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Tesini a EuroP.A.:Il CAL tratta con il Consiglio regionale

24.06.2005
15:16
(ACON) Rimini, 24 giu - MPB - La previsione di attuare il Consiglio delle Autonomie Locali (CAL) costituisce una delle novità più significative dei nuovi Statuti delle Regioni e per questo non deve fallire a causa di una cattiva o confusa previsione di missione e scopi, o per indisponibilità o incapacità di dare coerente seguito all'introduzione di questo nuovo organo di rappresentanza, consultazione e concertazione.

E' il messaggio che il presidente del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia Alessandro Tesini, in qualità di coordinatore nazionale della Conferenza dei presidenti dell'Assemblea, dei Consigli regionali e delle Province autonome, ha lanciato intervenendo nel campo tematico delle riforme istituzionali a EuroP.A., il Salone delle Autonomie Locali in svolgimento in questi giorni a Rimini, e indicando che quest'organismo è - in base alla conclusione unanimemente condivisa - interlocutore del Consiglio regionale e non della Giunta, che invece tratta con la Conferenza delle Autonomie Locali.

All'appuntamento di Rimini - 100 convegni in quattro giorni, articolati in una quindicina di aree tematiche, 500 relatori, un punto privilegiato di incontro di sindaci, amministratori, dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione locale - Tesini ha concluso stamani il convegno dedicato al ruolo e alle funzioni del Consiglio delle Autonomie Locali nel sistema dei raccordi interistituzionali, sullo sfondo del quadro tracciato dagli esperti che da tempo sono consulenti delle Regioni in merito: Beniamino Caravita di Toritto, ordinario di istituzioni di diritto pubblico all'Università La Sapienza di Roma, Stelio Mangiameli, ordinario di diritto costituzionale all'Università di Teramo, Luciano Vandelli, ordinario di diritto amministrativo all'Università di Bologna e coordinatore delle Regioni in materia di riforme statutarie, Andrea Piratino direttore della scuola superiore della Pubblica amministrazione locale.

L'introduzione del CAL può essere il vero punto di riequilibrio nelle Regioni dopo i nuovi poteri e la forma di governo introdotti dall'elezione dei presidenti di Regione, ha affermato Tesini, e infatti le Regioni - che non possono chiedere sussidiarietà solo verso la fase ascendente (Stato e Ue), ma devono attuarla assieme alla prossimità anche all'interno della Regione - sono di fronte alla prova, che costituisce una vera cartina tornasole, del modo con il quale rapportarsi alle Autonomie locali, così come stanno discutendo su come relazionare con Stato e Ue.

Il vero nodo - per Tesini - sta nel modo in cui dare attuazione al principio della leale collaborazione che, se rapportato alle Autonomie Locali, significa anche misurarsi pure con i vincoli della adeguatezza, perché - avverte - non c'è nulla di peggio di attribuire ad esse competenze e missioni sproporzionate rispetto alle loro possibilità. Ciò significa che nell'istituire il CAL non si possono confondere le responsabilità, i luoghi e i momenti della rappresentanza e quelli della concertazione.

Il CAL - ha insistito Tesini - è il luogo della rappresentanza e ciò significa che è un co-decisore, non un co-amministratore: ne consegue che il suo interlocutore è il Consiglio regionale e non la Giunta.

Questo - per il Coordinatore della Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali - è anche l'unico modo per risolvere in modo positivo una questione che altrimenti genera cortocircuiti pericolosi per tutti: al Consiglio regionale non possono essere sottoposti testi blindati, non importa se formalmente o nei fatti. E prosegue: è un'esigenza sacrosanta quella della Giunta di concertare scelte e decisioni con le rappresentanze delle realtà istituzionali e sociali di volta in volta interessate.

Per quanto riguarda le Autonomie Locali si può prevedere uno strumento agile e leggero, sul modello della Conferenza Regioni-Autonomie Locali (che potrebbe essere ritagliato anche all'interno del CAL) ma deve essere chiaro - ammonisce ancora Tesini - che il CAL ha come interlocutore il Consiglio regionale con il quale si rapporta in diversi modi e a più livelli, dalle sessioni congiunte per discutere gli indirizzi programmatici, alla partecipazione di lavori delle Commissioni quando trattano temi pertinenti, all' espressione dei pareri su provvedimenti legislativi.

Questo modello - conclude il presidente - è il più percorribile e anche il più efficace. Porterebbe alla svolta nella forma di governo che tutti attendono. Ed è anche il più rispettoso dell'autonomia e della sovranità del Consiglio regionale al quale spetta l'ultima parola come a tutte le Assemblee elettive in tutte le democrazie del mondo.

Non manca il riferimento di Tesini al Friuli Venezia Giulia: la discussione che si è riaperta in questi giorni nel dibattito politico regionale attorno al ruolo delle Province e degli ASTER, disegnati dalla riforma - afferma - è molto vecchia, inutile e di sterile schieramento se continua a non misurarsi fino in fondo con questi temi.