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V Comm: illustrato ddl sistema Autonomie locali

21.09.2005
12:59
(ACON) Trieste, 21 set - RC - Mentre spetterà ad un secondo progetto la disciplina particolare dell'ordinamento istituzionale e finanziario degli enti locali, il presente disegno di legge intende fissare le grandi linee della riforma del sistema pubblico in Friuli Venezia Giulia, dettando i principi fondamentali per Comuni, Province e Regione.

E' partito da questa premessa l'assessore regionale alle Autonomie locali, Franco Iacop, nel descrivere alla V Commissione consiliare i contenuti del disegno di legge numero 153, dopo che il presidente Antonio Martini (Margh) aveva annunciato che l'Unione delle Province italiane (UPI) ha rinviato la sua partecipazione alle udienze programmate per domani.

Tra gli indirizzi fondamentali che si ritrovano nel testo - ha quindi proseguito Iacop dopo aver ammesso che le Province sono, in effetti, il punto che solleva la discussione maggiore - vi sono la sussidiarietà come concertazione tra i livelli di governo per una nuova relazione tra gli enti pubblici e con i cittadini, ma anche una reale autonomia finanziaria di Comuni e Province finalizzata a dare agli enti locali un ruolo da protagonisti nello sviluppo economico regionale.

Il nostro sistema riconosce tre livelli istituzionali fondamentali: la Regione, le Province e i Comuni. Questi ultimi sono destinati, dalla riforma costituzionale del 2001, a ricevere tutte le funzioni amministrative e a divenire promotori dello sviluppo economico e sociale dei cittadini. Le Province, quali rappresentanti degli interessi di area vasta, dovranno essere il garante complessivo del proprio territorio in ordine a funzioni e servizi rilevanti per la collettività. Così, da una parte si favorisce in capo alla Regione l'esercizio delle funzioni legislativa, di alta programmazione, di supporto e di osservatore permanente dell'intero sistema, mentre, dall'altra, si opera a favore dell'ordinamento dei Comuni e delle Province, con un particolare risalto alla dimensione associativa attraverso istituti innovativi (le associazioni intercomunali).

La scelta di favorire aree stabili e unitarie è stata spiegata dall'assessore parlando degli Ambiti per lo sviluppo territoriale (Aster), attraverso i quali i Comuni programmano interventi territoriali integrati. Gli Aster - ha detto - non rappresentano un nuovo ente territoriale, ma la dimensione d'area vasta sovracomunale ove si sintetizzano le economie di scala nell'erogazione dei servizi.

Non mancano, poi, le città metropolitane: il disegno di legge prevede una città metropolitana che sostituisce, nell'ambito territoriale di riferimento, la Provincia, ma che mantiene in vita i Comuni al suo interno lasciando così in vita il doppio livello di governo, con lo spostamento di alcune fondamentali funzioni d'area dai Comuni al nuovo ente.

Il Consiglio delle Autonomie locali, pur snellito nella sua composizione, vede rafforzato il suo ruolo sia in termini di quantità di atti alla sua attenzione, sia sotto il profilo della qualità del suo intervento, che si realizza anche attraverso l'intesa con l'Amministrazione regionale. E altrettanto importante sarà la costruzione di rapporti basati sulla leale collaborazione tra gli enti locali e la Regione, ove questa assicurerà supporto tecnico anche tramite nuovi istituti come il Garante delle Autonomie locali. Tale istituto è volto a bilanciare il ruolo preponderante del capo dell'Esecutivo nell'ente locale, conferendo uno strumento di garanzia ai consiglieri di Comuni e Province nell'esercizio della loro azione di vigilanza dell'operato delle amministrazioni locali.

Pilastro del sistema, poi, é la loro autonomia finanziaria, assicurata tramite la certezza di risorse proprie e trasferite nel medio e lungo periodo (in particolare attraverso la compartecipazione ai tributi erariali), e tramite adeguate misure di perequazione per gli enti che hanno minore capacità fiscale, così che in tutto il territorio possa essere assicurato uno standard minimo di qualità dei servizi. Assume, pertanto, particolare rilievo la previsione dell'intesa tra il costituente Consiglio delle autonomie locali e la Giunta regionale sulla compartecipazione alle entrate regionali.

Il provvedimento - 49 articoli in tutto - si suddivide in cinque Titoli, relativi rispettivamente ai principi fondamentali (elementi costitutivi), al sistema istituzionale dei poteri pubblici, alla sussidiarietà e concertazione, all'autonomia finanziaria degli enti locali e infine alle norme transitorie e finali.

Il pomeriggio di domani (giovedì) sarà dedicato ad ascoltare l'Unione dei Comuni (UNCI) e delle Comunità montane (UNCEM).

(immagini e interviste alle tv)