UDC: Molinaro, il no alla legge sul commercio
(ACON) Trieste, 10 nov - COM/AB - "Avrebbe potuto essere, alla
fine, una legge quadro in materia di commercio e pubblici
esercizi accettabile, perché aggiorna opportunamente la
legislazione in vigore, e sui due punti sui quali non vi era
stata convergenza con le categorie economiche interessate -
l'individuazione dei Comuni turistici e le aperture domenicali -
aveva previsto soluzioni sostenibili, con un forte coinvolgimento
delle parti sociali. Ma la ferma volontà del presidente Illy e
della sua maggioranza, con la compiacenza interessata anche di
qualche gruppo di opposizione, di far ratificare al Consiglio
regionale la riforma dell'organizzazione turistica regionale
decisa da pochi, senza alcun confronto e coinvolgimento neanche
con i Comuni, è un atto vergognoso che va respinto. Da ciò il
voto contrario".
Spiega così il capogruppo UDC in Consiglio regionale, Roberto
Molinaro, il voto contrario espresso sulla legge quadro in
materia di commercio e pubblici esercizi.
"Serviva un intervento legislativo regionale per rendere il
sistema commerciale e dei pubblici esercizi più competitivo, con
il superamento di talune incongruenze che la legislazione in
vigore evidenziava - precisa il capogruppo UDC - ricercando anche
una sintesi delle aspettative sia delle famiglie e più in
generale dei consumatori, sia degli imprenditori del settore".
"L'insieme delle norme, tuttavia, rende ancora più fragile
l'attività delle piccole e medie attività commerciali - precisa
il consigliere Molinaro - con nuovo spazio, in prospettiva, per i
grandi centri commerciali, alterando ulteriormente un equilibrio
ora tutto in favore della grande distribuzione".
"Ciò che aveva suscitato numerose prese di posizione tra le
associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali e cioè
le aperture domenicali - sottolinea il consigliere centrista -
aveva trovato una soluzione di maggiore coinvolgimento delle
parti interessate nella individuazione delle domeniche di
apertura dei negozi, ancorché non soddisfacente".
"Ma al di là dei contenuti specifici, ciò che non è accettabile è
il metodo dirigista con il quale si è voluto utilizzare la legge
del commercio per una riforma dell'organizzazione turistica
regionale - conclude l'esponente centrista - senza alcun
confronto in Aula con i Comuni interessati, introducendo una
nuova Agenzia regionale, ennesima puntata del neocentralismo
regionale e in netto contrasto con le competenze che si
vorrebbero assegnate ai Comuni a livello intercomunale. Una
forzatura ingiustificata che non tarderà ad avere effetti
negativi sia nel settore, sia nel prosieguo dei lavori d'Aula".