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IV Comm: audizioni casse di espansione sul Tagliamento

21.07.2005
18:32
(ACON) Trieste, 21 lug - RC - Ancora audizioni, in IV Commissione consiliare presieduta da Uberto Fortuna Drossi (Citt), dopo quelle effettuate in maggio, sulle casse di espansione lungo il fiume Tagliamento.

Sono state utilizzate delle scorciatoie per la procedura di VIA (Valutazione di impatto ambientale) che, di fatto, non viene attivata e devono essere sanate delle carenze tecniche quanto alla sicurezza idrogeologica - così, tra i tanti, la Provincia di Udine. Le casse non sono la soluzione idonea. Meglio le alternative proposte, basate su una naturalizzazione della zona che può essere fatta guardando anche cosa fatto altrove in Europa - così poi quella di Pordenone.

Per i sindaci dei Comuni della Bassa Friulana coinvolti, ha parlato la prima cittadina di Latisana, Micaela Sette, accompagnata a Trieste da una delegazione di circa 80 latisanesi che davanti alla sede del Consiglio regionale hanno mostrato uno striscione con scritto: "Vogliamo solo la dignità di vivere in sicurezza". Mi pare una richiesta legittima - ha detto il sindaco spiegando di non aver mai ricevuto in via ufficiale il progetto perché il suo Comune, come altri della Bassa, non era classificato Ente coinvolto direttamente. Tutti saremmo per la diga e non per le casse di espansione, ma ormai il tempo manca perciò dobbiamo accettarle. A Latisana stiamo vedendo se si può applicare un modello idraulico per allargare l'alveo del fiume, ma ciò che stiamo facendo da noi non può sostituire la laminazione a monte del Tagliamento. Il modello dovrà permettere il passaggio dei 4.000 metri cubi d'acqua al secondo previsti dal Piano stralcio, perché oggi non passerebbero.

Criticata l'opportunità di creare una simile opera in un simile contesto ambientale, poi, dai Comuni di Flaibano e di Sedegliano, che si sono detti solidali con i colleghi della Bassa, mentre il Consorzio di bonifica Cellina-Meduna l'ha giudicata un progetto che porterà finalmente un beneficio atteso, la cui efficacia resta però legata alla realizzazione di tutte e tre le casse.

Se il rappresentante di Coldiretti ha fatto presente che queste non saranno realizzate nell'alveo, ma su terreni privati, perciò che sia scritto da subito l'indennizzo per gli espropriati, e se Legambiente ha chiesto la verifica dell'uniformità degli strumenti di pianificazione, cosa che permetterà di vedere se l'investimento pubblico sta andando a buon fine, la Giunta di Ronchis ha parlato di preoccupazione per il procrastinarsi del tempo nella messa in sicurezza del fiume e nella laminazione a monte come previsto dal Piano stralcio, legge dello Stato che non può essere disattesa, e ha sollecitato la Regione ad andare avanti senza indugio.

Le amministrazioni di Camino, Codroipo e San Vito hanno chiesto una progettualità complessiva che includa tutti gli interventi previsti dal Piano stralcio nonché la manutenzione su tutto il corso del fiume. A far loro eco con la richiesta di un progetto su tutto l'alveo, il CORDICOM (coordinamento comitati per l'ambiente e la qualità della vita) del Friuli Venezia Giulia.

(foto in e-mail; immagini alle tv)