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CR: no mozione Del Din, sì ordine del giorno solidarietà (4)

26.05.2005
13:05
(ACON) Trieste, 26 mag - RC - L'Aula ha accolto con un voto trasversale e la sola contrarietà del PRC (36 voti a favore e 3 contrari) l'ordine del giorno disposto dal centro-sinistra e firmato da Mauro Travanut (DS), Antonio Martini (Margh) e Uberto Fortuna Drossi (Citt), con il quale il Consiglio regionale esprime solidarietà a Paolo Del Dim per le contestazioni subite a Udine il 25 aprile scorso e riconosce il ruolo fondamentale svolto dalle formazioni partigiane osovane nella lotta di Liberazione dal nazifascismo, nonché nella difesa della nostra comunità e dell'integrità del territiro nazionale.

E', invece, stata respinta a maggioranza (26 i no di PRC, Margherita, DS e Cittadini, 17 i sì della Casa delle Libertà con Panontin e Salvador del gruppo Misto) la mozione dei capigruppo dell'opposizione.

Spero che dall'Aula esca un documento unitario - aveva affermato Antonio Martini (Margh) annunciando il testo preparato dalla maggioranza e sottolineando l'esigenza che la storia d'Italia sia capita tutta e non cambiata. Bisogna dire cosa è stata la Resistenza nella nostra regione - aveva rimarcato.

Igor Canciani (PRC) si era detto d'accordo con Berlusconi quando aveva affermato: "Non continuiamo a confondere storia e memoria". Aveva quindi aggiunto che la Del Din non si è mai dissociata esplicitamente dall'appartenere a Gladio; di poter anche essere contrario a quanto fatto da alcuni estremisti il 25 aprile scorso, ma che si è trattato di un'espressione di opinione; che esistono regimi dittatoriali, sostenuti anche dal Governo italiano, che forse non sarebbero piaciuti a De Gasperi; che la mozione è, sotto sotto, strumentale e quindi il PRC avrebbe votato contro.

La libertà è una sola e vale per tutti - aveva proseguito Mauro Travanut (DS). Dobbiamo riconoscere l'importanza di tutti gli italiani e le organizzazioni che in quel periodo hanno fatto il loro dovere nel combattere il nazifascismo e fondare l'Italia repubblicana; tutti hanno costruito la nostra libertà.

Il centro-sinistra - aveva detto Bruno Zvech (DS) - ha predisposto un ordine del giorno senza arzigogoli, perché di arzigogoli non c'é bisogno su questi temi storici che ancora animano passioni forti e il cui giudizio non è strettamente attinente ai compiti della politica. I frutti di questa lotta riguardano tutte le donne e tutti gli uomini, non solo qualcuno. In questo contesto è quindi giusto ricordare tutti coloro che hanno preso parte a questa epopea, anche la Del Din, ma nel contesto complessivo.

Discorso non differente per Giancarlo Tonutti (Margh), che aveva poi aggiunto che si deve lavorare per un progetto che porti alla pacificazione e a far sì che certi avvenimenti storici non accadano più.

Massimo Blasoni (FI) aveva, invece, sostenuto che storicizzare gli eventi togliendo il connotato politico non è accettabile. E' vero che c'era un nemico comune, ma bisogna avere l'onestà di riconoscere la competizione tra le fazioni contro il nazifascismo. Non tutto è già consegnato alla storia, la mozione è un atto dovuto quale segno di solidarietà a tutti coloro che si sono opposti al nazifascismo e non si può accettare siano fischiati.

Facciamo giochi di parole, in quest'Aula, senza grandi significati, mentre 60 anni fa si decideva da che parte combattere - così Claudio Violino (LN) sottolineando il favore del suo Gruppo alla mozione. Non ha senso parlare oggi ancora di divisioni, mentre dobbiamo ricordare come mai quel momento di storia drammatica è stato superato, nonché il ruolo particolare della nostra terra nel contesto della Resistenza.

Non dobbiamo dilungarci troppo - per Carlo Monai (Citt) - perché quanto fatto dal gruppetto di giovani a Udine è stato isolato subito e già il presidente Tesini, in rappresentanza del Consiglio intero, in quell'occasione ha dimostrato la sua solidarietà alla Del Din e la sua contrarietà a chi la fischiava. Il documento rischia di dare troppa importanza al gesto isolato.

Anche Gaetano Valenti (FI) aveva quindi espresso solidarietà verso la Del Din, ma per lui non è stato il gesto di "quattro ragazzotti", bensì un gesto su cui riflettere.

Giusto superare, ma non dimenticare, quanto accaduto 60 anni fa - così infine Roberto Asquini (FI). Ci dobbiamo chiedere perché una certa cultura contro la Resistenza trova ancora spazio negli animi; non c'è giustificazione all'atto registrato a Udine.

(foto in e-mail)

(segue)