Pari opportunità: appello per liberazione Clementina Cantoni
(ACON) Trieste, 01 giu - COM/AB - La Commissione regionale pari
opportunità del Friuli Venezia Giulia ha adottato all'unanimità
il seguente documento sulla condizione delle donne afgane, che
contiene anche un appello per la liberazione di Clementina
Cantoni.
"Chiediamo che ogni sforzo possibile venga messo in atto per la
liberazione di Clementina Cantoni e che le condizioni minime di
sicurezza vengano garantite a tutti i civili afgani, donne uomini
e bambini, in questo momento gravemente minacciati dalle
condizioni di insicurezza e miseria in cui versa il Paese.
Clementina Cantoni è a Kabul da tre anni, attiva in un progetto a
favore delle vedove afghane, ormai migliaia in quel Paese.
L'Afghanistan, attraversato da 25 anni di guerra e in cui per
questi lunghi anni le possibilità di lavoro sono state garantite
quasi esclusivamente dall'economia di guerra, presenta un tasso
di analfabetismo che raggiunge l'87%, per la maggioranza
costituito da donne.Molte associazioni afgane, e di recente
Amnesty International, non hanno mai smesso di denunciare,
inascoltati, quali siano le reali condizioni delle donne nel
Paese, ben diverse da quelle propagandate dai governi e dai media
occidentali, in particolare dai Paesi che hanno sostenuto la
guerra in Afghanistan. Ogni giorno le donne afgane rischiano di
essere sequestrate, stuprate, costrette a un matrimonio precoce o
barattate per sanare liti o debiti; subiscono discriminazione da
parte di ogni settore della società e delle autorità, senza che
vi siano reazioni di alcun tipo. Le indagini sulle denunce di
aggressioni, stupri, omicidi o suicidi di donne non sono né
costanti né sistematiche e poche di esse danno luogo a
procedimenti; paradossalmente proprio il burka, la cui
eliminazione è stata uno dei motivi per l'intervento occidentale
in Afghanistan, sembra oggi continuare a offrire alle donne una
protezione".
"Centinaia di donne e bambine - conclude il documento -
continuano infatti a subire abusi da parte di padri, mariti,
fratelli, uomini armati, sistemi di giustizia paralleli e delle
stesse istituzioni statali come la polizia e gli organi
giudiziari. È stato riscontrato un aumento del numero di
matrimoni forzati e in alcuni casi le donne che volevano fuggire
da questo destino hanno preferito suicidarsi, dandosi fuoco. In
vista delle prossime elezioni, le donne delle ONG afgane hanno
firmato e sottoposto al presidente Karzai un appello affinché
mantenga le promesse fatte riguardo alle garanzie minime di
sicurezza per le afgane".