UDC: il no di Molinaro alle variazioni di bilancio
(ACON) Trieste, 16 giu - COM/AB - "L'esame dell'assestamento di
bilancio 2005 ha evidenziato ancora una volta i limiti del
governo Illy e della sua maggioranza, che hanno ben poca
considerazione delle regole della democrazia rappresentativa, dal
momento che il presidente della Regione e gli assessori di
merito, con rare eccezioni, hanno snobbato i lavori della
Commissione, evitando quel confronto dal quale potrebbe
discendere un'azione di governo più qualificata per i cittadini,
per le famiglie e per le imprese del Friuli Venezia Giulia.
Questo comportamento ha conseguito una manovra di basso profilo,
con molti interventi di dubbia utilità per la comunità
regionale".
Commenta così il capogruppo UDC in Consiglio regionale Roberto
Molinaro il voto negativo espresso sulle variazioni di bilancio.
"Le poche risorse finanziarie libere, dopo aver tappato i buchi
già evidenziati anche dall'UDC lo scorso mese di dicembre in
occasione dell'approvazione della legge finanziaria 2005, tra i
quali l'indispensabile integrazione del Fondo sanitario regionale
per ben 24 milioni di euro -precisa l'esponente regionale
centrista - sono state frammentate in decine di rivoli di spesa,
secondo le esigenze del momento e con l'aggiunta di circa 40
milioni di euro derivanti da storni di capitoli del bilancio
regionale. Hanno prevalso i desideri dei singoli assessori e
consiglieri di maggioranza, senza alcuna evidente strategia
generale e con uno sbilanciamento rilevante verso l'area
giuliana".
"Le pochissime previsioni positive in materia di sanità, di casa
e di cultura sono offuscate da alcune scelte palesemente
sbagliate - rileva il consigliere dell'UDC - in particolare in
materia di autonomie locali e di attività produttive. Si è voluto
avviare la sperimentazione del federalismo fiscale interno
destinando a questo scopo un irrisorio 0.9% delle risorse
spettanti a Province e Comuni, con il rischio di bruciare da
subito una prospettiva ineludibile, che dovrebbe invece
restituire a ciascuna comunità locale una quota delle imposte
pagate dai residenti. Tra le attività produttive si è dimenticato
il settore agricolo, non adeguando gli stanziamenti di spesa per
l'attuazione del Piano di sviluppo rurale 2000-2006 e correndo
così il serio rischio di far perdere agli imprenditori agricoli
parte delle risorse assegnate dall'Unione europea per il
settore".
"Le carenze, questa volta, oltre che per i principali contenuti
non condivisibili, sono anche di metodo, per il comportamento
assunto nei confronti del Consiglio regionale - conclude
Molinaro - costituendo questo un precedente per il quale è
necessario correre ai ripari, quanto prima, non solo con
significativi cambiamenti al provvedimento durante l'esame da
parte dell'Aula, ma soprattutto con una nuova legge sulla forma
di governo, che salvaguardi appieno le prerogative degli eletti
rispetto a quanti esercitano una pubblica funzione in virtù del
solo rapporto fiduciario con il presidente della Regione".