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CR: Piano territoriale, relatore Valenti (7)

10.11.2005
15:38
(ACON) Trieste, 10 nov - MPB - Impossibilità di esprimere un parere favorevole sul piano territoriale anche per il secondo relatore di minoranza, Gaetano Valenti (FI), poiché il disegno di legge - afferma - non accompagna un altro provvedimento di riordino complessivo della normativa in materia di pianificazione territoriale e urbanistica di cui si sente la necessità, ma sembra essere solo una scorciatoia per affidare rapidamente la stesura del progetto del Piano e per raggiungere l'obiettivo politico di escludere le Province da ogni potere pianificatorio a vantaggio di non precisati "enti diversi dai Comuni", ben presenti invece nella mente del legislatore stando alla lettura del disegno di legge sul sistema Regione - Autonomie locali, trattato in V Commissione.

Valenti lamenta la mancanza di richiami al dettato costituzionale che assegna pari dignità agli enti pubblici e che le Province non vengono minimamente interessate e neanche menzionate, mentre non viene considerata la reale consistenza e adeguatezza della maggior parte dei Comuni - medio/piccoli - chiamati a coordinare e promuovere autonomi provvedimenti di pianificazione sovracomunali, senza che siano specificati i limiti di autonomia e le funzioni di carattere sovracomunale. Un incarico al buio, per il consigliere, che rileva come nella foga di affossare le Province ci si dimentichi di risolvere il problema della cessione della sovranità territoriale.

Gli obiettivi del provvedimento, inoltre, si ispirano più a una elencazione accademica di principi che a una valutazione attenta di esigenze e nell'elenco mancano due riferimenti strategici, quali sviluppo sostenibile e semplificazione delle procedure amministrative proprie della pianificazione, e che non possono essere contenuti in generiche affermazioni di maniera.

Un comodo alibi, dunque, il continuo rimando alla futura legge regionale di riordino del settore urbanistico, per sfuggire così a puntualizzazioni necessarie per dare sostanza ad alcuni articoli fondamentali. Non sono state inoltre previste modalità di approvazione dello strumento urbanistico e dalle norme statali viene mutuato il sistema di tutela e accelerazione della realizzazione delle grandi opere. La Regione, poi, conclude Valenti, non solo viene autorizzata a promuovere - così come previsto dalla norma statale - la STUR (società di trasformazione urbana) ma anche a costituirle, riportando a sé controllo e gestione di importanti parti della trasformazione urbana.

(segue)