UDC: Molinaro, cooperazione sociale e specialità regionale
(ACON) Trieste, 20 giu - COM/AB - "Quando la potestà
legislativa regionale è esercitata in coerenza con l'evoluzione
dell'autonomia speciale, lo Stato non ha motivazioni valide per
contestarla. E' quello che è successo in materia di cooperazione
sociale, con la norma regionale che introduce la figura del socio
fruitore, impugnata dal Governo e confermata invece pochi giorni
fa dalla Corte Costituzionale, per l'inammissibilità del ricorso
governativo in quanto carente di motivazioni".
Commenta così il capogruppo UDC in Consiglio regionale Roberto
Molinaro la recentissima sentenza della Corte Costituzionale che
assicura piena legittimità alla disposizione della legge
regionale in materia di cooperazione sociale, approvata
attraverso un emendamento del quale, nel 2002, lo stesso Molinaro
era stato primo firmatario.
"Nonostante le perplessità che erano emerse, le considerazioni
svolte nella sentenza del 26 maggio scorso dalla Corte
Costituzionale avvalorano adeguatamente la scelta del Consiglio
regionale - precisa il capogruppo UDC - fissando anche alcuni
principi per la discussa attuazione del Titolo V della
Costituzione, sicuramente utili nella prossima riformulazione
dell'intera normativa regionale in materia di cooperazione
sociale.
I motivi di soddisfazione per questa scelta lungimirante del
Friuli Venezia Giulia non possono che essere relativi
all'attualità della figura di socio fruitore - conclude Molinaro
- dal momento che le cooperative sociali possono essere
notevolmente rafforzate in termini di rappresentatività da questa
nuova tipologia di socio e prendere parte, di conseguenza, con
più incisività e con un ruolo di rango pubblicistico alla
programmazione e gestione dei nuovi servizi sociali nell'ambito
dei Piani di Zona, in corso di elaborazione in Friuli Venezia
Giulia.
I nuovi soci, essendo espressione diretta delle categorie
svantaggiate e delle loro famiglie che si avvalgono delle
prestazioni delle cooperative sociali - conclude Molinaro -
rafforzano la funzione della stesse, fugando quelle
preoccupazioni di alterazione della concorrenza nel mercato che
non avevano ragion d'essere e favoriscono l'instaurarsi di
rapporti diretti con i soggetti istituzionali.