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CR: nuovo regolamento interno, Pedicini (3)

03.10.2005
13:14
(ACON) Trieste, 03 ott - RC - Di bisogno di rinnovare il regolamento interno del Consiglio regionale sotto l'imperio della legislazione costituzionale, ha parlato anche l'altro relatore di maggioranza, Antonio Pedicini (FI).

La discussione scaturita per il nuovo documento - ha precisato - è stata premessa indispensabile a definire meglio il ruolo che l'Assemblea legislativa regionale intende riservarsi, quando si andrà a ridefinire il sistema elettorale e la forma di governo. Al nuovo impianto si è giunti con un lungo lavoro di confronto fra i diversi Gruppi consiliari e con la significativa opera del presidente Alessandro Tesini.

Quanto ai contenuti, Pedicini sottolinea tre aspetti:

L'aver identificato nella composizione del Consiglio una maggioranza e un'opposizione (ancorché definita come minoranza e che ha necessità di esercitare con adeguatezza le funzioni di controllo e denuncia). La proposta è lontana dall'individuare una "opposizione di sua maestà" di britannica memoria, tuttavia il riconoscimento di coalizioni consiliari, l'organizzazione dei lavori con attenzione alle richieste della minoranza, la prevenzione dall'abuso della posizione dominante della maggioranza, portano ad una valutazione positiva.

La produzione legislativa deve restare la funzione preminente del Consiglio regionale. Le procedure sono state chiarite e rese certe nei tempi con l'individuazione di un più preciso potere d'intervento del presidente dell'Aula circa l'ammissibilità degli emendamenti, con nuovi termini per la loro presentazione, con il rinvio in Commissione di maxi-emendamenti dal contenuto innovativo o complesso; con la revisione di numero e competenze delle Commissioni consiliari unite ad una loro migliore funzionalità; con la previsione di un "Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione" come indispensabile complemento per una migliore qualità della legislazione.

L'esercizio dei poteri d'indirizzo e controllo è l'ambito più delicato e che più si presta ai confronti, non sempre sereni. L'elezione diretta del presidente della Regione da un lato ha rafforzato la figura del Capo dell'Esecutivo, ma dall'altro ha aperto il dibattito sulla necessità di approntare adeguati poteri di indirizzo e controllo in capo all'Assemblea. Qui più che altrove, la mancanza di una scelta legislativa circa le modalità elettorali e l'assetto di governo fa sentire le contraddizioni della disciplina transitoria: sin troppo evidente la limitatezza di un regolamento e la necessità di un rinvio a breve ad una legge.

(segue)