CR: Piano territoriale, relatore Valenti (7)
(ACON) Trieste, 10 nov - MPB - Impossibilità di esprimere un
parere favorevole sul piano territoriale anche per il secondo
relatore di minoranza, Gaetano Valenti (FI), poiché il disegno di
legge - afferma - non accompagna un altro provvedimento di
riordino complessivo della normativa in materia di pianificazione
territoriale e urbanistica di cui si sente la necessità, ma
sembra essere solo una scorciatoia per affidare rapidamente la
stesura del progetto del Piano e per raggiungere l'obiettivo
politico di escludere le Province da ogni potere pianificatorio a
vantaggio di non precisati "enti diversi dai Comuni", ben
presenti invece nella mente del legislatore stando alla lettura
del disegno di legge sul sistema Regione - Autonomie locali,
trattato in V Commissione.
Valenti lamenta la mancanza di richiami al dettato costituzionale
che assegna pari dignità agli enti pubblici e che le Province non
vengono minimamente interessate e neanche menzionate, mentre non
viene considerata la reale consistenza e adeguatezza della
maggior parte dei Comuni - medio/piccoli - chiamati a coordinare
e promuovere autonomi provvedimenti di pianificazione
sovracomunali, senza che siano specificati i limiti di autonomia
e le funzioni di carattere sovracomunale. Un incarico al buio,
per il consigliere, che rileva come nella foga di affossare le
Province ci si dimentichi di risolvere il problema della cessione
della sovranità territoriale.
Gli obiettivi del provvedimento, inoltre, si ispirano più a una
elencazione accademica di principi che a una valutazione attenta
di esigenze e nell'elenco mancano due riferimenti strategici,
quali sviluppo sostenibile e semplificazione delle procedure
amministrative proprie della pianificazione, e che non possono
essere contenuti in generiche affermazioni di maniera.
Un comodo alibi, dunque, il continuo rimando alla futura legge
regionale di riordino del settore urbanistico, per sfuggire così
a puntualizzazioni necessarie per dare sostanza ad alcuni
articoli fondamentali. Non sono state inoltre previste modalità
di approvazione dello strumento urbanistico e dalle norme statali
viene mutuato il sistema di tutela e accelerazione della
realizzazione delle grandi opere. La Regione, poi, conclude
Valenti, non solo viene autorizzata a promuovere - così come
previsto dalla norma statale - la STUR (società di trasformazione
urbana) ma anche a costituirle, riportando a sé controllo e
gestione di importanti parti della trasformazione urbana.
(segue)