Margh: commento Menis a legge ERDISU
(ACON) Trieste, 22 apr - COM/AB - Commento del consigliere
regionale della Margherita Paolo Menis sulla nuova legge sul
diritto allo studio universitario.
"Lo scopo - sottolinea Menis - è sicuramente di aggiornare e
rendere più operativa una normativa che si rivolge agli studenti
perché loro, oggi, hanno bisogno di più opportunità reali. Hanno
bisogno di sostegno sia nella continuità dello studio (rette,
libri, approfondimenti), sia nei servizi (trasporti, mense), sia,
e credo si tratti della cosa più importante, nella spinta
convinta verso il confronto con le pari realtà internazionali".
"Nella costruzione della legge - aggiunge il consigliere della
Margherita - tutti questi interventi vengono ripresi,
sottolineati e promossi con viva determinazione, anche tenendo in
considerazione le indicazioni dell'Unione europea che sostiene la
necessità, per il Vecchio continente, del raddoppio dei laureati
(tecnici e specialisti di alto livello) per aumentare il grado di
conoscenza della nostra società e poter competere con le nuove
economie asiatiche".
"Ho riscontrato negli studenti una certa lontananza e freddezza
verso l'architettura e l'organizzazione universitaria,
soprattutto perché quest'ultima non riesce ad avere uno stile di
vicinanza alle esigenze dei giovani (orari d'ufficio,
comunicazioni tardive e non sempre precise). In questo senso è
necessaria una nuova presa di coscienza degli organi direttivi
dell'università e dell'ERDISU per andare incontro, con
tempestività e attraverso una semplificazione delle procedure di
accesso, alle richieste degli studenti".
"Ma il cambiamento vero - a giudizio di Menis - è culturale e
deve impegnare il sistema: dovrebbe tener conto della necessità
per gli universitari di combinare lo studio con il lavoro, realtà
questa che impegna circa il 50% degli studenti, addirittura il
60% a Pordenone (66% in Germania, 77% in Austria, 58% in
Irlanda). Ci troviamo di fronte a una generazione di giovani
preoccupata del proprio futuro, economico e professionale, e
questo fa calare in loro l'interesse verso uno specifico campo di
studi e mette in discussione le loro aspirazioni. Cosa molto
rischiosa: non si può infatti togliere ambizioni e speranze ad
alcun giovane. E' proprio qui che la legge vuole intervenire, per
dare una scrollata a modi e consuetudini, per invitare a cambiare
passo e accelerare le azioni positive, superando le macroscopiche
anomalie che vedono, ad esempio, sovrapposizioni tra università
ed ERDISU nel proporre sportelli per la mobilità internazionale o
prestiti d'onore".
"Infine - conclude Menis - personalmente sono tra quelli che
avrebbe affrontato coraggiosamente la scelta dell'ERDISU unico
regionale, dando un segnale di discontinuità con logiche
spartitorie, realizzando una vera economia nella spesa regionale,
offrendo servizi uguali e accessibili per tutti gli studenti in
ogni angolo della regione. Certo è che noi, della "politica",
perdiamo un'occasione per rendere vana nei fatti quella
competitività, a volte quella contrapposizione, tra città
(Trieste e Udine) che i giovani studenti onestamente (e per
fortuna) non vedono e non capiscono. Ciò non significa anche
unificazione delle due università regionali, poiché sono convinto
che esse debbano, pur nella massima collaborazione, mantenere la
propria autonomia: per Udine l'università è stata una vera
conquista dal sapore popolare".