V Comm: illustrato ddl sistema Autonomie locali
(ACON) Trieste, 21 set - RC - Mentre spetterà ad un secondo
progetto la disciplina particolare dell'ordinamento istituzionale
e finanziario degli enti locali, il presente disegno di legge
intende fissare le grandi linee della riforma del sistema
pubblico in Friuli Venezia Giulia, dettando i principi
fondamentali per Comuni, Province e Regione.
E' partito da questa premessa l'assessore regionale alle
Autonomie locali, Franco Iacop, nel descrivere alla V Commissione
consiliare i contenuti del disegno di legge numero 153, dopo che
il presidente Antonio Martini (Margh) aveva annunciato che
l'Unione delle Province italiane (UPI) ha rinviato la sua
partecipazione alle udienze programmate per domani.
Tra gli indirizzi fondamentali che si ritrovano nel testo - ha
quindi proseguito Iacop dopo aver ammesso che le Province sono,
in effetti, il punto che solleva la discussione maggiore - vi
sono la sussidiarietà come concertazione tra i livelli di governo
per una nuova relazione tra gli enti pubblici e con i cittadini,
ma anche una reale autonomia finanziaria di Comuni e Province
finalizzata a dare agli enti locali un ruolo da protagonisti
nello sviluppo economico regionale.
Il nostro sistema riconosce tre livelli istituzionali
fondamentali: la Regione, le Province e i Comuni. Questi ultimi
sono destinati, dalla riforma costituzionale del 2001, a ricevere
tutte le funzioni amministrative e a divenire promotori dello
sviluppo economico e sociale dei cittadini. Le Province, quali
rappresentanti degli interessi di area vasta, dovranno essere il
garante complessivo del proprio territorio in ordine a funzioni e
servizi rilevanti per la collettività. Così, da una parte si
favorisce in capo alla Regione l'esercizio delle funzioni
legislativa, di alta programmazione, di supporto e di osservatore
permanente dell'intero sistema, mentre, dall'altra, si opera a
favore dell'ordinamento dei Comuni e delle Province, con un
particolare risalto alla dimensione associativa attraverso
istituti innovativi (le associazioni intercomunali).
La scelta di favorire aree stabili e unitarie è stata spiegata
dall'assessore parlando degli Ambiti per lo sviluppo territoriale
(Aster), attraverso i quali i Comuni programmano interventi
territoriali integrati. Gli Aster - ha detto - non rappresentano
un nuovo ente territoriale, ma la dimensione d'area vasta
sovracomunale ove si sintetizzano le economie di scala
nell'erogazione dei servizi.
Non mancano, poi, le città metropolitane: il disegno di legge
prevede una città metropolitana che sostituisce, nell'ambito
territoriale di riferimento, la Provincia, ma che mantiene in
vita i Comuni al suo interno lasciando così in vita il doppio
livello di governo, con lo spostamento di alcune fondamentali
funzioni d'area dai Comuni al nuovo ente.
Il Consiglio delle Autonomie locali, pur snellito nella sua
composizione, vede rafforzato il suo ruolo sia in termini di
quantità di atti alla sua attenzione, sia sotto il profilo della
qualità del suo intervento, che si realizza anche attraverso
l'intesa con l'Amministrazione regionale. E altrettanto
importante sarà la costruzione di rapporti basati sulla leale
collaborazione tra gli enti locali e la Regione, ove questa
assicurerà supporto tecnico anche tramite nuovi istituti come il
Garante delle Autonomie locali. Tale istituto è volto a
bilanciare il ruolo preponderante del capo dell'Esecutivo
nell'ente locale, conferendo uno strumento di garanzia ai
consiglieri di Comuni e Province nell'esercizio della loro azione
di vigilanza dell'operato delle amministrazioni locali.
Pilastro del sistema, poi, é la loro autonomia finanziaria,
assicurata tramite la certezza di risorse proprie e trasferite
nel medio e lungo periodo (in particolare attraverso la
compartecipazione ai tributi erariali), e tramite adeguate misure
di perequazione per gli enti che hanno minore capacità fiscale,
così che in tutto il territorio possa essere assicurato uno
standard minimo di qualità dei servizi. Assume, pertanto,
particolare rilievo la previsione dell'intesa tra il costituente
Consiglio delle autonomie locali e la Giunta regionale sulla
compartecipazione alle entrate regionali.
Il provvedimento - 49 articoli in tutto - si suddivide in cinque
Titoli, relativi rispettivamente ai principi fondamentali
(elementi costitutivi), al sistema istituzionale dei poteri
pubblici, alla sussidiarietà e concertazione, all'autonomia
finanziaria degli enti locali e infine alle norme transitorie e
finali.
Il pomeriggio di domani (giovedì) sarà dedicato ad ascoltare
l'Unione dei Comuni (UNCI) e delle Comunità montane (UNCEM).
(immagini e interviste alle tv)