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IV Comm: legge risorse idriche, il dibattito generale

13.04.2005
18:34
(ACON) Trieste, 13 apr - RC - Dopo diverse sedute dedicate alle audizioni e la mattina spesa a decidere come procedere nei lavori, la IV Commissione consiliare presieduta da Uberto Fortuna Drossi (Citt) ha iniziato nel pomeriggio la discussione generale sull'attuazione della legge Galli del '94 in materia di risorse idriche. Solo al termine del dibattito, la Commissione ha stabilito di considerare il disegno di legge della Giunta, presentato dall'assessore Gianfranco Moretton, quale testo base; bocciata, invece, la richiesta di demandare a un Comitato ristretto il compito di unire, ove possibile, tale norma con quella presentata dalla Lega Nord, primo firmatario Claudio Violino.

Dai contenuti dei due provvedimenti - illustrati in modo particolareggiato il 17 marzo scorso - si apprende che per la Giunta si tratta di individuare Ambiti territoriali ottimali (ATO) da far corrispondere alle 4 Province e che confluiranno in un unico ATO regionale a partire dal 2010; a questi si aggiunge un accordo con il Veneto per costituire un ATO interregionale comprendente i Comuni del bacino del Lemene; il prezzo dell'acqua sarebbe definito in base alla tariffa applicata nell'ATO in cui l'acqua è captata. Per il Carroccio, invece, la soluzione è da subito un unico ATO, sebbene suddiviso in sette sub-ambiti idrografici, e la tariffa dovrebbe essere uguale per tutto il territorio.

Aprendo il dibattito, Roberto Molinaro (UDC) ha sostenuto che la tutela della risorsa acqua deve avvenire riorganizzando l'esistente e avendo in mente l'intero territorio; questa risorsa deve essere disponibile e accessibile in ugual misura per tutti i cittadini, i quali devono diventare parte attiva ad esempio con una forma di azionariato dei soggetti che si vanno a costituire. Bisogna regolamentare gli attuali pozzi, ma farli gestire dagli ATO, per i quali non si deve puntare a crearne uno solo; va cercata la cooperazione tra il sistema integrato del FVG e quello dei Paesi a noi limitrofi.

Per Daniele Galasso (FI), essere l'ultima Regione ad applicare la Galli permette di evitare molti errori. Ha quindi avanzato dubbi sulla tariffa della tassa sull'acqua, sulla creazione di un unico ATO previsto dalla Giunta a partire dal 2010, sulla partecipazione delle Province. Manca un Fondo regionale per gli investimenti da alimentare anche con una percentuale dei ricavi della tariffa, perché questa, da sola, non può bastare.

Per Paolo Ciani (AN), la Giunta Antonione nel '99 fece uscire un disegno di legge quasi uguale a quello di Moretton, se non fosse per l'ATO unico nel 2010; si deve intervenire perché ci sia meno consumo di acqua; la montagna reclama una tariffa inferiore rispetto al resto del territorio. Ogni ATO deve avere la propria gestione e si deve poter auto-determinare la tariffa in base agli investimenti che fa; la differenza è nella misura dell'ATO, nella sua identificazione; più realtà sono necessarie, che poi siano più ambiti o si chiamino sub-ambiti poco importa.

Concetto, quest'ultimo, riaffermato anche da Gaetano Valenti (FI), che ha ricordato l'esperienza negativa della creazione di un ATO, nel '99, nella provincia di Gorizia e il fatto che nessuno ha ancora parlato della tassa di scopo, argomento che invece fa affrontato.

Per la maggioranza - ha detto Mauro Travanut (DS) - la cosa migliore è arrivare ad un unico ATO; abbiamo già preparato una serie di emendamenti nei quali vi sono anche alcune delle garanzie chieste dalla minoranza, ma che soprattutto tutelano il valore e il diritto d'acqua dei cittadini.

Claudio Violino (LN) ha sostenuto che il rischio è fare una legge principalmente di politica industriale, ovvero fatta solo di tariffe, senza implicazioni ambientali, sociali e di gestione complessiva di una risorsa strategica. Il problema delle bollette deve essere adattato al territorio e non viceversa; si deve dare dignità alla questione dei pozzi; non si deve far entrare gli Acquedotti nella gestione delle risorse idriche; alla Regione devono restare norme programmatiche, ma per il resto deve lavorare l'Autorità d'ambito. Un'unica tariffa permetterebbe di far pagare in solidarietà tra la montagna e le città, dove la distribuzione è molto remunerativa.

La legge Galli parla di "Servizio idrico integrato" (SII) delle acque quale insieme dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua - ha ricordato Adriano Ritossa (AN) - perciò non ci stiamo adeguando nel modo giusto, non si stanno seguendo le direttive quanto a depurazione e fognatura; così fatta, è solo una legge spot; non è, poi, credibile che per il 2010 si arriverà ad un ATO unico.

Mirko Spacapan (Margh) ha parlato del bisogno di diminuire i consumi; di diffidenza, nei cittadini, nel bere l'acqua delle fontane pubbliche mentre è più sicura di quella in bottiglia perché più controllata; la vicinanza di Veneto, Carinzia e Slovenia deve far pensare anche in termini di gestione interregionale delle risorse idriche quanto al loro approvvigionamento e depurazione. L'acquedotto del Carso ha le caratteristiche di una zona territoriale omogenea, la sua gestione potrebbe essere modificata anche in deroga a quanto previsto per l'ATO di Trieste.

Maurizio Paselli (Citt) ha reso noto che il costo medio annuo dell'acqua dell'ATO di Gorizia di una famiglia di tre persone è di 110 euro; anche con un aumento che ci è stato imputato del 40% - sebbene sia nostra intenzione non apportare maggiorazioni di tariffe - si passerebbe a 155 euro annui, contro il costo di 400-500 euro a pozzo da controllare che i privati vorrebbero fosse la Regione a sostenere. La data del 2010 non è un dogma, ma il processo di mutamento della gestione complessiva dell'acqua deve arrivare in modo omogeneo su tutto il territorio e non come un'imposizione.

Salvaguardia del bene acqua attraverso una gestione efficiente, la tutela degli utenti, la lotta agli sprechi, per Enrico Gherghetta (DS). Si tratta di una risorsa globale e non certo locale. Recepire la legge Galli significa dover aumentare le tariffe: con un emendamento proporremo un sistema tariffario che permetta ai consumi domestici medi di essere tutelati e al contempo combatta gli sprechi.

A chiusura del dibattito, l'assessore Moretton ha affermato che recepire prima la Galli avrebbe permesso di risparmiare tantissima acqua; solo quella di Gorizia a parte, mancanti sono state anche le Province, che avrebbero dovuto applicarla in via amministrativa. Non si può dimenticare che la norma nazionale fa riferimento a tre forme di gestione, una di queste sì che porterebbe ad una gestione troppo industriale del bene acqua, ovvero la società di capitali privati individuata con gara, soluzione che la Regione respinge così come la gestione mista, mentre accoglie l'idea della società con capitali intermante pubblici, ovvero la cosiddetta gestione "in house".

La questione dei quattro ATO o di uno solo è stata affrontata anche con l'Assemblea delle Autonomie locali, ma anche i suoi componenti hanno capito che ancora non sussistono le condizioni politiche per un ATO unico. L'ambito interregionale in realtà già esiste nel Pordenonese con il Veneto. Il sistema idrico integrato della Lega Nord porterebbe al caos e non tutelerebbe l'utente, come invece vogliamo fare noi - ha concluso Moretton - attraverso una calmierazione delle tariffe. Abbiamo fatto delle simulazioni che dimostrano che, inizialmente, la tariffa sarà un po' più alta, ma poi tornerà ad abbassarsi.

La Commissione si riunirà nuovamente i primi di maggio.

(immagini alle tv)