Citt: Bassa Poropat e Monai, liberalizzare orari negozi
(ACON) Trieste, 31 ago - COM/AB - Le esigenze del consumatore
in questi ultimi anni sono notevolmente cambiate, tanto che molte
città italiane si stanno attrezzando con progetti e piani che,
proprio a partire da considerazioni sui cambiamenti degli stili
di vita e della mobilità, propongono di modificare il rapporto
fra tempo obbligato e tempo scelto, fra tempo dedicato al lavoro
e tempo dedicato alla cura della famiglia e di se stessi.
Ecco allora che, partendo da questa ottica e cercando di meglio
interpretare le esigenze dei cittadini, i consiglieri regionali
dei Cittadini per il Presidente Maria Teresa Bassa Poropat e
Carlo Monai, nel corso dell'incontro di maggioranza a Udine sul
testo unico sul commercio elaborato dall'assessore Enrico
Bertossi, hanno voluto porre la riflessione sulla necessità di
liberalizzare gli orari dei negozi per migliorare la fruibilità e
i servizi erogati ai cittadini, ma anche per far sì che la città
torni a essere luogo di aggregazione.
"E' un modo - hanno detto - per rendere le città e le cittadine
più ospitali non solo per quegli abitanti che sono
temporaneamente presenti per motivi di lavoro e di studio e che
possono così usufruire di servizi, di offerte culturali e
commerciali, ma è anche un'opportunità per rivitalizzare le vie e
le piazze".
Il tema degli orari degli esercizi commerciali è sempre stato,
storicamente, un argomento quanto mai delicato e difficile,
spesso fonte di grosse polemiche tra chi sosteneva l'uniformità
dell'offerta e chi, invece, la libertà d'impresa. La società
italiana nel corso degli ultimi decenni è profondamente cambiata,
meno gli orari dei negozi. Da più parti, però, si levano voci che
vanno alla ricerca di una flessibilità che negli altri Paesi già
esiste e che non significa un orario prolungato, ma
diversificato.
Bassa Poropat ha ribadito come Trieste sia un esempio felice di
questo tipo di "rivoluzione", esportabile, quindi, anche nel
resto della regione. "Quando la liberalizzazione è
intelligentemente regolamentata - ha infatti detto - non può che
portare a una valorizzazione in tutti i campi: economici,
aggregativi, di garanzia dei servizi. Si è anche potuto
verificare che è un modo per incentivare l'occupazione giovanile.
A Trieste, questo tipo di esperienza è cominciata dieci anni fa e
ha visto via via coinvolti anche i piccoli negozi. Sicuramente è
servita a rianimare la città".
Secondo Monai, "per quanto riguarda le località turistiche delle
nostre regione, soprattutto le città d'arte, che in quanto tali
ammettono per gli operatori e le locali Amministrazioni la deroga
ai principi sinora attuati, questa liberalizzazione dovrebbe
essere accompagnata da una certa obbligatorietà nell'apertura dei
locali pubblici, per rendere più fruibile l'offerta soprattutto
nei week end e nelle giornate festive più praticate dal turista.
Sarebbe necessaria una concertazione tra esercenti e commercianti
per garantire, insieme al Comune, un'offerta di qualità e
sostanziosa per aumentare l'offerta turistica. Il turista, oggi,
non si accontenta più solo del museo e del sito d'arte. Il tutto
- ha concluso Monai - nella logica di venire sempre più incontro
alle esigenze dei turisti, dei cittadini".