CR: variazioni di bilancio, Guerra e Molinaro (4)
(ACON) Trieste, 27 giu - MPB - Alessandra Guerra, relatore di
minoranza per la Lega Nord, ricordando che il dibattito in
Commissione non ha lasciato margini all'accoglimento degli
emendamenti dell'opposizione, né ad una revisione obiettiva di
molte delle scelte operate dalla maggioranza, sottolinea
soprattutto le censure alle norme relative al federalismo
fiscale, che in realtà è un semplice meccanismo di trasferimento
di risorse agli Enti locali associato all'idea di federalismo
solo in ragione del legame fra l'entità del trasferimento
regionale e il gettito riscosso a fini IRPEF, cosa molto diversa
dal vero federalismo fiscale che presuppone invece un'autonoma
capacità impositiva.
Alle scelte operate in questo assestamento non si può attribuire
veste di riforma, afferma la Guerra rilevando anche l'astrattezza
degli indicatori socio-demografici previsti, l'esiguità delle
risorse impegnate, l'eccessiva presenza di norme ad hoc, con
evidente sbilanciamento di interventi a favore dell'area della
Venezia Giulia e di cui l'opposizione ha dimostrato
dettagliatamente l'inutilità e, talvolta, anche l'inopportunità.
Insufficiente, inoltre, è ritenuto il previsto intervento in tema
di sicurezza e la norma appare anche in contrasto con quanto
previsto all'articolo 5 che ripristina ulteriori finanziamenti a
favore dei cittadini immigrati e raddoppia il contributo al
Centro Balducci di Zugliano.
Alle ulteriori risorse destinate alle politiche per
l'immigrazione si accompagna un vergognoso taglio delle somme
destinate agli incentivi per le nascite. La norma, già
profondamente modificata, da strumento di promozione delle
nascite e quindi della famiglia è diventata, per la Guerra,
intervento assistenziale, e con la riduzione del numero dei
possibili beneficiari ha perso il significato politico di
valorizzazione della famiglia in quanto tale.
Guerra rileva positivamente la sensibilità dimostrata nei
confronti delle scuole materne e degli asili nido, con un
distinguo tra la norma relativa agli investimenti delle scuole
dell'infanzia, che è un intervento nuovo, anche se in continuità
con norme precedenti e analoghe, e la normativa prevista per gli
asili nido altro non è se non il rifinanziamento di un intervento
realizzato dalla Lega Nord in occasione del collegato alla
Finanziaria 2002. E ricorda inoltre che i contributi attribuiti
con la norma ora nuovamente finanziata, ma relativi agli anni
2003 e 2004, non sono ancora stati erogati ed auspica che per il
problema ci sia un segnale positivo con la tempestiva
liquidazione di quanto già dovuto e finora non attribuito.
Per il relatore di minoranza Roberto Molinaro (UDC)
l'assestamento del bilancio si propone in termini di continuità
rispetto alla manovra finanziaria 2005, ma la sua impostazione e
le variazioni alle poste di previsione sono indicative di un modo
di concepire la gestione delle risorse di competenza regionale
non condivisibile nel metodo più che nelle singole scelte di
merito che appartengono, invece, alla discrezionalità dell'azione
di governo.
Il documento è caratterizzato da una prospettiva di breve
termine, dettata dalla necessità di coprire domande di contributo
già presentate e quindi da soddisfare; le nuove previsioni di
spesa sono per lo più frammentate e l'approccio all'assestamento
avviene per approssimazioni successive mancando una linea
generale da salvaguardare.
Fra le criticità evidenziate, i trasferimenti alle autonomie
locali, gli interventi in materia di tutela della salute e
protezione sociale (con l'eccezione dell'implementazione del
Fondo sanitario e il ripristino dello stanziamento 2005 per il
miglioramento qualitativo degli asili nido privati); le
assegnazioni puntuali a enti gestori del servizio sanitario
regionale anche quando tali risorse potevano essere assegnate in
via amministrativa; il non aver previsto ulteriori disponibilità
per gli interventi socio-assistenziali; l'assenza di norme intese
a consentire la cumulabilità tra assegni di natalità statali e
regionali, per evitare il recupero di somme già erogate da
famiglie con ridotte capacità di reddito.
Se positivi sono gli interventi nel settore istruzione, cultura e
sport, a destare perplessità sono le ulteriori rimodulazioni
riguardo il tema casa, alcuni interventi puntuali in azioni di
generale interesse, come la diffusione della connessione a banda
larga tramite fibre ottiche delle zone industriali,
l'introduzione del nuovo limite ventennale di spesa di 400.000
euro annui per la salvaguardia dei centri storici primari,
l'assenza di previsioni per l'attuazione della riforma del
sistema idrico integrato.
Di difficile lettura anche la politica che s'intende attuare
nell'ambito dei settori produttivi, dove c'è addirittura una
disattenzione totale per l'agricoltura. Assolutamente
inconcepibili l'assenza di una politica in favore dei giovani
(azzerato il fondo globale 2005) e la riduzione del 40% del fondo
globale destinato all'alfabetizzazione informatica delle persone
adulte.
(segue)