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Nuovo regolamento: dichiarazione presidente Tesini

06.10.2005
14:49
(ACON) Trieste, 06 ott - MPB - Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini è intervenuto in merito all'approvazione del nuovo Regolamento interno. E ha affermato:

"Nell'intervento di rito, appena eletto presidente, ho dedicato spazio e rilevanza alla necessità di mettere mano al Regolamento interno del Consiglio regionale. Dicevo, in quella sede, che il regolamento può essere, a Statuto vigente ed in vista di quello nuovo, in sintonia con il progetto di forma di governo che dovremo adottare, un grande strumento di innovazione per promuovere e favorire il nuovo profilo della Assemblea legislativa nel tempo della elezione diretta del Presidente della Regione.

Questa consapevolezza ed il diffuso consenso, comuni agli schieramenti politici, hanno generato ed alimentato il tavolo politico, rappresentativo di tutti i gruppi, pensato per presidiare - con attenzione bipartisan - le grandi riforme.

Unitario e soddisfacente il percorso di riscrittura dello Statuto, anche se l'epilogo, al momento del voto, ha privato del clima e consenso possibili e opportuni. A breve metteremo mano alla forma di governo e al sistema elettorale. Dovremo osservare il medesimo approccio unitario con il quale si è lavorato, con successo, finora. Però, è riguardo alla riscrittura del Regolamento che la collaborazione tra i gruppi consiliari, il loro senso di responsabilità, la loro consapevolezza hanno prodotto i migliori risultati. E non per niente ci sono voluti due anni di lavoro: quattro riunioni di indirizzo del tavolo politico, alcuni mesi di elaborazione, otto sedute plenarie della Giunta per il Regolamento, oltre ai molti incontri informali.

Tra le tante, queste le maggiori novità introdotte dal nuovo testo: a) l'anticipazione di una organizzazione dei lavori retta sul confronto tra la coalizione al governo e quella all'opposizione; impostazione che dovrà essere confermata e sviluppata dalla nuova forma di governo; b) il vincolo al principio della programmazione nei lavori del Consiglio, a garanzia di una dialettica democratica che punta alla valorizzazione del programma di governo e della proposta alternativa dell'opposizione, contenendo ogni deriva alla autoreferenzialità dei singoli consiglieri o gruppi; c) il rafforzamento e la qualificazione delle funzioni strategiche del nuovo ruolo dell'Assemblea legislativa, che assume il profilo del Parlamento regionale: legislativa, di indirizzo e controllo, di comunicazione istituzionale; d) di conseguenza, una più efficace riarticolazione delle competenze delle Commissioni permanenti, integrate da una nuova per alleggerire il sovraccarico della attuale III Commissione, appesantita da troppe materie che non riesce ad evadere in tempi accettabili; e) quindi, la previsione del Comitato per la legislazione, il controllo e la valutazione, pensato per dotare il Consiglio di nuovi strumenti critici per la conoscenza e l'esercizio dei propri poteri; f) inoltre, il "question time" per assicurare una dialettica costante, sistematica ed efficace tra legislativo ed esecutivo, grazie a procedure non formalistiche e burocratiche ma di puntuale, essenziale e tempestivo confronto sul merito specifico dei problemi sollevati. Un'altra novità rilevante riguarda i limiti rigorosi per la discussione dei provvedimenti legislativi in Aula e la possibilità di emendarli dopo la loro approvazione in Commissione.

La nuova procedura vuole evitare due frequenti degenerazioni della democrazia parlamentare, se e quando portate a misura patologica: lo stravolgimento (sia da parte della maggioranza che della Giunta) dei testi approvati nella sede istruttoria propria della Commissione e l'ostruzionismo ad oltranza.

L'unanime consenso alla nuova procedura conferma che l'ispirazione non è quella di comprimere il dibattito, l'opposizione o l'iniziativa dei consiglieri, ma anzi quella di garantire le condizioni di una produttiva governabilità, di una dialettica chiara tra le opinioni alternative e di una buona qualità della legislazione.

Pertanto - e in conclusione - l'esito del voto sul nuovo Regolamento del Consiglio regionale non è il risultato di una mediazione al ribasso. Quando senso politico e assunzione di responsabilità prevalgono, bisogna riconoscerlo senza reticenza e con la opportuna visibilità. E' stato fatto un buon lavoro e questo è già per sé un passo avanti nel comunicare all'opinione pubblica l'immagine di un Consiglio che si divide nella discussione di merito sulle politiche, ma sa convergere quando in discussione sono le istituzioni e la loro funzionalità.

Queste maggiori trasparenza, efficacia e produttività sono a garanzia di tutti e dell'intero Consiglio, dei Gruppi maggiori e di quelli minori. Non è giustificata né motivata, quindi, la tesi secondo cui i Gruppi minori sarebbero mortificati dal nuovo Regolamento. In questa occasione il Consiglio regionale ha dato una dimostrazione elevata - oltre che di buon lavoro - anche di spessore del confronto dialettico tra le parti. Le divisioni - anche quando profonde - nel merito dei problemi e delle soluzioni proposte, non hanno mai indotto le parti alla reciproca delegittimazione, che anzi escono dalla approvazione del Regolamento irrobustite nella loro capacità di rappresentanza e di confronto.