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Margh: commento Menis a legge ERDISU

22.04.2005
10:03
(ACON) Trieste, 22 apr - COM/AB - Commento del consigliere regionale della Margherita Paolo Menis sulla nuova legge sul diritto allo studio universitario.

"Lo scopo - sottolinea Menis - è sicuramente di aggiornare e rendere più operativa una normativa che si rivolge agli studenti perché loro, oggi, hanno bisogno di più opportunità reali. Hanno bisogno di sostegno sia nella continuità dello studio (rette, libri, approfondimenti), sia nei servizi (trasporti, mense), sia, e credo si tratti della cosa più importante, nella spinta convinta verso il confronto con le pari realtà internazionali". "Nella costruzione della legge - aggiunge il consigliere della Margherita - tutti questi interventi vengono ripresi, sottolineati e promossi con viva determinazione, anche tenendo in considerazione le indicazioni dell'Unione europea che sostiene la necessità, per il Vecchio continente, del raddoppio dei laureati (tecnici e specialisti di alto livello) per aumentare il grado di conoscenza della nostra società e poter competere con le nuove economie asiatiche". "Ho riscontrato negli studenti una certa lontananza e freddezza verso l'architettura e l'organizzazione universitaria, soprattutto perché quest'ultima non riesce ad avere uno stile di vicinanza alle esigenze dei giovani (orari d'ufficio, comunicazioni tardive e non sempre precise). In questo senso è necessaria una nuova presa di coscienza degli organi direttivi dell'università e dell'ERDISU per andare incontro, con tempestività e attraverso una semplificazione delle procedure di accesso, alle richieste degli studenti". "Ma il cambiamento vero - a giudizio di Menis - è culturale e deve impegnare il sistema: dovrebbe tener conto della necessità per gli universitari di combinare lo studio con il lavoro, realtà questa che impegna circa il 50% degli studenti, addirittura il 60% a Pordenone (66% in Germania, 77% in Austria, 58% in Irlanda). Ci troviamo di fronte a una generazione di giovani preoccupata del proprio futuro, economico e professionale, e questo fa calare in loro l'interesse verso uno specifico campo di studi e mette in discussione le loro aspirazioni. Cosa molto rischiosa: non si può infatti togliere ambizioni e speranze ad alcun giovane. E' proprio qui che la legge vuole intervenire, per dare una scrollata a modi e consuetudini, per invitare a cambiare passo e accelerare le azioni positive, superando le macroscopiche anomalie che vedono, ad esempio, sovrapposizioni tra università ed ERDISU nel proporre sportelli per la mobilità internazionale o prestiti d'onore".

"Infine - conclude Menis - personalmente sono tra quelli che avrebbe affrontato coraggiosamente la scelta dell'ERDISU unico regionale, dando un segnale di discontinuità con logiche spartitorie, realizzando una vera economia nella spesa regionale, offrendo servizi uguali e accessibili per tutti gli studenti in ogni angolo della regione. Certo è che noi, della "politica", perdiamo un'occasione per rendere vana nei fatti quella competitività, a volte quella contrapposizione, tra città (Trieste e Udine) che i giovani studenti onestamente (e per fortuna) non vedono e non capiscono. Ciò non significa anche unificazione delle due università regionali, poiché sono convinto che esse debbano, pur nella massima collaborazione, mantenere la propria autonomia: per Udine l'università è stata una vera conquista dal sapore popolare".