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AN: Ciriani, legge badanti, operazione fallimentare

06.09.2005
13:35
(ACON) Trieste, 06 set - COM/AB - "Abbiamo dovuto attendere quasi un anno, abbiamo dovuto denunciare una mezza dozzina di volte gli inspiegabili e inaccettabili ritardi della Giunta nell'emanare i regolamenti attuativi e oggi - dopo la delibera della Giunta - abbiamo la conferma di quanto avevamo denunciato in Aula e sui media: la legge sulle badanti fallisce per assoluta mancanza di risorse, il regolamento approvato suona come una beffa crudele consumata sulla pelle di migliaia di famiglie illuse con promesse di aiuto concreto a cui ora si offre un pugno di mosche".

Il commento è del capogruppo di AN in Consiglio regionale Luca Ciriani che aggiunge:

"Durante le variazioni di bilancio, a luglio, ci siamo battuti per raddoppiare le risorse a disposizione, ma siamo stati zittiti dalla maggioranza. L'assegno dovrebbe aiutare economicamente le famiglie in difficoltà che si servono di un'assistente familiare, a condizione che sia regolarmente assunta. La gran parte delle badanti, infatti, lavora in nero. Tuttavia, la cifra stanziata oggi dalla giunta (130 euro massimo al mese) è insufficiente per rendere vantaggiosa l'emersione del lavoro nero e il pagamento dei costi per gli oneri contributivi e previdenziali (0,9 euro all'ora per questo tipo di lavoratrici). Il costo per la famiglia per la regolarizzazione del rapporto di lavoro è di gran lunga superiore all'assegno massimo concesso dalla Regione".

"Ma allora - chiede Ciriani al presidente Illy e all'assessore Beltrame - che senso ha tutto ciò?"

"Di conseguenza, per moltissime famiglie il magro assegno regionale non sarà né appetibile né conveniente e quindi preferiranno continuare a pagare in nero le badanti piuttosto che metterle in regola. E' di tutta evidenza che - così come voluta dalla Giunta Illy - la legge regionale ottiene un beneficio sociale e assistenziale prossimo allo zero".

"Inoltre - evidenzia - i limiti Isee (indicatore di situazione economica equivalente) fissati dalla Giunta escludono comunque a priori da ogni beneficio gran parte delle famiglie del FVG; le famiglie più povere che riescono a entrare nei parametri sono proprio quelle che più di tutte ricorrono al lavoro nero per risparmiare e che quindi non hanno nessun aiuto dalla legge".

"In questo modo - conclude Ciriani - tutti gli obbiettivi finiranno nel cestino: poco aiuto a poche famiglie, scarsa emersione del lavoro nero, ridottissime possibilità di aumentare (con la formazione professionale obbligatoria prevista della norma) le qualità professionali delle assistenti familiari, che spesso svolgono questo mestiere con dedizione, ma anche con improvvisazione".