IV Comm: audizioni casse di espansione sul Tagliamento
(ACON) Trieste, 21 lug - RC - Ancora audizioni, in IV
Commissione consiliare presieduta da Uberto Fortuna Drossi
(Citt), dopo quelle effettuate in maggio, sulle casse di
espansione lungo il fiume Tagliamento.
Sono state utilizzate delle scorciatoie per la procedura di VIA
(Valutazione di impatto ambientale) che, di fatto, non viene
attivata e devono essere sanate delle carenze tecniche quanto
alla sicurezza idrogeologica - così, tra i tanti, la Provincia di
Udine. Le casse non sono la soluzione idonea. Meglio le
alternative proposte, basate su una naturalizzazione della zona
che può essere fatta guardando anche cosa fatto altrove in Europa
- così poi quella di Pordenone.
Per i sindaci dei Comuni della Bassa Friulana coinvolti, ha
parlato la prima cittadina di Latisana, Micaela Sette,
accompagnata a Trieste da una delegazione di circa 80 latisanesi
che davanti alla sede del Consiglio regionale hanno mostrato uno
striscione con scritto: "Vogliamo solo la dignità di vivere in
sicurezza". Mi pare una richiesta legittima - ha detto il sindaco
spiegando di non aver mai ricevuto in via ufficiale il progetto
perché il suo Comune, come altri della Bassa, non era
classificato Ente coinvolto direttamente. Tutti saremmo per la
diga e non per le casse di espansione, ma ormai il tempo manca
perciò dobbiamo accettarle. A Latisana stiamo vedendo se si può
applicare un modello idraulico per allargare l'alveo del fiume,
ma ciò che stiamo facendo da noi non può sostituire la
laminazione a monte del Tagliamento. Il modello dovrà permettere
il passaggio dei 4.000 metri cubi d'acqua al secondo previsti dal
Piano stralcio, perché oggi non passerebbero.
Criticata l'opportunità di creare una simile opera in un simile
contesto ambientale, poi, dai Comuni di Flaibano e di Sedegliano,
che si sono detti solidali con i colleghi della Bassa, mentre il
Consorzio di bonifica Cellina-Meduna l'ha giudicata un progetto
che porterà finalmente un beneficio atteso, la cui efficacia
resta però legata alla realizzazione di tutte e tre le casse.
Se il rappresentante di Coldiretti ha fatto presente che queste
non saranno realizzate nell'alveo, ma su terreni privati, perciò
che sia scritto da subito l'indennizzo per gli espropriati, e se
Legambiente ha chiesto la verifica dell'uniformità degli
strumenti di pianificazione, cosa che permetterà di vedere se
l'investimento pubblico sta andando a buon fine, la Giunta di
Ronchis ha parlato di preoccupazione per il procrastinarsi del
tempo nella messa in sicurezza del fiume e nella laminazione a
monte come previsto dal Piano stralcio, legge dello Stato che non
può essere disattesa, e ha sollecitato la Regione ad andare
avanti senza indugio.
Le amministrazioni di Camino, Codroipo e San Vito hanno chiesto
una progettualità complessiva che includa tutti gli interventi
previsti dal Piano stralcio nonché la manutenzione su tutto il
corso del fiume. A far loro eco con la richiesta di un progetto
su tutto l'alveo, il CORDICOM (coordinamento comitati per
l'ambiente e la qualità della vita) del Friuli Venezia Giulia.
(foto in e-mail; immagini alle tv)