News


UDC: Molinaro, il no alla legge sulle risorse idriche

05.05.2005
16:54
(ACON) Trieste, 05 mag - COM/AB - "Anche se penultima tra le Regioni italiane, la prossima legge regionale per la disciplina del servizio idrico integrato non sarà adeguata alle esigenze del Friuli Venezia Giulia, un territorio piccolo sì, ma dotato adeguatamente della risorsa acqua e di numerose e significative realtà di gestione della stessa. Sarà l'ennesima occasione persa per una maggioranza, quella di Illy e di Intesa Democratica, ogni giorno più autoreferenziale, prolifica di annunci dietro ai quali il più delle volte c'è poco o nulla e tutta intenta a trovare le mediazioni tra le sue inconciliabili anime".

Spiega così il consigliere regionale Roberto Molinaro (UDC) il voto contrario espresso in Commissione sulla nuova disciplina per il servizio idrico integrato.

"La salvaguardia del bene acqua e la garanzia della sua disponibilità qualitativa e quantitativa per tutti i cittadini è una priorità assoluta per ogni comunità civile - sottolinea l'esponente centrista - e per questo, come UDC, avevamo sviluppato un ampio e qualificato dibattito, ricercando il contributo di esperti e operatori del settore che avevano puntualmente evidenziato le carenze del disegno di legge dell'assessore Moretton che, nonostante ampie consultazioni e un centinaio di emendamenti elaborati in primis dalla stessa maggioranza, sono in parte rimaste ancora da superare, se l'obiettivo è perseguire gli interessi generali della comunità regionale".

"Si è voluto confermare la prospettiva di un unico ambito territoriale regionale a medio termine - precisa il consigliere Molinaro - come scelta della Regione dall'alto e con una tempistica prestabilita e non come decisione condivisa dalle quattro Autorità d'ambito che vedono, fin dall'origine, limitato il loro mandato, con le inevitabili ricadute negative sulle gestioni e quindi sulle tariffe che i cittadini saranno chiamati a pagare". "In secondo luogo, l'individuazione di zone territoriali omogenee e delle relative rappresentanze elettive per l'area dei pozzi e per la montagna, non sarà di nessun vantaggio nella riorganizzazione del sistema, perché nulla potranno decidere autonomamente, avendo un ruolo meramente consultivo".

"Nelle future decisioni per le riorganizzazioni dei servizi, per i nuovi investimenti e per le nuove tariffe, inevitabilmente più alte di quelle ora in vigore, i Comuni minori conteranno ben poco - precisa ulteriormente il consigliere dell'UDC - dal momento che le decisioni saranno assunte a maggioranza delle quote di rappresentanza e dei soggetti costituenti l'ambito, mentre quorum più alti, almeno per talune decisioni, sarebbero stati opportuni per un cambiamento che non sarà indolore né per le casse pubbliche, né per il portafoglio dei contribuenti".

"Non è stata, poi, compiutamente definita la questione dei pozzi presenti in buona parte dell'area sud del territorio regionale, per rincorrere il populismo non lungimirante dei comitati - precisa Molinaro - perché non basta statuire che i titolari dell'approvvigionamento dovranno corrispondere solo la tariffa relativa alle fognature e alla depurazione e che l'ARPA dovrà esercitare un monitoraggio periodico dei corpi idrici sotterranei e superficiali, in quanto l'accertamento dell'uso potabile dell'acqua resta a carico e alla responsabilità del soggetto titolare del singolo pozzo, secondo le precisazioni dell'Azienda sanitaria; ma soprattutto non è stata prevista nessuna regola affinché le decine di migliaia di captazioni per uso domestico ora esistenti facciano parte a pieno titolo del sistema idrico integrato. Le conseguenze si vedranno alle prime avvisaglie di materiali inquinanti, quando tornerà di attualità la realizzazione di nuove reti acquedottistiche".