Nuovo regolamento: dichiarazione presidente Tesini
(ACON) Trieste, 06 ott - MPB - Il presidente del Consiglio
regionale Alessandro Tesini è intervenuto in merito
all'approvazione del nuovo Regolamento interno. E ha affermato:
"Nell'intervento di rito, appena eletto presidente, ho dedicato
spazio e rilevanza alla necessità di mettere mano al Regolamento
interno del Consiglio regionale. Dicevo, in quella sede, che il
regolamento può essere, a Statuto vigente ed in vista di quello
nuovo, in sintonia con il progetto di forma di governo che
dovremo adottare, un grande strumento di innovazione per
promuovere e favorire il nuovo profilo della Assemblea
legislativa nel tempo della elezione diretta del Presidente della
Regione.
Questa consapevolezza ed il diffuso consenso, comuni agli
schieramenti politici, hanno generato ed alimentato il tavolo
politico, rappresentativo di tutti i gruppi, pensato per
presidiare - con attenzione bipartisan - le grandi riforme.
Unitario e soddisfacente il percorso di riscrittura dello
Statuto, anche se l'epilogo, al momento del voto, ha privato del
clima e consenso possibili e opportuni. A breve metteremo mano
alla forma di governo e al sistema elettorale. Dovremo osservare
il medesimo approccio unitario con il quale si è lavorato, con
successo, finora. Però, è riguardo alla riscrittura del
Regolamento che la collaborazione tra i gruppi consiliari, il
loro senso di responsabilità, la loro consapevolezza hanno
prodotto i migliori risultati. E non per niente ci sono voluti
due anni di lavoro: quattro riunioni di indirizzo del tavolo
politico, alcuni mesi di elaborazione, otto sedute plenarie della
Giunta per il Regolamento, oltre ai molti incontri informali.
Tra le tante, queste le maggiori novità introdotte dal nuovo
testo:
a) l'anticipazione di una organizzazione dei lavori retta sul
confronto tra la coalizione al governo e quella all'opposizione;
impostazione che dovrà essere confermata e sviluppata dalla nuova
forma di governo;
b) il vincolo al principio della programmazione nei lavori del
Consiglio, a garanzia di una dialettica democratica che punta
alla valorizzazione del programma di governo e della proposta
alternativa dell'opposizione, contenendo ogni deriva alla
autoreferenzialità dei singoli consiglieri o gruppi;
c) il rafforzamento e la qualificazione delle funzioni
strategiche del nuovo ruolo dell'Assemblea legislativa, che
assume il profilo del Parlamento regionale: legislativa, di
indirizzo e controllo, di comunicazione istituzionale;
d) di conseguenza, una più efficace riarticolazione delle
competenze delle Commissioni permanenti, integrate da una nuova
per alleggerire il sovraccarico della attuale III Commissione,
appesantita da troppe materie che non riesce ad evadere in tempi
accettabili;
e) quindi, la previsione del Comitato per la legislazione, il
controllo e la valutazione, pensato per dotare il Consiglio di
nuovi strumenti critici per la conoscenza e l'esercizio dei
propri poteri;
f) inoltre, il "question time" per assicurare una dialettica
costante, sistematica ed efficace tra legislativo ed esecutivo,
grazie a procedure non formalistiche e burocratiche ma di
puntuale, essenziale e tempestivo confronto sul merito specifico
dei problemi sollevati.
Un'altra novità rilevante riguarda i limiti rigorosi per la
discussione dei provvedimenti legislativi in Aula e la
possibilità di emendarli dopo la loro approvazione in
Commissione.
La nuova procedura vuole evitare due frequenti degenerazioni
della democrazia parlamentare, se e quando portate a misura
patologica: lo stravolgimento (sia da parte della maggioranza che
della Giunta) dei testi approvati nella sede istruttoria propria
della Commissione e l'ostruzionismo ad oltranza.
L'unanime consenso alla nuova procedura conferma che
l'ispirazione non è quella di comprimere il dibattito,
l'opposizione o l'iniziativa dei consiglieri, ma anzi quella di
garantire le condizioni di una produttiva governabilità, di una
dialettica chiara tra le opinioni alternative e di una buona
qualità della legislazione.
Pertanto - e in conclusione - l'esito del voto sul nuovo
Regolamento del Consiglio regionale non è il risultato di una
mediazione al ribasso. Quando senso politico e assunzione di
responsabilità prevalgono, bisogna riconoscerlo senza reticenza e
con la opportuna visibilità.
E' stato fatto un buon lavoro e questo è già per sé un passo
avanti nel comunicare all'opinione pubblica l'immagine di un
Consiglio che si divide nella discussione di merito sulle
politiche, ma sa convergere quando in discussione sono le
istituzioni e la loro funzionalità.
Queste maggiori trasparenza, efficacia e produttività sono a
garanzia di tutti e dell'intero Consiglio, dei Gruppi maggiori e
di quelli minori. Non è giustificata né motivata, quindi, la tesi
secondo cui i Gruppi minori sarebbero mortificati dal nuovo
Regolamento. In questa occasione il Consiglio regionale ha dato
una dimostrazione elevata - oltre che di buon lavoro - anche di
spessore del confronto dialettico tra le parti. Le divisioni -
anche quando profonde - nel merito dei problemi e delle soluzioni
proposte, non hanno mai indotto le parti alla reciproca
delegittimazione, che anzi escono dalla approvazione del
Regolamento irrobustite nella loro capacità di rappresentanza e
di confronto.