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CR: Statuti regionali, ministro La Loggia, fine seduta (6)

17.06.2005
20:36
(ACON) Trieste, 17 giu - RC - Passi avanti nello Statuto del Friuli Venezia Giulia sono stati fatti rispetto a quello del passato, ma si può fare meglio. Se avete la possibilità di intervenire nell'equa distribuzione delle responsabilità, della divisione dei ruoli tra Esecutivo e Legislativo, fatelo, tentate ancora una volta. Bisogna stare attenti al centralismo regionale, che non si sovrapponga al centralismo nazionale. Così il ministro per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, intervenendo a chiusura della seduta.

Vi confermo - ha detto - da parte mia e del Governo la validità delle istituzioni autonomistiche. Alcuni costituzionalisti mettono in dubbio l'aspetto della specialità, ma non ci sono due costituzionalisti che la pensino nella stessa maniera. Dobbiamo perciò guardare con tolleranza alle opinioni diverse, ma io continuo a dire che le autonomie speciali hanno un valore che viene, sì, dal momento storico che le hanno sancite, ma le ragioni che hanno portato all'autonomia rimangono attuali, e sono ragioni culturali, etniche, politiche.

Mettere in dubbio, delle autonomie, quanto fu storicamente accertato e accettato sarebbe fuori dalla nostra storia italiana, dalla nostra storia nazionale. La nostra riflessine è sull'attuale fase dell'attuazione federalista, che è di transizione e ha ragione chi si dice allarmato, perché in effetti si va a due velocità. Ma noi stiamo cercando di rimediare a quel tipo di federalismo, non ultimo proprio con la legge che porta il mio nome (legge La Loggia n. 131 del 2003), primo impulso perché il Paese attendesse con meno affanno la riforma costituzionale. E oggi stiamo vivendo una seconda fase di questa riforma.

Ci vuole un maggior coinvolgimento tra Stato e Regioni - ha aggiunto - ma l'unico rimedio alla fatica della democrazia è continuare a discutere con pazienza e senza trincerarsi dietro al fare solo per impedire che altri facciano.

Ho ritenuto utile - ha quindi reso noto il ministro - al di là della Conferenza Stato/Regioni, costituire una Convenzione permanente tra Governo e Regioni autonome, figura politica che si riunirà tra due mesi per dare attenzione alle lingue minoritarie, alle risorse che servono per una migliore distribuzione lì dove c'è maggiore bisogno (e senza dubbio la fetta maggiore sta qui rispetto ad altre aree), alla collaborazione transfrontaliera con l'Euroregione, per cui è pronto un testo di legge.

E' bene ci siano i partiti autonomistici, ma è indispensabile che ci sia una visione d'insieme; non si devono dimenticare i più deboli, ma non si possono dimenticare i più forti: un'ovvietà su cui, però, si basa tutto il futuro istituzionale, dal federalismo fiscale al ruolo della politica, quella con la "P" maiuscola.

(fine)