UDC/Misto: Autonomie locali, voto negativo convinto
(ACON) Trieste, 16 nov - COM/AB - "Dopo otto anni di attesa, la
nuova legge quadro in materia di autonomie locali della Regione
Autonoma Friuli Venezia Giulia è un atto che mette a rischio
l'autonomia dei Comuni, cancella il ruolo delle Province e
rafforza il dirigismo e il neocentralismo regionale".
Commentano così i consiglieri regionali Roberto Molinaro (UDC) e
Maurizio Salvador (Misto) l'avvenuta approvazione del disegno di
legge proposto dall'assessore Iacop in materia di riordinamento
delle autonomie locali e aggiungono:
"Dopo questo provvedimento, ben 134 Comuni (il 61% del totale)
con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, collocati
principalmente nell'area montana e pedemontana delle province di
Udine e Pordenone, avranno un padrone in più ed una assenza di
prospettiva a medio termine. In questo quadro, abbiamo evitato,
ma non sappiamo per quanto, l'approvazione dei Comuni di
vallata".
"E' una constatazione amara per quella che è la seconda grande
occasione persa di questa IX legislatura regionale, dopo quella
del progetto del nuovo Statuto di autonomia speciale, approvato
dalla sola maggioranza. Da ciò il nostro voto convintamente
contrario. Tenteremo anche in Aula di introdurre correttivi e
limitare l'impatto negativo di scelte che vengono dichiarate
riformiste ma che, nella realtà, sono di mera restaurazione del
potere regionale".
"Illy aveva promesso, in campagna elettorale, una riforma
complessiva che valorizzasse i Comuni attraverso il trasferimento
di nuove competenze e maggiori disponibilità di risorse senza
vincoli di destinazione - precisano i due esponenti regionali -
mentre la riforma prevede che i trasferimenti di parte corrente
siano ancorati a parametri anche legati al gettito delle tasse,
con forti penalizzazioni già evidenti nella proposta di
Finanziaria 2006 e che molti sindaci già contrastano. I
finanziamenti per gli investimenti continueranno a essere
distribuiti secondo la nota discrezionalità degli assessori e, di
fatto, soltanto attraverso le neocostituite ASTER, i nuovi ambiti
di sviluppo economico a livello intercomunale, i cui obiettivi
sono fissati però dalla Regione".
"Se l'autonomia finanziaria del singolo Comune è messa in
discussione, a poco serviranno le numerose forme di
collaborazione intercomunale messe in campo quali la convenzione,
le associazioni intercomunali, le unioni dei Comuni e le Comunità
montane stesse - sottolineano Molinaro e Salvador - dal momento
che la collaborazione diventerà obbligata per evitare una certa
asfissia economica. E come si sa, la costrizione economica non è
il miglior suggeritore di prospettive di lungo respiro".
"Si vanifica e si rende conflittuale lo stesso Consiglio delle
Autonomie, che dovrebbe rappresentare adeguatamente gli enti
locali nei confronti della Regione - proseguono i due consiglieri
- per il quale non si è voluto nemmeno definire puntualmente il
mandato, prevedendo solo una forte ingerenza nel procedimento di
legislazione del Consiglio regionale, una composizione
verticistica non rappresentativa delle diverse realtà
territoriali e con l'esclusione dei rappresentanti delle Comunità
montane che da poco erano entrati nell'organismo grazie a un
nostro emendamento".
"In questo disegno che si sta attuando nella quasi totale
disattenzione dei rappresentanti dei Comuni - concludono Molinaro
e Salvador - si è voluto introdurre a ogni costo la possibilità
di istituzione dell'area metropolitana, per Trieste con possibile
espansione anche nella provincia di Gorizia, mettendo così a
rischio ulteriormente l'equilibrio tra i diversi territori
regionali. Tutto questo in nome di un unico principio concreto:
dividere ciò che identifica, fidelizzare attraverso i
trasferimenti economici ma, soprattutto, nel pieno rispetto del
pensiero della sinistra in Italia, avere il pieno controllo
dell'intero sistema delle Autonomie locali anche in Friuli
Venezia Giulia".