UDC: Molinaro contro annunciata rivoluzione sanità regionale
(ACON) Trieste, 20 set - COM/AB - La rivoluzione istituzionale
della sanità regionale adesso è ufficiale: il presidente Illy ha
scoperto le carte pubblicamente e, come suo costume, ha anche
dettato l'agenda: si deve fare entro il 2007. Ciò che era un
disegno occulto, ora è ufficiale, c'è solo da chiedersi se non
sia stato anche già concertato in qualche sede, all'insaputa
dell'assessore Beltrame che questa mattina, pur dovendo
affrontare le prospettive del Servizio sanitario regionale in III
Commissione, non ha nemmeno accennato al progetto.
L'affermazione è del capogruppo UDC in Consiglio regionale,
Roberto Molinaro, che aggiunge:
Quello di Illy, per il modo e il tempo in cui viene posto, è un
progetto destinato a mettere in fibrillazione l'intero territorio
regionale in un momento nel quale, invece, si dovrebbero
ricercare e costruire le condizioni di una rinnovata coesione tra
aree territoriali diverse.
Le obiezioni sono numerose e non solo di tipo sanitario. Infatti
- sottolinea Molinaro - un'unica Azienda sanitaria regionale è
l'ennesima prova di un dirigismo che annovera, tra l'altro, la
verticizzazione dell'Amministrazione regionale con l'introduzione
della figura del Direttore generale e il sostegno al referendum
per la Provincia dell'Alto Friuli, per fortuna fallito, un
dirigismo che vuole cambiare gli equilibri consolidati a scapito
di un rafforzamento della Regione, contro le autonomie
territoriali.
Ma basterebbe il solo settore della tutela della salute per
comprendere la portata devastante del progetto annunciato che,
oltre all'unica Azienda sanitaria, prevede anche il mantenimento
delle tre Aziende ospedaliere a Trieste, Pordenone e Udine, alle
quali dovranno fare riferimento tutti gli altri ospedali. In
pochi anni avremo una dequalificazione dell'attività di tutti gli
ospedali periferici, con la fuga dei professionisti e,
conseguentemente, dei cittadini verso le tre Aziende ospedaliere.
In altre parole, non ci sarà più un "sistema ospedaliero", ma
solo tre grandi ospedali che dovranno rispondere sia
all'eccellenza, sia alle funzioni di base.
A oggi è stato constatato che le realtà ospedaliere medie e
piccole rispondono meglio alle esigenze di ricovero dei
cittadini, per facilità di accesso e per umanizzazione delle
prestazioni. In secondo luogo i Comuni, che rappresentano le
esigenze di salute delle loro comunità, potrebbero occuparsi,
concretamente, solo dei distretti socio-sanitari, che sono solo
una parte della risposta alla tutela della salute dato che in una
conferenza regionale di 219 Comuni, le esigenze delle realtà
minori, che sono la maggioranza, conterebbero nulla.
Ma ciò che per Molinaro è inaccettabile è che, a fronte di una
necessità di governo della spesa per la sanità, in prospettiva
non si affronti la prevista riorganizzazione del sistema
d'offerta, come la LR 13/1995 aveva definito, evidentemente per
incapacità a fare sintesi rispetto alle istanze dei diversi
potentati locali, e per non scontentare gli amici si assicuri un
futuro con ricovero per acuti anche alle strutture che dovevano
essere riconvertite, per accontentare Rifondazione Comunista. Si
vuole modificare, invece, il sistema istituzionale di governo del
settore, con dubbie economie.
E' incomprensibile - conclude il capogruppo UDC - come il
presidente Illy, che è persona avveduta e attenta, voglia
trascinare l'intera Regione in questa avventura che avrà un solo
esito sicuro: tanta confusione, un aumento delle preoccupazioni
dei cittadini, ma soprattutto un peggioramento dei livelli di
assistenza che invece andrebbero salvaguardati e garantiti. La
strada per governare la spesa sanitaria è già tracciata:
basterebbe avere l'umiltà di seguirla, anche se è stata
individuata dai governi regionali che si sono succeduti da dieci
anni a questa parte.