Tesini a III Conferenza regionale della Cooperazione
(ACON) Udine, 28 ott - MPB - La capacità di adattarsi
all'evoluzione dei mercati, dei consumi, della composizione
sociale, del comportamento delle pubbliche amministrazioni,
dell'organizzazione del welfare è punto di forza di una
cooperazione in costante crescita per numero di soci, imprese,
addetti, indotto e la cui storia è traccia per leggere quella
degli ultimi trent'anni del Friuli Venezia Giulia.
Il presidente del Consiglio regionale Alessandro Tesini,
concludendo la prima parte della 3° Conferenza regionale della
Cooperazione ("Le radici del Futuro", alla Fiera di Udine) ha
sottolineato questi aspetti evidenziando però anche una domanda
sottesa alla presentazione dei dati e dagli interventi che il
mondo della cooperazione si pone. Ovvero: perché è ancora così
ancillare?
La Cooperazione, a buon diritto, pretende di contare di più e di
essere più visibile - ha sottolineato Tesini evidenziando che
essa, per la sua impostazionee organizzazione, è l'espressione
della migliore sintesi tra due possibili indirizzi che non
dovrebbero mai diventare alternativi anche se oggi si corre
questo rischio, e cioè privilegiare una diversa ridistribuizione
delle risorse oppure politiche di innovazione, ammodernamento e
crescita, per la produzione di maggiore ricchezza per creare le
condizioni che consentano di mantenere i livelli di benessere
raggiunti.
Un interrogativo non astratto, per il presidente del Consiglio,
nella fase di trasformazione profonda e radicale che la Regione
sta attraversando, molto diversa da altre perché caratterizzata
da una situazione generale logorata, con minori risorse e
maggiori difficoltà a decifrare correttamente i dati. A seconda
della scelta, anche la concertazione, il dialogo sociale e il
comportamento delle forze sociali portano conclusioni diverse.
Una situazione, dunque, in cui, per Tesini, è ancora più
importante azzeccare le politiche, distribuire meglio le risorse,
contenere maggiormente i costi, innovare di più, perché non ci
sono i margini per poter sbagliare o sprecare, e in cui occorre
anche un livello alto del confronto politico, culturale e
istituzionale, consapevoli - ha detto il presidente del Consiglio
- che le formule non si possono esaurire nei tavoli formali in
cui sono codificate.
Un dialogo e un confronto che hanno trovato valida espressione
nell'impostazione data alla Conferenza.
Valorizzare il pluralismo e trovare momenti di convergenza, per
fare massa critica e costruire percorsi virtuosi per formare un
consenso vero e non di circostanza, vanno - ha affermato Tesini
assicurando l'attenzione del Consiglio regionale - nell'interesse
non solo della cooperazione, ma anche della comunità, delle
istituzioni e della politica regionale.