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UDC: Molinaro contro annunciata rivoluzione sanità regionale

20.09.2005
15:44
(ACON) Trieste, 20 set - COM/AB - La rivoluzione istituzionale della sanità regionale adesso è ufficiale: il presidente Illy ha scoperto le carte pubblicamente e, come suo costume, ha anche dettato l'agenda: si deve fare entro il 2007. Ciò che era un disegno occulto, ora è ufficiale, c'è solo da chiedersi se non sia stato anche già concertato in qualche sede, all'insaputa dell'assessore Beltrame che questa mattina, pur dovendo affrontare le prospettive del Servizio sanitario regionale in III Commissione, non ha nemmeno accennato al progetto.

L'affermazione è del capogruppo UDC in Consiglio regionale, Roberto Molinaro, che aggiunge:

Quello di Illy, per il modo e il tempo in cui viene posto, è un progetto destinato a mettere in fibrillazione l'intero territorio regionale in un momento nel quale, invece, si dovrebbero ricercare e costruire le condizioni di una rinnovata coesione tra aree territoriali diverse.

Le obiezioni sono numerose e non solo di tipo sanitario. Infatti - sottolinea Molinaro - un'unica Azienda sanitaria regionale è l'ennesima prova di un dirigismo che annovera, tra l'altro, la verticizzazione dell'Amministrazione regionale con l'introduzione della figura del Direttore generale e il sostegno al referendum per la Provincia dell'Alto Friuli, per fortuna fallito, un dirigismo che vuole cambiare gli equilibri consolidati a scapito di un rafforzamento della Regione, contro le autonomie territoriali.

Ma basterebbe il solo settore della tutela della salute per comprendere la portata devastante del progetto annunciato che, oltre all'unica Azienda sanitaria, prevede anche il mantenimento delle tre Aziende ospedaliere a Trieste, Pordenone e Udine, alle quali dovranno fare riferimento tutti gli altri ospedali. In pochi anni avremo una dequalificazione dell'attività di tutti gli ospedali periferici, con la fuga dei professionisti e, conseguentemente, dei cittadini verso le tre Aziende ospedaliere. In altre parole, non ci sarà più un "sistema ospedaliero", ma solo tre grandi ospedali che dovranno rispondere sia all'eccellenza, sia alle funzioni di base.

A oggi è stato constatato che le realtà ospedaliere medie e piccole rispondono meglio alle esigenze di ricovero dei cittadini, per facilità di accesso e per umanizzazione delle prestazioni. In secondo luogo i Comuni, che rappresentano le esigenze di salute delle loro comunità, potrebbero occuparsi, concretamente, solo dei distretti socio-sanitari, che sono solo una parte della risposta alla tutela della salute dato che in una conferenza regionale di 219 Comuni, le esigenze delle realtà minori, che sono la maggioranza, conterebbero nulla.

Ma ciò che per Molinaro è inaccettabile è che, a fronte di una necessità di governo della spesa per la sanità, in prospettiva non si affronti la prevista riorganizzazione del sistema d'offerta, come la LR 13/1995 aveva definito, evidentemente per incapacità a fare sintesi rispetto alle istanze dei diversi potentati locali, e per non scontentare gli amici si assicuri un futuro con ricovero per acuti anche alle strutture che dovevano essere riconvertite, per accontentare Rifondazione Comunista. Si vuole modificare, invece, il sistema istituzionale di governo del settore, con dubbie economie.

E' incomprensibile - conclude il capogruppo UDC - come il presidente Illy, che è persona avveduta e attenta, voglia trascinare l'intera Regione in questa avventura che avrà un solo esito sicuro: tanta confusione, un aumento delle preoccupazioni dei cittadini, ma soprattutto un peggioramento dei livelli di assistenza che invece andrebbero salvaguardati e garantiti. La strada per governare la spesa sanitaria è già tracciata: basterebbe avere l'umiltà di seguirla, anche se è stata individuata dai governi regionali che si sono succeduti da dieci anni a questa parte.