Tesini a EuroP.A.:Il CAL tratta con il Consiglio regionale
(ACON) Rimini, 24 giu - MPB - La previsione di attuare il
Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) costituisce una delle
novità più significative dei nuovi Statuti delle Regioni e per
questo non deve fallire a causa di una cattiva o confusa
previsione di missione e scopi, o per indisponibilità o
incapacità di dare coerente seguito all'introduzione di questo
nuovo organo di rappresentanza, consultazione e concertazione.
E' il messaggio che il presidente del Consiglio regionale del
Friuli Venezia Giulia Alessandro Tesini, in qualità di
coordinatore nazionale della Conferenza dei presidenti
dell'Assemblea, dei Consigli regionali e delle Province autonome,
ha lanciato intervenendo nel campo tematico delle riforme
istituzionali a EuroP.A., il Salone delle Autonomie Locali in
svolgimento in questi giorni a Rimini, e indicando che
quest'organismo è - in base alla conclusione unanimemente
condivisa - interlocutore del Consiglio regionale e non della
Giunta, che invece tratta con la Conferenza delle Autonomie
Locali.
All'appuntamento di Rimini - 100 convegni in quattro giorni,
articolati in una quindicina di aree tematiche, 500 relatori, un
punto privilegiato di incontro di sindaci, amministratori,
dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione locale -
Tesini ha concluso stamani il convegno dedicato al ruolo e alle
funzioni del Consiglio delle Autonomie Locali nel sistema dei
raccordi interistituzionali, sullo sfondo del quadro tracciato
dagli esperti che da tempo sono consulenti delle Regioni in
merito: Beniamino Caravita di Toritto, ordinario di istituzioni
di diritto pubblico all'Università La Sapienza di Roma, Stelio
Mangiameli, ordinario di diritto costituzionale all'Università di
Teramo, Luciano Vandelli, ordinario di diritto amministrativo
all'Università di Bologna e coordinatore delle Regioni in materia
di riforme statutarie, Andrea Piratino direttore della scuola
superiore della Pubblica amministrazione locale.
L'introduzione del CAL può essere il vero punto di riequilibrio
nelle Regioni dopo i nuovi poteri e la forma di governo
introdotti dall'elezione dei presidenti di Regione, ha affermato
Tesini, e infatti le Regioni - che non possono chiedere
sussidiarietà solo verso la fase ascendente (Stato e Ue), ma
devono attuarla assieme alla prossimità anche all'interno della
Regione - sono di fronte alla prova, che costituisce una vera
cartina tornasole, del modo con il quale rapportarsi alle
Autonomie locali, così come stanno discutendo su come
relazionare con Stato e Ue.
Il vero nodo - per Tesini - sta nel modo in cui dare attuazione
al principio della leale collaborazione che, se rapportato alle
Autonomie Locali, significa anche misurarsi pure con i vincoli
della adeguatezza, perché - avverte - non c'è nulla di peggio di
attribuire ad esse competenze e missioni sproporzionate rispetto
alle loro possibilità. Ciò significa che nell'istituire il CAL
non si possono confondere le responsabilità, i luoghi e i momenti
della rappresentanza e quelli della concertazione.
Il CAL - ha insistito Tesini - è il luogo della rappresentanza e
ciò significa che è un co-decisore, non un co-amministratore: ne
consegue che il suo interlocutore è il Consiglio regionale e non
la Giunta.
Questo - per il Coordinatore della Conferenza dei Presidenti dei
Consigli regionali - è anche l'unico modo per risolvere in modo
positivo una questione che altrimenti genera cortocircuiti
pericolosi per tutti: al Consiglio regionale non possono essere
sottoposti testi blindati, non importa se formalmente o nei
fatti. E prosegue: è un'esigenza sacrosanta quella della Giunta
di concertare scelte e decisioni con le rappresentanze delle
realtà istituzionali e sociali di volta in volta interessate.
Per quanto riguarda le Autonomie Locali si può prevedere uno
strumento agile e leggero, sul modello della Conferenza
Regioni-Autonomie Locali (che potrebbe essere ritagliato anche
all'interno del CAL) ma deve essere chiaro - ammonisce ancora
Tesini - che il CAL ha come interlocutore il Consiglio regionale
con il quale si rapporta in diversi modi e a più livelli, dalle
sessioni congiunte per discutere gli indirizzi programmatici,
alla partecipazione di lavori delle Commissioni quando trattano
temi pertinenti, all' espressione dei pareri su provvedimenti
legislativi.
Questo modello - conclude il presidente - è il più percorribile e
anche il più efficace. Porterebbe alla svolta nella forma di
governo che tutti attendono. Ed è anche il più rispettoso
dell'autonomia e della sovranità del Consiglio regionale al quale
spetta l'ultima parola come a tutte le Assemblee elettive in
tutte le democrazie del mondo.
Non manca il riferimento di Tesini al Friuli Venezia Giulia: la
discussione che si è riaperta in questi giorni nel dibattito
politico regionale attorno al ruolo delle Province e degli ASTER,
disegnati dalla riforma - afferma - è molto vecchia, inutile e di
sterile schieramento se continua a non misurarsi fino in fondo
con questi temi.