CR: Statuti regionali, ministro La Loggia, fine seduta (6)
(ACON) Trieste, 17 giu - RC - Passi avanti nello Statuto del
Friuli Venezia Giulia sono stati fatti rispetto a quello del
passato, ma si può fare meglio. Se avete la possibilità di
intervenire nell'equa distribuzione delle responsabilità, della
divisione dei ruoli tra Esecutivo e Legislativo, fatelo, tentate
ancora una volta. Bisogna stare attenti al centralismo regionale,
che non si sovrapponga al centralismo nazionale. Così il ministro
per gli Affari regionali, Enrico La Loggia, intervenendo a
chiusura della seduta.
Vi confermo - ha detto - da parte mia e del Governo la validità
delle istituzioni autonomistiche. Alcuni costituzionalisti
mettono in dubbio l'aspetto della specialità, ma non ci sono due
costituzionalisti che la pensino nella stessa maniera. Dobbiamo
perciò guardare con tolleranza alle opinioni diverse, ma io
continuo a dire che le autonomie speciali hanno un valore che
viene, sì, dal momento storico che le hanno sancite, ma le
ragioni che hanno portato all'autonomia rimangono attuali, e sono
ragioni culturali, etniche, politiche.
Mettere in dubbio, delle autonomie, quanto fu storicamente
accertato e accettato sarebbe fuori dalla nostra storia italiana,
dalla nostra storia nazionale. La nostra riflessine è
sull'attuale fase dell'attuazione federalista, che è di
transizione e ha ragione chi si dice allarmato, perché in effetti
si va a due velocità. Ma noi stiamo cercando di rimediare a quel
tipo di federalismo, non ultimo proprio con la legge che porta il
mio nome (legge La Loggia n. 131 del 2003), primo impulso perché
il Paese attendesse con meno affanno la riforma costituzionale. E
oggi stiamo vivendo una seconda fase di questa riforma.
Ci vuole un maggior coinvolgimento tra Stato e Regioni - ha
aggiunto - ma l'unico rimedio alla fatica della democrazia è
continuare a discutere con pazienza e senza trincerarsi dietro al
fare solo per impedire che altri facciano.
Ho ritenuto utile - ha quindi reso noto il ministro - al di là
della Conferenza Stato/Regioni, costituire una Convenzione
permanente tra Governo e Regioni autonome, figura politica che si
riunirà tra due mesi per dare attenzione alle lingue minoritarie,
alle risorse che servono per una migliore distribuzione lì dove
c'è maggiore bisogno (e senza dubbio la fetta maggiore sta qui
rispetto ad altre aree), alla collaborazione transfrontaliera con
l'Euroregione, per cui è pronto un testo di legge.
E' bene ci siano i partiti autonomistici, ma è indispensabile che
ci sia una visione d'insieme; non si devono dimenticare i più
deboli, ma non si possono dimenticare i più forti: un'ovvietà su
cui, però, si basa tutto il futuro istituzionale, dal federalismo
fiscale al ruolo della politica, quella con la "P" maiuscola.
(fine)