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UDC: Molinaro, cooperazione sociale e specialità regionale

20.06.2005
16:04
(ACON) Trieste, 20 giu - COM/AB - "Quando la potestà legislativa regionale è esercitata in coerenza con l'evoluzione dell'autonomia speciale, lo Stato non ha motivazioni valide per contestarla. E' quello che è successo in materia di cooperazione sociale, con la norma regionale che introduce la figura del socio fruitore, impugnata dal Governo e confermata invece pochi giorni fa dalla Corte Costituzionale, per l'inammissibilità del ricorso governativo in quanto carente di motivazioni".

Commenta così il capogruppo UDC in Consiglio regionale Roberto Molinaro la recentissima sentenza della Corte Costituzionale che assicura piena legittimità alla disposizione della legge regionale in materia di cooperazione sociale, approvata attraverso un emendamento del quale, nel 2002, lo stesso Molinaro era stato primo firmatario.

"Nonostante le perplessità che erano emerse, le considerazioni svolte nella sentenza del 26 maggio scorso dalla Corte Costituzionale avvalorano adeguatamente la scelta del Consiglio regionale - precisa il capogruppo UDC - fissando anche alcuni principi per la discussa attuazione del Titolo V della Costituzione, sicuramente utili nella prossima riformulazione dell'intera normativa regionale in materia di cooperazione sociale.

I motivi di soddisfazione per questa scelta lungimirante del Friuli Venezia Giulia non possono che essere relativi all'attualità della figura di socio fruitore - conclude Molinaro - dal momento che le cooperative sociali possono essere notevolmente rafforzate in termini di rappresentatività da questa nuova tipologia di socio e prendere parte, di conseguenza, con più incisività e con un ruolo di rango pubblicistico alla programmazione e gestione dei nuovi servizi sociali nell'ambito dei Piani di Zona, in corso di elaborazione in Friuli Venezia Giulia.

I nuovi soci, essendo espressione diretta delle categorie svantaggiate e delle loro famiglie che si avvalgono delle prestazioni delle cooperative sociali - conclude Molinaro - rafforzano la funzione della stesse, fugando quelle preoccupazioni di alterazione della concorrenza nel mercato che non avevano ragion d'essere e favoriscono l'instaurarsi di rapporti diretti con i soggetti istituzionali.