CR: no mozione Del Din, sì ordine del giorno solidarietà (4)
(ACON) Trieste, 26 mag - RC - L'Aula ha accolto con un voto
trasversale e la sola contrarietà del PRC (36 voti a favore e 3
contrari) l'ordine del giorno disposto dal centro-sinistra e
firmato da Mauro Travanut (DS), Antonio Martini (Margh) e Uberto
Fortuna Drossi (Citt), con il quale il Consiglio regionale
esprime solidarietà a Paolo Del Dim per le contestazioni subite a
Udine il 25 aprile scorso e riconosce il ruolo fondamentale
svolto dalle formazioni partigiane osovane nella lotta di
Liberazione dal nazifascismo, nonché nella difesa della nostra
comunità e dell'integrità del territiro nazionale.
E', invece, stata respinta a maggioranza (26 i no di PRC,
Margherita, DS e Cittadini, 17 i sì della Casa delle Libertà con
Panontin e Salvador del gruppo Misto) la mozione dei capigruppo
dell'opposizione.
Spero che dall'Aula esca un documento unitario - aveva affermato
Antonio Martini (Margh) annunciando il testo preparato dalla
maggioranza e sottolineando l'esigenza che la storia d'Italia sia
capita tutta e non cambiata. Bisogna dire cosa è stata la
Resistenza nella nostra regione - aveva rimarcato.
Igor Canciani (PRC) si era detto d'accordo con Berlusconi quando
aveva affermato: "Non continuiamo a confondere storia e memoria".
Aveva quindi aggiunto che la Del Din non si è mai dissociata
esplicitamente dall'appartenere a Gladio; di poter anche essere
contrario a quanto fatto da alcuni estremisti il 25 aprile
scorso, ma che si è trattato di un'espressione di opinione; che
esistono regimi dittatoriali, sostenuti anche dal Governo
italiano, che forse non sarebbero piaciuti a De Gasperi; che la
mozione è, sotto sotto, strumentale e quindi il PRC avrebbe
votato contro.
La libertà è una sola e vale per tutti - aveva proseguito Mauro
Travanut (DS). Dobbiamo riconoscere l'importanza di tutti gli
italiani e le organizzazioni che in quel periodo hanno fatto il
loro dovere nel combattere il nazifascismo e fondare l'Italia
repubblicana; tutti hanno costruito la nostra libertà.
Il centro-sinistra - aveva detto Bruno Zvech (DS) - ha
predisposto un ordine del giorno senza arzigogoli, perché di
arzigogoli non c'é bisogno su questi temi storici che ancora
animano passioni forti e il cui giudizio non è strettamente
attinente ai compiti della politica. I frutti di questa lotta
riguardano tutte le donne e tutti gli uomini, non solo qualcuno.
In questo contesto è quindi giusto ricordare tutti coloro che
hanno preso parte a questa epopea, anche la Del Din, ma nel
contesto complessivo.
Discorso non differente per Giancarlo Tonutti (Margh), che aveva
poi aggiunto che si deve lavorare per un progetto che porti alla
pacificazione e a far sì che certi avvenimenti storici non
accadano più.
Massimo Blasoni (FI) aveva, invece, sostenuto che storicizzare
gli eventi togliendo il connotato politico non è accettabile. E'
vero che c'era un nemico comune, ma bisogna avere l'onestà di
riconoscere la competizione tra le fazioni contro il
nazifascismo. Non tutto è già consegnato alla storia, la mozione
è un atto dovuto quale segno di solidarietà a tutti coloro che si
sono opposti al nazifascismo e non si può accettare siano
fischiati.
Facciamo giochi di parole, in quest'Aula, senza grandi
significati, mentre 60 anni fa si decideva da che parte
combattere - così Claudio Violino (LN) sottolineando il favore
del suo Gruppo alla mozione. Non ha senso parlare oggi ancora di
divisioni, mentre dobbiamo ricordare come mai quel momento di
storia drammatica è stato superato, nonché il ruolo particolare
della nostra terra nel contesto della Resistenza.
Non dobbiamo dilungarci troppo - per Carlo Monai (Citt) - perché
quanto fatto dal gruppetto di giovani a Udine è stato isolato
subito e già il presidente Tesini, in rappresentanza del
Consiglio intero, in quell'occasione ha dimostrato la sua
solidarietà alla Del Din e la sua contrarietà a chi la fischiava.
Il documento rischia di dare troppa importanza al gesto isolato.
Anche Gaetano Valenti (FI) aveva quindi espresso solidarietà
verso la Del Din, ma per lui non è stato il gesto di "quattro
ragazzotti", bensì un gesto su cui riflettere.
Giusto superare, ma non dimenticare, quanto accaduto 60 anni fa -
così infine Roberto Asquini (FI). Ci dobbiamo chiedere perché una
certa cultura contro la Resistenza trova ancora spazio negli
animi; non c'è giustificazione all'atto registrato a Udine.
(foto in e-mail)
(segue)