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UDC/Misto: Autonomie locali, voto negativo convinto

16.11.2005
17:26
(ACON) Trieste, 16 nov - COM/AB - "Dopo otto anni di attesa, la nuova legge quadro in materia di autonomie locali della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia è un atto che mette a rischio l'autonomia dei Comuni, cancella il ruolo delle Province e rafforza il dirigismo e il neocentralismo regionale".

Commentano così i consiglieri regionali Roberto Molinaro (UDC) e Maurizio Salvador (Misto) l'avvenuta approvazione del disegno di legge proposto dall'assessore Iacop in materia di riordinamento delle autonomie locali e aggiungono:

"Dopo questo provvedimento, ben 134 Comuni (il 61% del totale) con popolazione inferiore a 3.000 abitanti, collocati principalmente nell'area montana e pedemontana delle province di Udine e Pordenone, avranno un padrone in più ed una assenza di prospettiva a medio termine. In questo quadro, abbiamo evitato, ma non sappiamo per quanto, l'approvazione dei Comuni di vallata".

"E' una constatazione amara per quella che è la seconda grande occasione persa di questa IX legislatura regionale, dopo quella del progetto del nuovo Statuto di autonomia speciale, approvato dalla sola maggioranza. Da ciò il nostro voto convintamente contrario. Tenteremo anche in Aula di introdurre correttivi e limitare l'impatto negativo di scelte che vengono dichiarate riformiste ma che, nella realtà, sono di mera restaurazione del potere regionale".

"Illy aveva promesso, in campagna elettorale, una riforma complessiva che valorizzasse i Comuni attraverso il trasferimento di nuove competenze e maggiori disponibilità di risorse senza vincoli di destinazione - precisano i due esponenti regionali - mentre la riforma prevede che i trasferimenti di parte corrente siano ancorati a parametri anche legati al gettito delle tasse, con forti penalizzazioni già evidenti nella proposta di Finanziaria 2006 e che molti sindaci già contrastano. I finanziamenti per gli investimenti continueranno a essere distribuiti secondo la nota discrezionalità degli assessori e, di fatto, soltanto attraverso le neocostituite ASTER, i nuovi ambiti di sviluppo economico a livello intercomunale, i cui obiettivi sono fissati però dalla Regione".

"Se l'autonomia finanziaria del singolo Comune è messa in discussione, a poco serviranno le numerose forme di collaborazione intercomunale messe in campo quali la convenzione, le associazioni intercomunali, le unioni dei Comuni e le Comunità montane stesse - sottolineano Molinaro e Salvador - dal momento che la collaborazione diventerà obbligata per evitare una certa asfissia economica. E come si sa, la costrizione economica non è il miglior suggeritore di prospettive di lungo respiro".

"Si vanifica e si rende conflittuale lo stesso Consiglio delle Autonomie, che dovrebbe rappresentare adeguatamente gli enti locali nei confronti della Regione - proseguono i due consiglieri - per il quale non si è voluto nemmeno definire puntualmente il mandato, prevedendo solo una forte ingerenza nel procedimento di legislazione del Consiglio regionale, una composizione verticistica non rappresentativa delle diverse realtà territoriali e con l'esclusione dei rappresentanti delle Comunità montane che da poco erano entrati nell'organismo grazie a un nostro emendamento".

"In questo disegno che si sta attuando nella quasi totale disattenzione dei rappresentanti dei Comuni - concludono Molinaro e Salvador - si è voluto introdurre a ogni costo la possibilità di istituzione dell'area metropolitana, per Trieste con possibile espansione anche nella provincia di Gorizia, mettendo così a rischio ulteriormente l'equilibrio tra i diversi territori regionali. Tutto questo in nome di un unico principio concreto: dividere ciò che identifica, fidelizzare attraverso i trasferimenti economici ma, soprattutto, nel pieno rispetto del pensiero della sinistra in Italia, avere il pieno controllo dell'intero sistema delle Autonomie locali anche in Friuli Venezia Giulia".