CR: nuovo regolamento interno, Pedicini (3)
(ACON) Trieste, 03 ott - RC - Di bisogno di rinnovare il
regolamento interno del Consiglio regionale sotto l'imperio della
legislazione costituzionale, ha parlato anche l'altro relatore di
maggioranza, Antonio Pedicini (FI).
La discussione scaturita per il nuovo documento - ha precisato -
è stata premessa indispensabile a definire meglio il ruolo che
l'Assemblea legislativa regionale intende riservarsi, quando si
andrà a ridefinire il sistema elettorale e la forma di governo.
Al nuovo impianto si è giunti con un lungo lavoro di confronto
fra i diversi Gruppi consiliari e con la significativa opera del
presidente Alessandro Tesini.
Quanto ai contenuti, Pedicini sottolinea tre aspetti:
L'aver identificato nella composizione del Consiglio una
maggioranza e un'opposizione (ancorché definita come minoranza e
che ha necessità di esercitare con adeguatezza le funzioni di
controllo e denuncia). La proposta è lontana dall'individuare una
"opposizione di sua maestà" di britannica memoria, tuttavia il
riconoscimento di coalizioni consiliari, l'organizzazione dei
lavori con attenzione alle richieste della minoranza, la
prevenzione dall'abuso della posizione dominante della
maggioranza, portano ad una valutazione positiva.
La produzione legislativa deve restare la funzione preminente del
Consiglio regionale. Le procedure sono state chiarite e rese
certe nei tempi con l'individuazione di un più preciso potere
d'intervento del presidente dell'Aula circa l'ammissibilità degli
emendamenti, con nuovi termini per la loro presentazione, con il
rinvio in Commissione di maxi-emendamenti dal contenuto
innovativo o complesso; con la revisione di numero e competenze
delle Commissioni consiliari unite ad una loro migliore
funzionalità; con la previsione di un "Comitato per la
legislazione, il controllo e la valutazione" come indispensabile
complemento per una migliore qualità della legislazione.
L'esercizio dei poteri d'indirizzo e controllo è l'ambito più
delicato e che più si presta ai confronti, non sempre sereni.
L'elezione diretta del presidente della Regione da un lato ha
rafforzato la figura del Capo dell'Esecutivo, ma dall'altro ha
aperto il dibattito sulla necessità di approntare adeguati poteri
di indirizzo e controllo in capo all'Assemblea. Qui più che
altrove, la mancanza di una scelta legislativa circa le modalità
elettorali e l'assetto di governo fa sentire le contraddizioni
della disciplina transitoria: sin troppo evidente la limitatezza
di un regolamento e la necessità di un rinvio a breve ad una
legge.
(segue)