CR: regolamento interno, dichiarazioni di voto (4)
(ACON) Trieste, 06 ott - RC - Aprendo le dichiarazioni di voto,
Bruno Malattia (Citt) ha detto che già a dicembre 2003 si disse
contrario all'aumento delle Commissione e ai Gruppi formati da
due soli consiglieri. Intesa Democratica non aveva espresso alcun
atteggiamento su questi temi, perciò non é vero ci siano
lacerazioni al suo interno. Elementi positivi nel regolamento ci
sono, come limitare gli interventi dei consiglieri a favore della
maggiore speditezza dei lavori. Se ho parlato di bisogno di avere
una diversa concezione della politica - ha aggiunto - non si deve
arrabbiare nessuno, questa é solo la mia opinione; la gente ci
giudica per ciò che produciamo ogni giorno e non solo per come ci
esprimiamo con il voto in Aula. Il nostro voto sarà di
astensione.
Luigi Ferone (Part.Pens) ha dichiarato la sua contrarietà al
documento. La democrazia, lo prova questo Consiglio, è variabile:
vale per alcuni, è diversa per altri. I lavori celeri vanno bene,
ma la migliore democrazia non si ha solo perché si producono
leggi velocemente, semmai perché sono leggi ponderate. Si è poi
detto contrario alla specifica, per la formazione di un gruppo
con due soli consiglieri, che debbono appartenere a un partito
presente in Parlamento. La mia opposizione totale - ha poi
esplicitato - non va ad intaccare la mia appartenenza a ID, ma
solo al fatto che si intaccano i partiti minori e questa non è
democrazia.
Cristiano Degano (Margh) ha parlato di buon lavoro nel merito e
nel metodo. Quanto al merito, ci sarà più efficacia perché le
leggi si faranno in Commissione e non saranno stravolte in Aula,
si dà più dignità a interrogazioni e interpellanze in quanto
avranno risposta immediata, si danno maggiori garanzie alle
opposizioni. Per il metodo, è stata coinvolta tanto la
maggioranza quanto la minoranza; così sarà anche per la legge
elettorale. E' poi bene riconoscere al centro-destra la
possibilità di approvare il documento: senza i loro voti, vista
la posizione di alcuni di ID, non raggiungeremmo i 31 consensi
necessari. A chi ci fa la morale sui nostri compensi, rispondo
che non è la quantità del lavoro, ma la sua qualità che fa la
differenza.
Per Mirko Spacapan (Margh), il regolamento manca della garanzia
delle rappresentanze dei partiti espressione di minoranze
nazionali, manca di garanzie alle minoranza linguistiche di
essere rappresentate in Ufficio di Presidenza, manca che le
minoranze possano esprimersi autonomamente (c'è un solo
riferimento alla possibilità di esprimersi nella propria lingua
almeno durante il giuramento e, quando ci saranno i traduttori,
anche in Aula). Se è vero che, come spesso si afferma, le
minoranze linguistiche sono una ricchezza, allora passiamo ai
fatti e garantiamole. Il mio voto sarà di astensione.
Bruno Zvech (DS) ha rammentato che il lavoro è stato lungo e
dall'esito affatto scontato. Dietro all'aspetto tecnico del
regolamento - ha spiegato - ce n'è uno politico legato
all'articolo 158 (garanzie dei Gruppi di minoranza), che dovrebbe
essere sempre in cima: il rispetto istituzionale tra di noi e di
tutti noi verso l'Aula, la difesa istituzionale dell'Aula che va
al di là dei Gruppi e di chi governa di volta in volta.
Democrazia significa anche accettare le cose che non piacciono,
ma che la maggioranza vuole. Il rispetto per i cittadini si
ottiene se tutti rispettiamo i principi di autonomia e dignità
dell'Aula.
(segue)