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UDC: asili nido, più risorse e sussidiarietà sociale

18.07.2005
13:22
(ACON) Trieste, 18 lug - COM/AB - "La Regione deve dotarsi di una legge che promuova lo sviluppo quantitativo e qualitativo dei servizi per la prima infanzia e che faciliti l'accesso agli stessi da parte delle famiglie: per questo è positivo il maggiore impegno di risorse, ma che devono essere destinate alle famiglie e, indirettamente, a tutti i soggetti gestori accreditati, pubblici, del privato sociale e privati. Solo con un coinvolgimento ampio di tutti i soggetti interessati potrà essere salvaguardato il pluralismo educativo e raggiunto una disponibilità di servizi di livello europeo anche in Friuli Venezia Giulia."

Precisa così la posizione della propria forza politica il capogruppo UDC in Consiglio regionale Roberto Molinaro alla vigilia dell'esame da parte della Commissione dell'importante provvedimento, sulla scorta di un testo licenziato, a maggioranza, dal Comitato ristretto.

"Non siamo contrari a costruire un nuovo sistema educativo integrato per la prima infanzia, ma dobbiamo darci regole per un passaggio morbido al nuovo sistema - precisa l'esponente regionale centrista - con una piena salvaguardia del ruolo della famiglia e del pluralismo educativo, frutto delle scelte delle comunità locali e dal quale si deve partire per una piena valorizzazione della sussidiarietà sociale".

"Dobbiamo puntare a un ampliamento dell'offerta di servizi nel territorio, alla sua diversificazione e alla sua crescita qualitativa - precisa ulteriormente il capogruppo UDC - ma nel contempo dobbiamo realizzare migliori condizioni, economiche e di localizzazione dei servizi, per facilitare l'accessibilità delle famiglie agli stessi. Quindi attenzione massima deve essere riservata ai costi che sono necessari al raggiungimento degli standard di qualità fissati".

"Per questi obiettivi, la nuova legge regionale non può essere focalizzata né sull'eccessiva qualificazione educativa, né su nuovi dirigismi pedagogici o burocratici - afferma Molinaro - che non si conciliano con un sistema plurale, nel quale le istituzioni ai diversi livelli, Comuni in primis, ma anche Province e Regione, devono assolvere a funzioni di programmazione, di promozione, di regolazione, di garanzia e verifica, con il concorso delle famiglie e dei soggetti gestori dei servizi".

"Questo nuovo contesto si realizza certamente con più risorse a disposizione, come già anche l'UDC aveva sollecitato, per l'abbattimento delle rette di frequenza con contributi diretti alle famiglie - conclude il capogruppo centrista - ma l'utilizzo di tali benefici deve essere esteso a tutte le strutture accreditate e non solo a quelle pubbliche o convenzionate, per un duplice obiettivo: assicurare la libertà di scelta alle famiglie e promuovere la qualificazione dei servizi stessi".