CR: pdl asili nido, relazione Camber, Ciani (5)
(ACON) Trieste, 26 lug - RC - La legge proposta sugli asili
nido inizialmente afferma principi e finalità condivisibili -
così il relatore di minoranza Piero Camber (FI) - quali la
sussidiarietà e la solidarietà, il riconoscimento del diritto
alla scelta educativa delle famiglie e la valorizzazione del
ruolo delle formazioni sociali senza scopo di lucro. Però tali
principi sono negati negli articoli successivi.
Il Sistema educativo integrato che si vuole costituire, nei fatti
si tradurrà in una omologazione della realtà degli asili nido che
oggi egregiamente costituiscono un'efficace risposta alle
esigenze delle famiglie. La preoccupazione della nuova normativa
deve essere soprattutto di sostenere chi già opera. Dagli anni
Novanta, le famiglie, organizzandosi liberamente in associazione
o tramite le scuole materne libere già esistenti, hanno
costituito una valida rete di strutture di accoglienza per
bambini, spesso annesse alle scuole materne. Con la nostra
proposta di legge, avevamo quindi voluto sostenere questa
importante realtà sociale. Invece quanto approvato dalla III
Commissione, pur affermando fra i principi ispiratori la
valorizzazione del ruolo degli enti no profit (articolo 1), nei
fatti risente di una concezione "statalista" della società, ove
si concepisce il "pubblico" quale unico vero soggetto, e al quale
gli altri sono costretti ad adeguarsi.
E' vero che per le strutture del privato sociale e per le private
c'è l'istituto dell'accreditamento in convenzione, con la
possibilità di usufruire dell'abbattimento delle rette, ma il
rilascio dell'accreditamento e della relativa convenzione è
subordinato ad una serie di adempimenti sui quali si esprimono le
nostre forti perplessità.
Ciò che chiediamo è di rendere questa legge - di cui tutti
condividiamo importanza e urgenza - più aderente al principio
della sussidiarietà sociale; noi presenteremo emendamenti in tal
senso.
Restano ulteriori perplessità anche su alcuni aspetti tecnici di
dettaglio quali, ad esempio, la necessità di specifiche deroghe
urbanistiche per gli asili nido aziendali: pensiamo utile
consentire che tali strutture possano essere realizzate
nell'ambito delle zone produttive e commerciali. Si corre il
serio rischio che iniziative imprenditoriali volte a realizzare
nidi aziendali (magari con un contributo pubblico) si scontrino
con l'impossibilità di ottenere la concessione edilizia.
Perplessità suscita anche la norma transitoria, ove si prevedono
per le strutture esistenti due anni - dalla data di entrata in
vigore del Regolamento attuativo - per l'adeguamento alle nuove
prescrizioni: si avrà che strutture private o del privato sociale
realizzate anche con finanziamenti pubblici dovranno realizzare
onerosi lavori di adeguamento. Si ribadisce la richiesta che per
le strutture esistenti, oltre al necessario rispetto delle norme
sanitarie e antinfortunistiche, non sia imposto l'adeguamento a
nuovi parametri.
Per il relatore di minoranza Paolo Ciani (AN), la proposta è un
importante richiamo alla funzione della Regione di garantire
l'uniformità territoriale nell'erogazione delle prestazioni e
rafforza il suo ruolo di programmazione con obiettivi di
cittadinanza comune fra tutti i bambini.
Gli asili nido, istituiti dalla legge 1044/1971, oggi vedono
compromessa la loro esistenza per la mancanza di indirizzi e di
sostegno economico. Mentre l'urgenza è quella di qualificare ed
estendere tali esperienze, il rischio è di vederle ridursi, se
non addirittura spegnersi.
L'impostazione data dalla maggioranza, pur con aggiustamenti
frutto del lavoro della III Commissione, ha ancora una volontà
assolutamente centralista e statalista della formazione sulla
prima infanzia. Vi è stato, cioè, un riconoscimento delle realtà
private (peraltro sono le più numerose) dato quasi a fatica.
Alleanza Nazionale ritiene il testo presentato sufficiente, ma
indubbiamente da perfezionare con emendamenti che presenteremo.
(segue)