CR: pdl asili nido, relazione Bassa Poropat (4)
(ACON) Trieste, 26 lug - RC - Da tempo il Friuli Venezia Giulia
attende una riforma organica della normativa in materia di asili
nido e più in generale di servizi alla prima infanzia e alla
famiglia. Così il commento della relatrice di maggioranza, Maria
Teresa Bassa Poropat (Citt), nello spiegare la nuova legge che
l'Aula si appresta ad approvare, frutto di un lavoro di unione -
ove possibile - di due proposte, una di FI e una del
centro-sinistra.
La legge regionale 32/1987 necessita di una revisione radicale in
quanto inadeguata ai mutamenti profondi che hanno caratterizzato
la nostra società nell'ultimo ventennio sotto il profilo
economico, sociale, culturale. E' indispensabile una nuova legge
che si ponga come obiettivo il potenziamento, la diversificazione
e la regolamentazione di un Sistema dei servizi pubblici e
privati per la prima infanzia tale da garantire standard
qualitativi adeguati sotto il profilo pedagogico e organizzativo,
assicurando alle famiglie un livello di prestazione omogeneo pur
nel rispetto delle specificità territoriali e delle progettualità
educative.
Il principio ispiratore della presente legge sta nella volontà di
definire le politiche per la prima infanzia all'interno di un
quadro più generale di politiche dei diritti (art. 1).
Attraverso la realizzazione del Sistema educativo integrato
pubblico/privato (art. 2), si sottolinea infatti la valenza
fortemente educativa dei servizi all'infanzia, superando un
modello ormai obsoleto che attribuiva al nido compiti
prevalentemente socio-assistenziali e ribadendo altresì l'azione
di sostegno alle competenze dei genitori nella costruzione del
progetto educativo.
Per raggiungere tali obiettivi, si ampliano, si diversificano e
si mettono in rete l'offerta formativa pubblica e privata,
affiancando all'esperienza del nido tradizionale nuove tipologie
di servizio quali i micro nidi, i nidi integrati alla scuola
dell'infanzia, i nidi condominiali e i nidi aziendali (art. 3).
Sono altresì previsti servizi integrativi al nido, caratterizzati
da modalità organizzative flessibili per quanto attiene il tempo
di permanenza del bambino nella struttura come gli spazi gioco, i
servizi educativi familiari, i centri per bambini e genitori
(art. 4), ma anche l'attivazione di servizi socio-educativi
sperimentali (art. 5), finalizzati a rispondere ad esigenze
particolari legate sia a specifici bisogni delle famiglie sia
del territorio, quali i servizi auto gestiti dalle famiglie o i
servizi ricreativi finalizzati ad offrire ai bambini occasioni
estemporanee di gioco e socializzazione.
Riconoscendo l'importante ruolo svolto dai soggetti privati, si
definiscono gli standard pedagogici, organizzativi e strutturali,
omogenei per i servizi erogati da gestori pubblici e privati, in
relazione a due diverse procedure: l'autorizzazione al
funzionamento con l'indicazione di requisiti strutturali e
organizzativi minimi (art. 17) e l'accreditamento (art. 19),
condizione necessaria per accedere al finanziamento pubblico da
parte dei soggetti privati.
Non mancano i compiti del Comitato pedagogico e organizzativo,
inteso quale strumento tecnico della Giunta, finalizzato ad
elaborare indirizzi pedagogici omogenei e condivisi a livello
regionale e a favorire la sperimentazione e la verifica di
specifici progetti. Per rispondere a tali finalità, si prevede un
ampliamento della sua composizione attraverso l'estensione ad una
rappresentanza dei soggetti gestori privati, del tutore dei
minori e di un esponente del Gruppo territoriale regionale
nidi-infanzia.
Infine, è stata introdotta una clausola valutativa (art. 27)
finalizzata a verificare i risultati ottenuti. Ma anche le norme
finanziarie testimoniano la volontà di Giunta e maggioranza di
intervenire con consistenti aiuti indirizzati sia a migliorare i
servizi sia a sostenere gli oneri delle famiglie attraverso un
Fondo dedicato, da trasferire ai Comuni per consentire
l'abbattimento dei costi delle rette.
(segue)