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UDC: Molinaro, il no alla legge sul commercio

10.11.2005
15:44
(ACON) Trieste, 10 nov - COM/AB - "Avrebbe potuto essere, alla fine, una legge quadro in materia di commercio e pubblici esercizi accettabile, perché aggiorna opportunamente la legislazione in vigore, e sui due punti sui quali non vi era stata convergenza con le categorie economiche interessate - l'individuazione dei Comuni turistici e le aperture domenicali - aveva previsto soluzioni sostenibili, con un forte coinvolgimento delle parti sociali. Ma la ferma volontà del presidente Illy e della sua maggioranza, con la compiacenza interessata anche di qualche gruppo di opposizione, di far ratificare al Consiglio regionale la riforma dell'organizzazione turistica regionale decisa da pochi, senza alcun confronto e coinvolgimento neanche con i Comuni, è un atto vergognoso che va respinto. Da ciò il voto contrario".

Spiega così il capogruppo UDC in Consiglio regionale, Roberto Molinaro, il voto contrario espresso sulla legge quadro in materia di commercio e pubblici esercizi. "Serviva un intervento legislativo regionale per rendere il sistema commerciale e dei pubblici esercizi più competitivo, con il superamento di talune incongruenze che la legislazione in vigore evidenziava - precisa il capogruppo UDC - ricercando anche una sintesi delle aspettative sia delle famiglie e più in generale dei consumatori, sia degli imprenditori del settore".

"L'insieme delle norme, tuttavia, rende ancora più fragile l'attività delle piccole e medie attività commerciali - precisa il consigliere Molinaro - con nuovo spazio, in prospettiva, per i grandi centri commerciali, alterando ulteriormente un equilibrio ora tutto in favore della grande distribuzione".

"Ciò che aveva suscitato numerose prese di posizione tra le associazioni imprenditoriali e le organizzazioni sindacali e cioè le aperture domenicali - sottolinea il consigliere centrista - aveva trovato una soluzione di maggiore coinvolgimento delle parti interessate nella individuazione delle domeniche di apertura dei negozi, ancorché non soddisfacente".

"Ma al di là dei contenuti specifici, ciò che non è accettabile è il metodo dirigista con il quale si è voluto utilizzare la legge del commercio per una riforma dell'organizzazione turistica regionale - conclude l'esponente centrista - senza alcun confronto in Aula con i Comuni interessati, introducendo una nuova Agenzia regionale, ennesima puntata del neocentralismo regionale e in netto contrasto con le competenze che si vorrebbero assegnate ai Comuni a livello intercomunale. Una forzatura ingiustificata che non tarderà ad avere effetti negativi sia nel settore, sia nel prosieguo dei lavori d'Aula".