CR: mozione sanità, dibattito (4)
(ACON) Trieste, 01 giu - RC - Pio De Angelis (PRC):
l'accessibilità ai servizi è fondamentale, non si può pensare di
realizzare un servizio indirizzando i pazienti in una struttura
lontana diversi chilometri. Per la questione liste d'attesa
proponiamo di prevedere un quantitativo minimo di prestazioni
gratuite che devono essere garantite prima dell'intra mura, di
intervenire presso le ASS affinché siano loro a pagare la
prestazione se questa é stata chiesta come urgente, di far
lavorare le diagnostiche su due turni per 6 giorni e le sale
operatorie anche il sabato mattina.
Mirko Spacapan (Margh): la questione è critica e anche
l'assessore sa che non va tutto bene. La soluzione è far lavorare
tutti i centri per lo stesso scopo, le macchine sono sufficienti,
ci si deve attrezzare con il personale adeguato perché lavorino
anche al pomeriggio e in orari oggi non usuali; ciò che deve
essere garantita è comunque l'urgenza e l'emergenza, e questo
c'é.
Roberto Asquini (FI): il problema è la prevenzione (nessuno
contesta l'emergenza) e questo avviene perché non abbiamo le
strutture adeguate; servono convenzioni con i privati, ma il PRC
è contrario all'idea e blocca l'operato della maggioranza e della
Giunta.
Sergio Lupieri (Margh): la nostra sanità è sempre riuscita a
fornire servizi adeguati perché, tutto sommato, è di buon
livello; è demagogico affermare che se si va dal privato l'esame
si ottiene subito mentre dalla struttura pubblica ci vogliono
mesi, perché sono strutture che rispondono a logiche diverse. La
domanda è aumentata anche perché ci sono sempre più anziani e
quindi sempre più richieste di intervento. I tempi lunghi sono
per esami di screening che si fanno proprio per la prevenzione,
tanto criticata.
Bruno Zvech (DS): abbiamo un'attenzione esasperata, seppur
motivata, alle patologie acute e alle liste d'attesa; questo
dibattito ci distoglie da altri argomenti importanti che ci
impone la Comunità europea e l'OMS quali l'assistenza sanitaria a
lungo termine e quella per gli anziani. In regione, ne abbiamo
10mila ricoverati e troppo spesso sono in case di cura che non
hanno le caratteristiche adeguate per ospitarli. Dobbiamo
riorganizzare la spesa per la sanità e intervenire con ulteriori
fondi liberi per progetti mirati e di qualità.
(segue)