla creazione di un unico
ATO previsto dalla Giunta a partire dal 2010, sulla
partecipazione delle Province. Manca un Fondo regionale per gli
investimenti da alimentare anche con una percentuale dei ricavi
della tariffa, perché questa, da sola, non può bastare.
Per Paolo Ciani (AN), la Giunta Antonione nel '99 fece uscire un
disegno di legge quasi uguale a quello di Moretton, se non fosse
per l'ATO unico nel 2010; si deve intervenire perché ci sia meno
consumo di acqua; la montagna reclama una tariffa inferiore
rispetto al resto del territorio. Ogni ATO deve avere la propria
gestione e si deve poter auto-determinare la tariffa in base agli
investimenti che fa; la differenza è nella misura dell'ATO, nella
sua identificazione; più realtà sono necessarie, che poi siano
più ambiti o si chiamino sub-ambiti poco importa.
Concetto, quest'ultimo, riaffermato anche da Gaetano Valenti
(FI), che ha ricordato l'esperienza negativa della creazione di
un ATO, nel '99, nella provincia di Gorizia e il fatto che
nessuno ha ancora parlato della tassa di scopo, argomento che
invece fa affrontato.
Per la maggioranza - ha detto Mauro Travanut (DS) - la cosa
migliore è arrivare ad un unico ATO; abbiamo già preparato una
serie di emendamenti nei quali vi sono anche alcune delle
garanzie chieste dalla minoranza, ma che soprattutto tutelano il
valore e il diritto d'acqua dei cittadini.
Claudio Violino (LN) ha sostenuto che il rischio è fare una legge
principalmente di politica industriale, ovvero fatta solo di
tariffe, senza implicazioni ambientali, sociali e di gestione
complessiva di una risorsa strategica. Il problema delle bollette
deve essere adattato al territorio e non viceversa; si deve dare
dignità alla questione dei pozzi; non si deve far entrare gli
Acquedotti nella gestione delle risorse idriche; alla Regione
devono restare norme programmatiche, ma per il resto deve
lavorare l'Autorità d'ambito. Un'unica tariffa permetterebbe di
far pagare in solidarietà tra la montagna e le città, dove la
distribuzione è molto remunerativa.
La legge Galli parla di "Servizio idrico integrato" (SII) delle
acque quale insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione
e distribuzione di acqua - ha ricordato Adriano Ritossa (AN) -
perciò non ci stiamo adeguando nel modo giusto, non si stanno
seguendo le direttive quanto a depurazione e fognatura; così
fatta, è solo una legge spot; non è, poi, credibile che per il
2010 si arriverà ad un ATO unico.
Mirko Spacapan (Margh) ha parlato del bisogno di diminuire i
consumi; di diffidenza, nei cittadini, nel bere l'acqua delle
fontane pubbliche mentre è più sicura di quella in bottiglia
perché più controllata; la vicinanza di Veneto, Carinzia e
Slovenia deve far pensare anche in termini di gestione
interregionale delle risorse idriche quanto al loro
approvvigionamento e depurazione. L'acquedotto del Carso ha le
caratteristiche di una zona territoriale omogenea, la sua
gestione potrebbe essere modificata anche in deroga a quanto
previsto per l'ATO di Trieste.
Maurizio Paselli (Citt) ha reso noto che il costo medio annuo
dell'acqua dell'ATO di Gorizia di una famiglia di tre persone è
di 110 euro; anche con un aumento che ci è stato imputato del 40%
- sebbene sia nostra intenzione non apportare maggiorazioni di
tariffe - si passerebbe a 155 euro annui, contro il costo di
400-500 euro a pozzo da controllare che i privati vorrebbero
fosse la Regione a sostenere. La data del 2010 non è un dogma, ma
il processo di mutamento della gestione complessiva dell'acqua
deve arrivare in modo omogeneo su tutto il territorio e non come
un'imposizione.
Salvaguardia del bene acqua attraverso una gestione efficiente,
la tutela degli utenti, la lotta agli sprechi, per Enrico
Gherghetta (DS). Si tratta di una risorsa globale e non certo
locale. Recepire la legge Galli significa dover aumentare le
tariffe: con un emendamento proporremo un sistema tariffario che
permetta ai consumi domestici medi di essere tutelati e al
contempo combatta gli sprechi.
A chiusura del dibattito, l'assessore Moretton ha affermato che
recepire prima la Galli avrebbe permesso di risparmiare
tantissima acqua; solo quella di Gorizia a parte, mancanti sono
state anche le Province, che avrebbero dovuto applicarla in via
amministrativa. Non si può dimenticare che la norma nazionale fa
riferimento a tre forme di gestione, una di queste sì che
porterebbe ad una gestione troppo industriale del bene acqua,
ovvero la società di capitali privati individuata con gara,
soluzione che la Regione respinge così come la gestione mista,
mentre accoglie l'idea della società con capitali intermante
pubblici, ovvero la cosiddetta gestione "in house".
La questione dei quattro ATO o di uno solo è stata affrontata
anche con l'Assemblea delle Autonomie locali, ma anche i suoi
componenti hanno capito che ancora non sussistono le condizioni
politiche per un ATO unico. L'ambito interregionale in realtà già
esiste nel Pordenonese con il Veneto. Il sistema idrico integrato
della Lega Nord porterebbe al caos e non tutelerebbe l'utente,
come invece vogliamo fare noi - ha concluso Moretton - attraverso
una calmierazione delle tariffe. Abbiamo fatto delle simulazioni
che dimostrano che, inizialmente, la tariffa sarà un po' più
alta, ma poi tornerà ad abbassarsi.
La Commissione si riunirà nuovamente i primi di maggio.
(immagini alle tv)