AN: Ciriani, legge badanti, operazione fallimentare
(ACON) Trieste, 06 set - COM/AB - "Abbiamo dovuto attendere
quasi un anno, abbiamo dovuto denunciare una mezza dozzina di
volte gli inspiegabili e inaccettabili ritardi della Giunta
nell'emanare i regolamenti attuativi e oggi - dopo la delibera
della Giunta - abbiamo la conferma di quanto avevamo denunciato
in Aula e sui media: la legge sulle badanti fallisce per assoluta
mancanza di risorse, il regolamento approvato suona come una
beffa crudele consumata sulla pelle di migliaia di famiglie
illuse con promesse di aiuto concreto a cui ora si offre un pugno
di mosche".
Il commento è del capogruppo di AN in Consiglio regionale Luca
Ciriani che aggiunge:
"Durante le variazioni di bilancio, a luglio, ci siamo battuti
per raddoppiare le risorse a disposizione, ma siamo stati zittiti
dalla maggioranza. L'assegno dovrebbe aiutare economicamente le
famiglie in difficoltà che si servono di un'assistente familiare,
a condizione che sia regolarmente assunta. La gran parte delle
badanti, infatti, lavora in nero. Tuttavia, la cifra stanziata
oggi dalla giunta (130 euro massimo al mese) è insufficiente per
rendere vantaggiosa l'emersione del lavoro nero e il pagamento
dei costi per gli oneri contributivi e previdenziali (0,9 euro
all'ora per questo tipo di lavoratrici). Il costo per la famiglia
per la regolarizzazione del rapporto di lavoro è di gran lunga
superiore all'assegno massimo concesso dalla Regione".
"Ma allora - chiede Ciriani al presidente Illy e all'assessore
Beltrame - che senso ha tutto ciò?"
"Di conseguenza, per moltissime famiglie il magro assegno
regionale non sarà né appetibile né conveniente e quindi
preferiranno continuare a pagare in nero le badanti piuttosto che
metterle in regola. E' di tutta evidenza che - così come voluta
dalla Giunta Illy - la legge regionale ottiene un beneficio
sociale e assistenziale prossimo allo zero".
"Inoltre - evidenzia - i limiti Isee (indicatore di situazione
economica equivalente) fissati dalla Giunta escludono comunque a
priori da ogni beneficio gran parte delle famiglie del FVG; le
famiglie più povere che riescono a entrare nei parametri sono
proprio quelle che più di tutte ricorrono al lavoro nero per
risparmiare e che quindi non hanno nessun aiuto dalla legge".
"In questo modo - conclude Ciriani - tutti gli obbiettivi
finiranno nel cestino: poco aiuto a poche famiglie, scarsa
emersione del lavoro nero, ridottissime possibilità di aumentare
(con la formazione professionale obbligatoria prevista della
norma) le qualità professionali delle assistenti familiari, che
spesso svolgono questo mestiere con dedizione, ma anche con
improvvisazione".